Architettura, scultura, pittura, mosaico, miniatura, oreficerie delle cattedrali fra secolo IX e secolo XII. L’esposizione riunisce una sequenza di oltre 100 capolavori e racconta la storia di una doppia generazione.
Architettura, scultura, pittura, mosaico, miniatura, oreficerie delle cattedrali fra secolo IX e secolo XII
a cura di Arturo Carlo Quintavalle
In occasione dei 900 anni dalla dedicazione della cattedrale di Parma, il Salone
delle Scuderie in Pilotta in Parma, dal 9 aprile al 16 luglio propone “Il Medioevo
delle Cattedrali", la grande mostra sulla architettura, scultura, pittura,
mosaico, miniatura, oreficerie delle cattedrali fra secolo IX e secolo XII.
L’esposizione curata da Arturo Carlo Quintavalle riunisce eccezionalmente a Parma
una sequenza straordinaria di oltre 100 capolavori, molti dei quali mai usciti dalle
loro sedi e non pochi del tutto inediti. Ad essere cosi' intensamente rappresentata
e' la storia di una doppia generazione, quella a cavallo fra secolo XI e secolo XII,
le generazioni che portarono avanti la Riforma Gregoriana, la piu' grande
trasformazione di modelli e di racconto della Chiesa di Roma.
Di Wiligelmo e dei suoi immediati seguaci, la mostra allinea ben 11 opere che
vengono da Modena, da Cremona, da Milano. Accanto ad esse, le sculture di Niccolo'
che vengono da Piacenza, da Ferrara, e ancora decine e decine di pezzi di scultura
monumentale che sono state prestate dai maggiori Musei Civici e Musei Diocesani
dell’intero settentrione, da Pavia a Como, da Milano a Bobbio, a Ferrara, a
Brescia. Intorno a queste intense sculture, la mostra propone raffinati esempi di
pitture, mosaici, manoscritti, oreficerie.
Arrivano alla mostra una ventina di pezzi di eta' carolingia, che provengono da
Torino e da Milano, da Bobbio e da Modena e da Como permettendo di ricostruire la
prima grande trasformazione delle chiese paleocristiane, con l’invenzione di un
nuovo arredo, costruito da intrecci finissimi, da un racconto fatto di proporzione,
di geometria, di rapporti spaziali, un racconto senza figure. Fra i pezzi di grande
rilievo alcuni che provengono da Bobbio, nel IX secolo ancora il maggiore monastero
al settentrione, e molti altri che permettono di ricomporre una immagine degli spazi
interni delle chiese e dei percorsi interni a questi per i religiosi e per i
fedeli.
Poi la grande rivoluzione che in mostra comincia con due grandi affreschi staccati
provenienti da Sant’Antonino a Piacenza, che si datano attorno al 1070, e una
serie di altri pezzi attorno al medesimo periodo. Viene quindi il nodo della mostra,
quel tempo fra l’ultimo terzo dell’XI secolo e il primo del seguente, il tempo
in cui si confrontano due storie, due modi di scolpire e di raccontare. Da una parte
ecco Wiligelmo e la sua officina che lavora per circa trenta anni da San Benedetto
Po e Nonantola, Modena, Cremona e in parte a Piacenza; di Wiligelmo giungono pezzi
di grande qualita', come la Madonna di Carpi, come lo stipite del portale
proveniente da Cremona, come il telamone sempre da Cremona e conservato a Milano al
Museo del Castello Sforzesco. Dopo Wiligelmo le opere dell’architetto e scultore
Nicholaus che e' attivo fra l’altro a Piacenza, a Verona, a Ferrara e del quale
arrivano in mostra pezzi importanti come i profeti di Piacenza, forse da un portale
del Duomo, le lastre delle transenne di Ferrara ed altro ancora. Domina la scena di
questa grande cattedrale della Riforma, il Crocefisso di San Savino, un’opera
unica che propone la lingua nuova, mediata anche dagli avori spagnoli, ma che e' la
lingua della Riforma, il Cristo che guarda, vivente, dalla croce i fedeli.
Di fronte a tutto questo ecco la grande stagione della Lombardia, che allora era
tutto il settentrione, ma una Lombardia che piega, con Pavia, con Como verso
l’Impero, e dunque che utilizza una iconografia diversa: invece
della evocazione del mondo classico che per la committenza di Wiligelmo rappresenta
la identita' della Chiesa Riformata con quella cristiana delle origini, ecco gli
animali che si rincorrono nel tralcio, ecco un bestiario che si diffonde sui
capitelli, sugli archivolti, sulle finestre del Sant’Abbondio e del San Fedele a
Como oppure dentro il San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia oppure al San Celso e al
Sant’Eustrogio di Milano, un bestiario che caratterizza anche le sculture della
prima parte, quella absidale e del transetto della cattedrale di Parma. Siamo dunque
fra il 1090-1100 e il 1115 circa e le decine di pezzi di scultura monumentale
esposti propongono una chiesa diversa, dove alcuni capolavori si impongono come il
pulpito da Santa Maria Beltrade, che probabilmente si data a fine XI secolo o inizi
XII come il pulpito di San Giulio d’Orta. Attorno a questi pezzi che delineano la
storia delle citta' e delle loro cattedrali o delle loro principali chiese in
Lombardia ecco un altro nodo che dimostra, se ve ne fosse bisogno, che cosa vuol
dire il confronto fra prima e dopo la Riforma. Bologna e' uno strano caso, una
singolare citta' nella quale fino agli anni ’90 e anche oltre del secolo XI si
confrontano un vescovo legato al papato di Roma e un altro legato a Guiberto,
vescovo di Ravenna divenuto antipapa. Cosi' i pezzi degli anni ’90 evocano essi
pure il paleocristiano e in mostra si vedra' una lastra proveniente dal Museo
Civico, mentre gli altri pezzi neo-paleocristaini sono al Duomo di Bologna e ai
Santi Vitale e Agricola sempre a Bologna; ma quando Bologna entra nel clima della
Riforma ecco che viene chiamato un grande scultore, proprio Nicholaus che realizza
dei grandi portali dei quali in mostra proponiamo quattro grandi lastre di recente
ritrovate e che in questa occasione vengono attribuite proprio a Nicholaus stesso e
datate attorno al 1120-1130.
