Francesco Candeloro
Marco Cingolani
Michele Culpo
Arthur Duff
Simone Filippi
Amedeo Martegani
Gabriele Picco
Andrea Salvino
Simona Spaggiari
Silvano Tessarollo
Roberto Vidali
S'inaugura alle ore 18 una mostra nata dalla selezione di dieci autori, di eta' compresa tra i venti e i trentacinque anni, e che rappresentano il lavoro svolto dalla galleria Loft Arte di Valdagno (con la cui collaborazione e' stata realizzata questa iniziativa) dal 1991 a oggi: Francesco Candeloro, Marco Cingolani, Michele Culpo, Arthur Duff, Simone Filippi, Amedeo Martegani, Gabriele Picco, Andrea Salvino, Simona Spaggiari, Silvano Tessarollo.
S'inaugura alle ore 18 una mostra nata dalla selezione di dieci autori, di età compresa tra i venti e i trentacinque anni, e che rappresentano il lavoro svolto dalla galleria Loft Arte di Valdagno (con la cui collaborazione è stata realizzata questa iniziativa) dal 1991 a oggi: Francesco Candeloro, Marco Cingolani, Michele Culpo, Arthur Duff, Simone Filippi, Amedeo Martegani, Gabriele Picco, Andrea Salvino, Simona Spaggiari, Silvano Tessarollo. L'insieme della mostra, in maniera un po' provocatoria e un po' ironica, riporta sul piano della "collettiva", non un insieme di persone racchiuse per costrizione nello spazio angusto di una sala, bensì un insieme di soggetti e oggetti, disciplinati da tipologie formali molto diverse tra loro, eppure affratellati da un medesimo sentimento di ridefinizione temporale della contemporaneità .
Qui ritroviamo soggetti nati lentamente da una abbandonata visione, grazie a un percorso immaginativo che trasferisce oggetti e situazioni da realtà e ambienti a essi congeniali ad altri surreali oppure corrispondenze a-logiche di vari ambienti a spazi trasfigurati. Le naturali o convenzionali associazioni vengono così estrapolate dal loro piatto universo, tanto che le visioni di una giostra che gira in tondo possono convivere con un ritratto stereotipato che si affaccia al balcone. Ma le combinazioni possono cambiare ancora fino a riconsegnarle a una loro presunta originarietà , per poi ricominciare daccapo.
Gli autori presentati in questa occasione mescolano tutto ciò nella loro mente e lo trasferiscono sulla parete: assonanze e dissonanze di colori, soggetti e ambiti spaziali. Video, foto, tele dipinte, disegni colorati così si fondono: è un ordine inaspettato, insperato, a sorpresa dove tutto è possibile, dove tutto è passibile di trasfigurazione: immagini di vita quotidiana trovano corrispondenza in oggetti e questi in essa: mondi diversi uniti, realtà e fantasia, arte e vita che si compenetrano, si completano nel loro naturale contrapporsi, pur facendo parte in misura eguale della mente e dell'operatività di ogni singolo artista, proprio perché ognuno è ricco di innumerevoli significati intrinseci, che trovano realizzazione in alterità diverse.
Stessa sostanza, dunque, sotto poliedriche forme? Forme che si concretizzano su supporti molteplici? Da questi supporti, da questa materia disparata affiora l'affetto per ogni singolo segno, non solo inteso in senso fisico, ma anche metaforicamente, lasciando trasudare quella luminosità che c'è sotto ogni cosa e che non sempre si riesce a comprendere. Così il senso più intimo di ogni singola iconografia non è più tale e attraverso il loro disvelamento ci è dato di trovare una chiave di transito verso "piccole unità felici" nelle quali ognuno di noi, vorremmo stare o stiamo; ma per essere delle isole felici, composite o semplici, reali o immaginarie, ognuno di noi guardandole o partecipandovi dovrà essere convinto di estrapolarne la loro disvelata felicità . Solo così è possibile far parlare la realtà , mettendo "il naso fuori dalla porta" per vedere il mare in lontananza o il sorgere del sole.
Questi dieci autori sono, tutto sommato, un gruppo di invasori che preme ai confini dell'essudata civiltà occidentale, e preme non per rubare il grappolo d'uva, bensì per soffocarla sotto il cuscino dei suoi sogni fallaci. Sono naturalmente guerrieri che stringono in pugno non l'ascia bipenne, bensì colori e pennelli e che con questi conducono avanti la loro guerra di posizione. Così essi continuano ad affermare un grido di libertà , un grido solitario e ramingo, irregolare e scarnificato: un grido che fa difficoltà a trovare confratelli o sodali, perché troppo esacerbato e provocatorio. Ma lo sappiamo bene, ciò che conta non è il bagno di folla, quanto il consenso di una pattuglia di eletti, dato che nelle posizioni di frontiera è importante affrontare il nemico nel corpo a corpo e non farsi scudo dietro la massa informe. In questo senso, tutto il loro lavoro è posto all'insegna di questa generosità , quella che in effetti si rende disponibile al conflitto, allo scontro, al rischio, alla diversità , all'alternanza.
Questa eccentricità permette, ancora una volta, di vivere il momento dell'arte come luogo privilegiato, privo di limiti o di ingannevoli gerarchie, respirando il senso del nuovo, avvertendo il pulsare di un cuore combattivo. Così, visione e desiderio sono termini costanti di questa mostra, e l'entusiasmo del desiderio regala l'emozione. Tuttavia, a parte il profondo significato di queste opere, ciò che soprattutto commuove è la magistrale rappresentazione degli stati d'animo: dall'ottusità tranquilla al primo ansioso palpito, dal passo double all'intreccio brioso, dalla domanda inquieta al dolore radicato, è tutto un volare tra lievi sensibilità chiamate a mettere in primo piano il muscolo pulsante di una sovrastimata umanità .
La mostra è a cura di Roberto Vidali.
Inaugurazione: Giovedì 15 marzo 2001, ore 18
Orari: ogni martedì dalle 18 alle 21 oppure su appuntamento telefonando al numero 040-313425.
Spazio Juliet, via Madonna del Mare 6, II piano, Trieste