L’esposizione presenta il percorso dell’artista con oltre cento opere, caratterizzate da un dialogo serrato tra arte e filosofia. "Ciaccio e' uno di quei rari artisti che ha unito, nel senso di Merleau-Ponty, l’occhio e lo spirito. La sua e' un’opera in cui si vede, dal vivo, il processo d’impollinazione reciproca tra pensieri e immagini, tra ragione e immaginazione."(Remo Bodei)
Rispecchiamenti della matrice
A cura di Remo Bodei in collaborazione con Elmar Zorn, Rolf Kulz-Mackenzie e Andreas Schalhorn
Il Kupferstichkabinett di Berlino, dal 24 marzo al 25 giugno 2006, in collaborazione con la Fondazione Mazzotta di Milano e l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, presenta presso il Kulturforum Potsdamer Platz dei Musei Statali di Berlino, un’ampia esposizione monografica dell’opera di Roberto Ciaccio, artista operante a Milano, gia' presente con importanti mostre monografiche in Musei e Fondazioni italiane ed internazionali.
L’esposizione, curata dal filosofo Remo Bodei, presenta il percorso di lavoro e di pensiero dell’artista dal 1990 ad oggi, con oltre cento opere, caratterizzato da un dialogo serrato tra arte e filosofia che costituisce il fondamento stesso del suo operare.
Come dice Remo Bodei: “Roberto Ciaccio e' uno di quei rari artisti che hanno tratto dalla filosofia motivi di ispirazione, che ha unito, nel senso di Merleau-Ponty, l’occhio e lo spirito. La sua e' un’opera in cui si vede, dal vivo, il processo d’impollinazione reciproca tra pensieri e immagini, tra ragione e immaginazione."
La mostra presenta nella sua specificita' tutto il percorso creativo compiuto dall’artista attraverso l’impiego singolare e innovativo degli strumenti e dei processi della stampa originale.
Il lavoro di Roberto Ciaccio mette in opera un nuovo pensiero da cui scaturisce una ridefinizione del concetto stesso di “originale" e dei processi di produzione seriale e di riproducibilita' tecnica propri della stampa originale.
Nella dimensione spirituale del suo lavoro si intensifica la presenza dell’aura dell’opera - paradossalmente - proprio laddove gli strumenti della riproducibilita' tecnica - secondo il pensiero di Walter Benjamin - sembrerebbero negarla. La visione dell’opera e' spinta verso l’unicita' e l’“irriproducibilita' tecnica".
La serialita' infatti e' qui ripensata a partire dall’unicum dei suoi monoprints che danno origine al continuum di un divenire della differenza (o “diffe'rance" nel senso anche temporale di Jacques Derrida) pur originandosi dall’identita' di un’unica matrice.
Le opere realizzate da Roberto Ciaccio presso i torchi del famoso stampatore milanese Giorgio Upiglio, grandi opere su lamiera, lastre matrici di metalli diversi, monoprints, monotipi, studi, edizioni originali numerate, esprimono nello “specchio" del dialogo artista/stampatore, matrice/foglio la serie dei rispecchiamenti e dei ritorni - “Revenants" - della matrice come origine e come immagine riflessa o rispecchiata.
Il carattere “fantasmatico" del revenant, del ritorno (revenance), si manifesta in un orizzonte di latenza tra apparizione e scomparsa dell’immagine e dell’origine.
Le suggestioni che derivano dalle profondita' oscure delle opere e dalla immaterialita' stessa della loro presenza/assenza evocano un clima di sospensione e attesa intensamente meditativo.
Nelle “interrogazioni" delle lastre sono evocate presenze: fogli e lastre come “luoghi" di un apparire e di un “configurarsi" infinito dell’origine.
La mostra e' stata concepita da Roberto Ciaccio, nel percorso della vita “pensante" delle opere, come omaggio all’amico stampatore Giorgio Upiglio con cui ha condiviso tanti anni di lavoro e di pensiero in una strettissima consonanza spirituale e tecnica.
L’esposizione abbraccia un cammino che idealmente prende l’avvio dalle Annotazioni di luce (1990) per giungere , attraverso le Lecons de te'ne'bres, alle grandi lastre delle Stazioni della croce (2006), il lavoro ultimo dell’artista e cuore dell’esposizione.
