Palazzo dei Diamanti
Ferrara
C.so Ercole d'Este, 21
0532 244949 FAX 0532 203064
WEB
Filippo De Pisis
dal 11/3/2006 al 3/6/2006
lunedi' - venerdi' 8.30-20, sabato e prefestivi 9-18 domenica e festivi durante il periodo di mostra 10.30 - 15.30

Segnalato da

Studio Esseci




 
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11/3/2006

Filippo De Pisis

Palazzo dei Diamanti, Ferrara

Retrospettiva. A 50 anni dalla morte dell'artista e' in mostra la collezione piu' importante dei suoi lavori che conta 49 olii e 205 opere su carta. La rassegna comincia con i primi esercizi del 1908, prosegue con il salto di qualita' del 1924-25 quando l'artista prende le distanze dal mito della 'bella pittura', si conclude negli anni '50 quando il pittore della vita si trasforma nel poeta della morte prosciugando ulteriormente la sua 'stenografia pittorica'.


comunicato stampa

Retrospettiva

a cura di Maria Luisa Pacelli

Il 2 aprile saranno trascorsi cinquant’anni dalla morte di Filippo de Pisis (1896-1956). Ferrara, la citta' in cui e' nato, lo ricorda con una mostra allestita a Palazzo dei Diamanti, a cura di Maria Luisa Pacelli e organizzata in collaborazione da Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea. Per l’occasione sara' pubblicato il catalogo generale interamente illustrato dei de Pisis del museo ferrarese, uno strumento prezioso per diffonderne la conoscenza. E' un’esposizione diversa dalle precedenti poiche', ad eccezione de I grandi fiori di casa Massimo, recentemente acquisiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e in deposito presso il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis", le opere esposte sono delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea. Si tratta della collezione piu' importante di lavori del grande artista, che conta quarantanove olii e duecentocinque opere su carta. Cio' non deve far pensare ad una mostra che non testimoni ogni aspetto dell’arte di de Pisis.

La rassegna comincia con uno dei suoi primissimi esercizi pittorici, Passeri (1908), che racconta del suo rapporto estemporaneo con la pittura negli anni della giovinezza quando ad assorbire la maggior parte delle sue energie erano gli interessi letterari.

A documentare il salto di qualita' che la pittura di de Pisis compie nel biennio 1924-25, prendendo le distanze dal mito della “bella pittura" di tradizione ottocentesca, e' la Natura morta col martin pescatore (1925). Segue il trasferimento dell’artista a Parigi, nella primavera del 1925, dove all’inizio diede corso ad una personalissima rivisitazione della pittura metafisica - conosciuta negli anni ferraresi quando nacque la sua amicizia con De Chirico - che si riflette in quell’incantesimo onirico e intellettuale che sono Le cipolle di Socrate (1927). L’anno 1928 registra la nascita di un nuovo inconfondibile genere di veduta, La Coupole, e di natura morta, I pesci marci, entrambi frutto della "cenere di un fuoco": quello che si accende, subitaneo, quando si incontrano il cuore del poeta e l’anima delle cose.

Nel 1929, nei Propositi che e' solito scrivere all’inizio di ogni nuovo anno, de Pisis annota: "Per la pittura niente romanticherie, niente pesci marci, niente cipolle, niente jolis coins de Paris, niente 'marmellate pittoriche'." Tali propositi trovano riscontro anche in opere di anni successivi come la Natura morta con agli (1930) e la Natura morta marina (1932) dove ogni riferimento alla metafisica e' scomparso e cio' che conta sono le emozioni dell’artista di fronte al soggetto e la capacita' di trascriverle sulla tela. Nel Gladiolo fulminato (1930) e nei Grandi fiori di casa Massimo (1931) i sentimenti di de Pisis si identificano sempre piu' con i suoi soggetti e con il modo di rappresentarli. E' una tragedia che si consuma sotto i nostri occhi il Gladiolo: quella di una vita stroncata all’improvviso. Tutt’altra cosa sono i Grandi fiori: un inno alla bellezza che nel diario privato di de Pisis corrisponde ad un’ora di gioia. Segue la sua moderna interpretazione del tema dell’efebo, documentata in mostra da Il nudino rosa (1931) e da quegli affascinanti "segni d’incanto e di inquietudine" che sono i suoi disegni, straordinarie pagine di un diario artistico e umano.

E' diverso il suo modo di dipingere nello studio dove, spesso, il suo linguaggio pittorico si fa piu' meditato, un modo di dipingere che produce capolavori come La lepre (1932) e la Natura morta con pane, formaggio e bottiglia (1936). Viale a Parigi (1938) e Strada di Parigi (1938) testimoniano il furore creativo col quale de Pisis, nel pieno della sua maturita' artistica, e' pronto a fermare sulla tela con inimitabile immediatezza, grazie alla sua prodigiosa "stenografia pittorica", il paesaggio e l’emozione che suscita in lui. Poi, come in Una rosa sta buttando (1938), quel furore creativo cede il passo, talvolta, a momenti di meditazione assorta, colma di dolcezza e di emotivita' trattenuta.

E' straordinario il suo talento di ritrattista, insieme raffinato e violento, capace, come in quel capolavoro che e' Ritratto di Allegro (1940), di rapire in un lampo da un volto i sentimenti del soggetto e di trasferirli istantaneamente sulla tela.

Negli anni Quaranta, dopo il rientro in Italia avvenuto nel 1939, la tensione degli anni precedenti in parte si placa e torna a crescere nella sua pittura il peso della sua cultura poetica e letteraria. Cosi' si spiega quell’autentica "gemma", come ha scritto de Pisis stesso sul dipinto, che e' la splendida Falena (1945).

