Mutations itinerantes. L'artista ha deciso di “riprodurre la stessa immagine incontrata in giro per il mondo", utilizzando come pretesto un modello grafico molto semplice, individuabile in tutti i luoghi possibili, diversificando, tutt’al piu', le condizioni in cui la forma scelta si manifestava. Per accumulazione (circa 4000 scatti a oggi), la diversita' si e' dimostrata tale da creare sequenze coerenti.
Mutations itinerantes
La mostra e' una produzione Zoneattive in collaborazione con la Facolta' di Architettura "Valle Giulia", Universita' degli Studi di Roma, “La Sapienza"
Questa serie prende avvio nel 1996, al termine di un periodo durato svariati anni durante il quale non ero riuscito a produrre nessuna immagine, incapace di provare la minima ispirazione davanti a cio' che potrebbe essere una specie di “ideale fotografico", un oggetto vergine alla vista del quale l’ispirazione non si fosse ancora assuefatta.
Invece di rispondere alla sconcertante domanda: cosa fotografare? ho deciso di “riprodurre la stessa immagine incontrata in giro per il mondo", utilizzando come pretesto un modello grafico molto semplice, individuabile in tutti i luoghi possibili, diversificando, tutt’al piu', le condizioni in cui la forma scelta si manifestava.
Questo modello, al quale da allora mi sono conformato, consiste in una forma verticale centrata, che, ripensandoci a mente fredda, riproduce l’immagine mentale del corpo umano nella sua assenza o scomparsa. Forse, si tratta di dare corpo al paesaggio, in mancanza della possibilita' di rappresentare un corpo.
Rapidamente le immagini cosi' ottenute trovavano in una giustapposizione verticale per quattro un equilibrio plastico, soddisfacendo, reiterando nel loro insieme la forma onnipresente, e proponendo allo sguardo una circolazione comparativa al numero interessante di possibilita' combinatorie, risonanze, de'calage e spostamenti.
E' di recente che, per accumulazione (circa quattro mila scatti a oggi), la diversita' si e' dimostrata tale da creare sequenze coerenti.
Numerose immagini aspettano di trovare il loro complemento all’interno di una specie di gioco con un numero potenzialmente illimitato di carte e dalle regole mutevoli. Un’immagine non e' ne' definitivamente ne' esclusivamente attribuita a una sequenza. Cosi', ogni insieme e' suscettibile di evolvere in funzione delle nuove immagini realizzate.
E quindi, cosa fotografare? Ancora oggi non ne ho idea.
Sicuramente, pero', non un soggetto specifico. Presunte corrispondenze che si rivelano differenze solo a cose fatte… Una domanda rivolta all’infinito, e risposte che risuonano come echi… Forse solo l’oggetto o il paesaggio colto nel suo divenire-segno; la comparsa di una forma, talvolta di un vuoto.
Si', un’apparizione.
E forse sono seguace di una religione senza dio...
Arnaud Lesage
Arnaud Lesage e' nato ad Amiens in Francia, ha cominciato a fotografare nel 1986, dedicandosi a diversi soggetti come scene di strada, paesaggi, ritratti. Ha studiato arte e fotografia all'Universita' di Parigi. Lavora come documentarista al Fonds Re'gional d’Art Contemporain de Picardie, Amiens. Ha vinto il Prix Fnac Europe'en de la photographie 2005 con Mutations itine'rantes.
Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Via delle Belle Arti, 131 (Ingresso Biblioteca) - Roma
Orari: Martedi'-domenica: 8.30-19.30. Chiuso lunedi'