In particolare l’esposizione presenta le edizioni originali:
- Annotazioni di luce in otto momenti (1990/93), un portfolio contenente otto incisioni all’acquatinta e aforismi tratti da L’origine dell’opera d’arte (Holzwege) di Martin Heidegger, cui l’opera si ispira in una stretta consonanza poetica.
- Infinitononfinito (2003/06), XV cartelle contenenti ciascuna sette monotipi. L’opera esprime l’infinito di una “interrogazione" nel “luogo" non finito della memoria di ciascuno dei fogli.
- Lecons de te'ne'bres / Le son des te'ne'bres ( 2003/06 ), XX cartelle contenenti ciascuna 9 piccoli monoprints su papier japon. L’opera nel continuum delle oscure presenze delle immagini
- “revenants" dell’origine - e nella trasparenza e immaterialita' dei fogli, intensifica il pathos per il sacro.
- Interrogazioni di una lastra spartito del tempo (2004/06), una serie di “spartiti musicali" realizzati “a quattro mani" con Philip Corner in occasione della sua performance musicale Music Muse sull’opera di Roberto Ciaccio presso l’Archivio Caterina Gualco (Genova 2004).
Accanto alle edizioni originali sono presenti in mostra le seguenti opere:
- grandi monoprints e lastre - Figura - in cui sui fogli sono impresse, anche nella loro reciprocita'
di recto/verso, diverse “configurazioni" delle lastre matrici pensate nella loro “nuda presenza".
- grandi monoprints e lastre - Soglie - che esprimono in sequenze spazio temporali il rapporto identita'/differenza e il limite tra visibile e non visibile.
- le lastre - Matrici di pensiero. Gedankenmatrizen - luoghi sensibili del depositarsi di tracce e presenze in un tempo sospeso.
- Sequenze seriali di lastre di rame lucenti - Luoghi - in variazioni timbriche e cromatiche intensamente musicali.
- Grandi lastre e monoprints ispirati al tema del sacro come le Stazioni della croce e Trittico per la croce e relativi studi.
L’opera le Stazioni della croce e' costituita da una sequenza di 10 grandi lastre di ferro dai colori oscuri e da quattro lastre di rame lucenti a formare una croce.
Sui contenuti dell’esposizione, il 24 Marzo 2006, avra' luogo un simposio (presso la sala conferenze del Kulturforum dalle ore 10 alle ore 18) tra arte e filosofia promosso dall’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, coordinato dal filosofo Remo Bodei, dal titolo “Matrici di Tempo" (L’arte tra memoria e riproducibilita'). Relazioni di: Remo Bodei, Stefano Zecchi, Otto Kallscheuer, Andreas Schalhorn, Arturo Schwarz, Michael Engelhard. Interventi di: Elmar Zorn, Rolf Kulz-Mackenzie, Marie Christine Lala, Pietro Bellasi, Tomaso Kemeny.
A conclusione della giornata si terra' nella stessa sala dell’esposizione, alle ore 19,30, un concerto, appositamente concepito a partire dalle opere di Roberto Ciaccio, dal noto pianista italiano Antonio Ballista gia' ospite delle maggiori istituzioni musicali e di festivals internazionali (Concerto a invito).
Uffici stampa:
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Per informazioni sul convegno
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Tel. 0049-(0) 30 26994117-fax 0049-(0) 30 26994126 e-mail: hamm@iic-berlino.de
Conferenza Stampa: giovedi' 23 marzo, ore 11 (Sala dell’esposizione Kulturforum Potsdamer Platz)
Inaugurazione: giovedi' 23 Marzo 2006, ore 19
Simposio: venerdi' 24 Marzo 2006, ore 10 - 17 (segue visita guidata)
Concerto: venerdi' 24 Marzo, ore 19.30 - 20.45 (a invito)
Staatliche Museen zu Berlin - Kulturforum Potsdamer Platz
Matthaikirchplatz 4 - Berlin-Tiergarten
Orari: da martedi' a venerdi' 10-18, sabato e domenica 11-18. Lunedi' chiuso
Biglietto d’ingresso: 6/3 € (8/4 € per tutti i musei/mostre del Kulturforum)