Claudio Abate
Giuseppe Appella
Maurizio Calvesi
Lorenzo Canova
Fabrizio D’Amico
Micol Forti
Claudio Strinati
Sciamare. L'artista e' sulla scena artistica nazionale dai primi anni Novanta. L’opera in mostra si distende ad invadere e catturare spazio con i segni dispersi, vaganti, mobili delle sagome dei suoi legni, sulle quali l’ombra scivola lenta o guizza veloce, si nasconde o si confessa.
Sciamare
Giovedi' 23 marzo 2006, alle ore 18,30 la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano presenta nella magnifica cornice della Sala Regia di Palazzo Venezia, la mostra Roberto Almagno - Sciamare, ideata e realizzata da Ines Musumeci Greco e curata da Claudio Strinati.
Accompagna la mostra una monografia sull’intero lavoro di Almagno, edita da De Luca e curata da Fabrizio D’Amico, arricchita da oltre [sessanta] fotografie di Claudio Abate e dai testi di Giuseppe Appella, Maurizio Calvesi, Lorenzo Canova, Fabrizio D’Amico, Micol Forti, Claudio Strinati e da una completissima vicenda bio-bibliografica di Paola Bonani.
Roberto Almagno (Aquino, 1954), uno dei piu' forti e inventivi scultori italiani della sua generazione, e' presente sulla scena artistica nazionale dai primi anni Novanta, quando, dopo un lungo laboratorio condotto nel confronto ideale con la maggiore tradizione plastica europea, ma in quasi totale appartatezza, inizia ad esporre regolarmente, in Istituzioni pubbliche e private.
E' chiamato da allora a partecipare a numerose mostre di tradizione e prestigio, fra le quali la Quadriennale romana, alla cui XII edizione (1996) presenta Ceneri, opera nella quale forse per la prima volta il suo lavoro attinge un respiro ambientale.
Gia' dai primi Ottanta Almagno lavora con un unico materiale, il legno, di cui negli anni conoscera' ogni piu' riposto segreto. E una vocazione fabrile, una sapienza quasi artigiana, e' rimasta a fondare il modo del suo operare; accanto ad essa, e quasi a contraltare, stanno la capacita' di uno sguardo che ha saputo spaziare su tanti episodi maggiori della vicenda plastica del XX secolo - dagli esempi a lui piu' prossimi, e mai dimenticati, come quello di Fazzini, che gli e' stato fra i primi maestri, sino a taluni grandi personalita', come Gonza'lez e Calder, Giacometti o Melotti - e la vicinanza intellettuale a certi aspetti della cultura orientale, che ne hanno confermato la vocazione alla levita' della materia e alla pregnanza del segno.
L’opera che oggi presenta - Sciamare - si distende, apparentemente senz’altri confini che non siano quelli della grande aula di Palazzo Venezia, a invadere e catturare spazio con i segni dispersi, vaganti, mobili delle sagome dei suoi legni, sulle quali l’ombra scivola lenta o guizza veloce, si nasconde o si confessa. A terra, un tappeto di cenere: un grembo, quasi, di una futura nascenza.
Inaugurazione: Giovedi' 23 Marzo 2006, ore 18,30
Palazzo Venezia
via del Plebiscito, 118 - Roma
Orari:ore 10-19