Fotografie, installazioni, video. Un percorso, quello che presenta Luisa Raffaelli, che gia' nella pluralita' dei media impiegati, sembra ambire ad una sorta di moltiplicazione, di delirio visivo. Le immagini non si esauriscono mai in se stesse, ma contengono un alto gradiente di immaginazione, di onirismo...
Luisa Raffaelli
Fotografie, installazioni, video. Un percorso, quello che presenta Luisa
Raffaelli, che già nella pluralità dei media impiegati, sembra ambire ad una
sorta di moltiplicazione, di delirio visivo. Le immagini non si esauriscono
mai in se stesse, ma contengono un alto gradiente di immaginazione, di
onirismo. Onirismo che pare tanto più paradossale quanto più è dato da
figure anonime, prive di qualsiasi connotazione di tipicità .
E' la messa in scena dei vari soggetti che crea una infinita deriva di
senso: può trattarsi di compenetrazione tra regni (umano e vegetale), di
flusso di frammenti, di trasparenze, di cadute... E sempre il discorso
della corrente, della liquidità a trascinare con sè il mondo della
Raffaelli: è una costante idea di migrazione che si impone e che, mentre
mostra le immagini, ne fa anche vorticare, turbinare il sapere.
Il gioco si fa addirittura visionario quando vengono impiegati gli
acetati che offrono allo sguardo un groviglio di dettagli inconsistenti,
leggeri, mobili. Corpi che, come dice la stessa artista non riescono a
compattarsi, a definirsi, se non proprio nella loro tendenza alla
dissipazione, alla frantumazione, alla perdita.
Cosa che, del resto, viene
ribadita anche dalla videoinstallazione dove la protagonista simula un
battere d'ali, una ipotesi di volo, una misurazione del proprio campo
visivo, ma dove lentamente finisce per smarrire le coordinate
spazio-temporali e cadere inesorabilmente.
Ma il video non si conclude con
il disastro, quanto con la ripresa e la ripetizione della scena.
Ciò che apparentemente dichiara una perdita continua di equilibrio, per
la Raffaelli diventa invece modo per mettere in crisi tutti i codici
comunicazionali e i loro sofisticati sistemi di funzionamento: un arrivare a
rovesciarli, per produrre inauditi, impensati, se non addirittura grotteschi
punti di vista del quotidiano.
Orario: dal martedì al sabato I5,30  I9,30 escluso festivi
LA GIARINA, Interrato dell¹Acqua Morta 82, 37I29 Verona
Tel/Fax + 39 045 8032316