Il racconto della mostra si articola in un sistema complesso di settori, come quello
dei manoscritti prestati da diverse biblioteche, pezzi importantissimi e chiavi
narrative per comprendere il senso della Riforma, come le Bibbie Atlantiche che
diffondono l’ordine dei libri della Bibbia e il testo scritto in carolina e le
immagini dei canoni pensati come grandiose, sospese architetture, e le iniziali a
intreccio animate da figure e animali che diventeranno un luogo comune dell’intero
racconto del romanico in scultura. E con i codici alcune oreficerie come quelle
prestate dai Musei Civici di Brescia, Bologna e Milano, che delineano un percorso
dal secolo XI alla meta' del secolo XII e che testimoniano, come per esempio il
candelabro di Frassinoro (Modena), i rapporti con la Francia, esattamente come
alcuni avori sono bizantini mentre altri sono legati alla riforma Gregoriana e
vengono dalle officine salernitane.
L’esposizione e' accompagnata da un sistema di oltre 40 pannelli narrativi che
illustrano le tecniche del lavoro medievale, dai metalli alle costruzioni, e quindi
analizzano le architetture di ciascuna delle chiese entro le quali i pezzi scolpiti
si conservavano in origine, ancora da pannelli che analizzano i temi del minio e
quelli della oreficeria, della pittura e della scultura con riferimenti a monumenti
scomparsi o comunque lontani. Il quadro che viene proposto fa perno su oltre 100
opere esposte in mostra nello spazio della Pilotta e alcune decine di altre esposte
nelle sedi distaccate della mostra e che sono il Museo Diocesano in piazza Duomo a
Parma e la Galleria Nazionale.
La mostra, curata da Arturo Carlo Quintavalle, e' accompagnata da un catalogo, edito
da Skira, di oltre 500 pagine in quarto stampate in colore e in bianco e nero, e si
avvale dei contributi di illustri storici dell’arte italiani e stranieri, da
Manuel Castineiras Gonzales a Xavier Barral Y Altet, da Francesco Gandolfo ad Arturo
Calzona a Roberto Greci. Le schede delle opere sono state scritte da specialisti dei
singoli settori delle Universita' di Parma e di Roma 3. Una sezione a parte vede i
contributi dei maggiori responsabili delle raccolte di arte medioevale a
settentrione da Maria Teresa Fiorio a Francesca Tasso, da Donata Vicini a Letizia
Casati.
Mostra a cura di Arturo Carlo Quintavalle, promossa dal Comitato
Nazionale per il IX Centenario della Cattedrale con il sostegno di Fondazione
Cariparma, in collaborazione con Fondazione Corriere della Sera. Collaborazioni
tecniche: Ekotec, Eni'a, Fiere di Parma, Gespar Parma, JLT-SIACI Milano, Metronotte
Parma, Promoparma, Sogeap-Aeroporto “Giuseppe Verdi" di Parma, TEP Parma,
Trenitalia - Ferrovie dello Stato.
Catalogo: Skira
Sito ufficiale IX Centenario: http://www.cattedrale.parma.it
Per informazioni e prenotazioni: 199.199.111 dalle 9 alle 18 - email: servizi@civita.it
Ufficio Stampa: Studio Esseci - Sergio Campagnolo - via San Mattia 16 35121 Padova tel. 049.663499 fax 049.655098 Email: info@studioesseci.net
Ufficio Stampa Skira: Mara Vitali Comunicazione - Lucia Crespi tel. 02.73950962 Email: arte@mavico.it
Salone delle Scuderie in Pilotta
Via Verdi, angolo Via Bodoni (Palazzo Pilotta) - Parma
Orari: 9.30-19.30 da martedi' a domenica (la biglietteria chiude alle 18.30).
Lunedi' non festivi chiuso - aperto lunedi' di Pasqua, 24 aprile e 1 maggio.
Biglietti e agevolazioni: il biglietto unico, valido 48 ore, da' diritto a visitare
la mostra “Il Medioevo delle Cattedrali", la mostra didattica “Il cantiere
della Cattedrale", il Museo Diocesano d’Arte Sacra, e il Battistero.
L’ingresso in Cattedrale e' libero. Intero € 10, ridotto € 8. Per ulteriori
agevolazioni consultare il sito ufficiale o telefonare al numero delle informazioni.
Presso la mostra didattica “Il cantiere della Cattedrale" sono attivi i
laboratori didattici, aperti a scuole e gruppi su prenotazione per sperimentare le
antiche tecniche dell'affresco, del mosaico, della miniatura e della scultura. Costo
€ 3 a persona, comprensivo dei materiali utilizzati.