Planet Food. Un viaggio tra panna, zucchero, pane, cioccolato e una molteplicita' di elementi commestibili. Camaioni costruisce inquadrature minuziose attraverso l’uso architettonico di svariati alimenti. La sua visione ruota attorno all’idea di cibo come materia polivalente e materiale elaborativo.
Planet Food
Camaioni costruisce inquadrature minuziose attraverso l’uso architettonico di svariati alimenti. Plasma paesaggi sospesi, territori di natura metafisica, visioni di un limbo galleggiante dalla pelle iperreale. Crea mondi che non esistono ma che evocano le molteplici derive dell’ecosistema in pericolo. Quei luoghi hanno molto di veritiero e sempre qualcosa di estremo, quasi una sfida allo sguardo didascalico del quotidiano. E allora ecco che la cosa piu' ovvia del nostro vivere, il cibo, trasforma lo sguardo verso il mondo in un assurdo viaggio tra panna, zucchero, pane, cioccolato e una molteplicita' di elementi commestibili.
Come nascono quei paesaggi? L’autore immagina un determinato paesaggio e cerca i cibi che possano soddisfare le sue esigenze costruttive. A quel punto, modella i cibi come una materia scultorea, spostando cosi' la forma e la funzione degli alimenti impiegati. Subito dopo fotografa la struttura reale, quindi la rielabora digitalmente e la stampa sui supporti adeguati. L’osservatore si trovera' davanti a qualcosa di inclassificabile e spiazzante, un mondo tanto possibile quanto assurdo, strano e fascinoso, ora attraente ora turbativo. Un mondo che potrebbe non esserci ma che sottolinea una chiave interpretativa del paesaggio nell’arte contemporanea.
Il risultato dichiara la divina artificiosita' del cibo: ambienti glaciali, dimensioni magmatiche di una natura dagli echi neoromantici.
Luoghi magici ma anche inquietanti, spazi di improvvise apparizioni. Un’ecologia del mistero dove il micro diventa macro e viceversa, dove la falsificazione sembra piu' viva del vero, dove il flusso biologico converte le sue consuete fisionomie. Una contaminazione globale che re inventa il mondo (pensiamo ad artisti come Thomas Demand o Paolo Consorti) secondo una visionarieta' plausibile e ibrida. A conferma che la nuova astrazione nasce da forme reali e da richiami realistici, creando contaminazioni linguistiche che cofondono la percezione tra vero e impossibile. Gianluca Marziani
Daniele Camaioni (1978) vive e lavora ad Ascoli Piceno.
La sua visione ruota attorno all’idea di cibo come materia polivalente e materiale elaborativo.
Inaugurazione: 23 febbraio 2006 ore 18
Bel Art Gallery
Via Sottocorno 7 - Milano