La mostra si conclude con l’ultima straordinaria stagione del suo lavoro, quando il pittore della vita si trasforma nel poeta della morte e per esprimere sulla tela questa emozione estrema prosciuga la sua febbrile "stenografia pittorica" e costruisce un’inedita sintassi figurativa ridotta all’essenziale. E' in clinica, a Villa Fiorita, che matura appieno l’ultima fase della sua pittura. E' l’anno 1950. "Ora sto molto meglio e dipingo come un Angelo", scrive de Pisis a Comisso nella tarda primavera. Fu forse in quei giorni che l’artista trovo' la forza di schiarire la sua tavolozza e infondere un estremo palpito di vita ai suoi soggetti: le commoventi Rose bianche e anche la splendida, intensissima, Rosa nella bottiglia, dove si frammenta e si irrigidisce sempre piu' il segno, pero', e appaiono sottili pennellate di colore nero che parlano dell’inizio della consunzione delle cose e annunciano un cambiamento imminente. C’e' ancora una larva di colore, un soffio di vita, in una tela come Natura morta sul tavolo (1951), ma poi, inesorabilmente, le mille luci della sua tavolozza si spengono nella Natura morta con pipa e calamaio (1951). Cala la sera dentro la serra di Villa Fiorita acconciata a studio e quella lettera sigillata posata sul tavolo potrebbe essere il testamento del pittore. Negli anni seguenti, fino al 1953, nasceranno ancora alcuni capolavori (Le pere, 1953), ma il suo straordinario “diario pittorico", scritto giorno dopo giorno, per oltre venticinque anni, e' ormai giunto al termine.

Se Ferrara possiede una simile raccolta di de Pisis lo deve a tre benefattori: uno sconosciuto al grande pubblico, Giuseppe Pianori, e due notissimi, Manlio e Franca Malabotta. Questa mostra e' anche un segno di profonda gratitudine verso di loro che, con rara generosita', hanno arricchito la citta' di questo straordinario patrimonio artistico.
Agricoltore ferrarese facoltoso, Giuseppe Pianori, sentendo approssimarsi la fine, maturo' il desiderio di perpetuare la memoria sua e della sua famiglia e, il 24 marzo 1980, si reco' dal notaio e gli consegno' il suo testamento. Mori' poco dopo, il 12 maggio, e tre giorni piu' tardi venne pubblicato il testamento dove si legge: "Per onorare in modo degno e duraturo la memoria della Famiglia Pianori, intendo costituire e costituisco la fondazione denominata: “Giuseppe Pianori" con lo scopo di sviluppare e arricchire il patrimonio artistico e culturale di Ferrara attraverso l’acquisizione di opere d’arte moderna da destinarsi alla Galleria Civica d’Arte Moderna della citta'…" E' da quel momento che ha cominciato a prendere corpo la collezione ferrarese dei de Pisis, acquistati uno dopo l’altro, nel corso degli anni. Ma un salto di qualita' decisivo la collezione l’ha compiuto il 28 settembre del 1996 quando Franca Fenga Malabotta ha reso pubblica la sua decisione di donare a Ferrara la celebre collezione di opere di Filippo de Pisis che il marito, il notaio e raffinato collezionista e critico d’arte Manlio Malabotta, aveva raccolto tra il 1940 e il 1969 e che lei aveva saputo conservare e valorizzare per oltre un ventennio con una competenza e un amore rari nel mondo del collezionismo. C’e' tutta la grandezza di de Pisis nei capolavori della collezione Malabotta, e c’e' anche quella del collezionista che ha visto, capito, raccolto e amato le opere di questo artista, e di sua moglie che, dopo decenni di vita in comune con loro, ha deciso di rinunciare al dialogo quotidiano con quei figli adottivi pur di condividere col pubblico quel suo grande amore.

Il 15 ottobre del 2002 il materiale documentario del fondo depisisiano ferrarese e' stato arricchito da un altro prezioso atto di liberalita': quello che Luisa Laureati Briganti ha compiuto nei confronti delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea donando, nel decennale della scomparsa del marito, professor Giuliano Briganti, l’intera fototeca utilizzata per la predisposizione del catalogo generale dell’opera pittorica di Filippo de Pisis (1908-53) da lui curato.

Immagine: F. de Pisis, Le cipolle di Socrate, 1927, olio su cartone, cm 55 x 42,5. Ferrara, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis", dono della Fondazione Giuseppe Pianori.

Ufficio stampa Studio ESSECI di Sergio Campagnolo tel. 049.663499 fax 049.655098 e-mail: info@studioesseci.net

Conferenza stampa Sabato 11 marzo 2006, ore 12.00

Palazzo dei Diamanti
c.so Ercole I' d'Este, 21 - Ferrara
Orari: dal lunedi' al venerdi' 8.30 - 20 sabato e prefestivi 9 - 18 domenica e festivi 10.30 - 15.30
Biglietto d’ingresso Intero: euro 5,00 Ridotto: euro 4,00 (dai 6 ai 18 anni, over 65, studenti universitari, categorie convenzionate)
Gruppi (almeno 20 persone): euro 4,00 (gratuito per 1 accompagnatore)
Gruppi scolastici: euro 2,00 (gratuito per 2 accompagnatori)
Gratuito: bambini fino a sei anni, portatori di handicap con un accompagnatore, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino, militari in divisa

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