Galleria Previtali
Milano
via Lombardini, 14
02 58113090 FAX 02 58113090
WEB
Yoon Si-Young
dal 4/4/2006 al 2/7/2006

Segnalato da

Lorenzo Valentino



approfondimenti

Yoon Si-Young



 
calendario eventi  :: 




4/4/2006

Yoon Si-Young

Galleria Previtali, Milano

Milano dagli occhi a mandorla. Mostra di pittura dell'artista coreano. "Yoon Si ci regala una serie di realta' quotidiane. Ma poi, una volta create, maliziosamente ce le nega, ponendo tra queste e noi spettatori un filtro..." - Alessandra Redaelli.


comunicato stampa

Milano dagli occhi a mandorla

Abbiamo gia' incontrato Yoon Si-Young alla galleria Previtali. Una sua bella veduta notturna di Milano spiccava nella mostra che, alla fine dell'anno scorso, raccontava vizi privati e pubbliche virtu' della metropoli lombarda. In quell'occasione lo spettatore restava un po' spaesato quando, staccando lo sguardo dalle luci vibranti del quadro, lo posava sulla didascalia a lato e leggeva il nome dell'autore. Inequivocabilmente orientale. Allora qualcuno vagava con lo sguardo tra la tela e quelle vicine per capire dove fosse il trucco. Perche' davvero quella pittura potentemente figurativa, quel realismo dalle atmosfere un po' cupe, alla Martin Scorsese, e' quanto di piu' lontano si possa immaginare dalla sensibilita' orientale.

Yoon Si-Young e' coreano. Ma certamente e' un coreano anomalo. Per il suo percorso, innanzitutto, che lo porta all'Universita' dell’arte di Ke-Myoung ma per studiare Pittura Occidentale, preferendo quindi olio, acrilico e tecniche miste al piu' classico inchiostro su carta di riso della sua tradizione. Una scelta che in qualche modo ne segna il destino, stimolando una serie di curiosita'. Quelle che lo porteranno, nel 1992, a trasferirsi in Italia, per studiare arte all'Accademia di Brera ma anche per vedere dal vivo i capolavori che ha imparato ad amare dalle riproduzioni sui libri.

Nelle aule di Brera, Yoon Si-Young si appassiona ad un realismo dalla precisione minuziosa, che gli permette di rendere con pochi sicuri tratti di pennello l'espressione attenta di una donna o quella vagamente annoiata di un ragazzo con gli occhiali da sole e le mani in tasca, persi nel magma di una folla anonima. La consistenza soffice dei capelli, la grana dell'epidermide, la superficie liscia di un giubbotto di pelle sono riprodotti con un'efficacia sorprendente ma anche con una capacita' di sintesi che non scade mai nell'iperrealismo fotografico fine a se stesso, e che si stempera in una pennellata piu' vibrante, verrebbe da dire impressionista, nella serie dei quadri musicali e soprattutto nelle vedute naturali e urbane, che sono tra i suoi piu' alti raggiungimenti.

Yoon Si ci regala, dunque, una serie di realta' quotidiane. Ma poi, una volta create, maliziosamente ce le nega, ponendo tra queste e noi spettatori un filtro. Quel vetro appannato e poi grossolanamente ripulito al centro che e' diventato inconfondibile segno di riconoscimento della sua pittura. Quello che ci fa avvicinare ai suoi oli su tela qualche centimetro in piu', fin quasi a sentire l'odore della pittura. Perche' la tentazione - fortissima - e' quella di posarvi la mano e completare la pulitura, cosi' da poter svelare anche i dettagli celati ai margini del quadro.

Ottenuto ricoprendo la pittura ad olio con acrilico bianco diluito in acqua, quel vetro appannato e' un ostacolo che ci intriga e che ci incuriosisce. Che ci spinge a riflettere sulla distanza invalicabile che esiste sempre - ma che spesso dimentichiamo - tra noi e l'opera d'arte. Yoon Si sostiene di crearlo per mantenere qualcosa di istintivo, astratto e gestuale in una pittura a tutti gli effetti figurativa e realistica. E sicuramente quell'addensarsi di goccioline cosi' casuale e quell'occultare i lati del quadro racconta di un lirismo e di un'indefinitezza tutti orientali.

Ma forse dietro quel vetro appannato, in quell'intravedere piu' che vedere la realta', c'e' anche un po' di tutti noi. Prigionieri nelle incombenze della quotidianita'. Spesso incapaci di guardare al di la' dell'ovvio e di cogliere la bellezza sublime che si nasconde anche in una notte milanese, nel chiacchierare rilassato di una coppia sotto i portici illuminati dai lampioni o nella corsa pigra di un taxi, le cui luci, vibranti, scompaiono pian piano nel buio. - Alessandra Redaelli

Galleria Previtali
via Lombardini 14 - Milano

IN ARCHIVIO [43]
Patrizia Valduga
dal 28/10/2015 al 28/10/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede