Rebecca Agnes
Alessia Chiappino
Daniela Comani
Paola Gaviria
Ghazel Thurfjell
Johan Thurfjell
Chiara Agnello
La mostra riflette sull'attitudine di alcuni artisti a raccontare e a raccontarsi attraverso pratiche meticolose, costruite nel tempo e basate sulla ripetizione costante di un gesto. Gli artisti usano video, installazione sonora, disegno, scrittura, con l'intento comune di 'annotare' fatti, sia storici che personali.
Rebecca Agnes, Alessia Chiappino, Daniela Comani, Paola Gaviria, Ghazel, Johan Thurfjell
a cura di Chiara Agnello
Diari riflette sull'attitudine di alcuni artisti a raccontare e a
raccontarsi attraverso pratiche meticolose, costruite nel tempo, a volte
negli anni, e basate sulla ripetizione costante di un gesto.
Rebecca Agnes, Alessia Chiappino, Daniela Comani, Paola Gaviria, Ghazel e
Johan Thurfjell usano media diversi dal video, all'installazione sonora,
al disegno, alla scrittura ma con l'intento comune di 'annotare' fatti,
sia storici che personali. Anche quando il racconto e' legato alla propria
quotidianita' e risolto in solitudine, e' aperto verso l'esterno a sviluppare
un dialogo con la realta' circostante, ri-trascritta, ri-pensata o
re-immaginata. Attraverso l'attivita' del disegnare o del filmarsi, gli
artisti trasformano la geometria astratta dei luoghi in esperienza dello
spazio e del tempo.
Me 1995-2005 e' un'opera in progress, un diario video che Ghazel (Tehran,
1966) inizia nel 1995 e da allora si evolve con lei. Attualmente si compone
di circa 650 scene, equivalenti a piu' di 17 ore di riprese, ambientate nei
differenti paesi in cui l'artista si trova. Attraverso una gestualita'
semplice e scene legate al quotidiano, che richiamano in parte le commedie
del cinema muto, Ghazel racconta di se' e della sua 'culture me'lange'e', delle
sue multiple e 'imperfette' identita', del suo vivere e sentirsi straniera in
Occidente cosi' come in Iran. Filo conduttore dell'intera serie e' il chador
che le ricopre il capo, quasi elemento decorativo privato dei significati
originari. I sottotitoli accompagnano e contraddicono le immagini, facendone
emergere il carattere ironico e sempre politico.
E' un work in progress anche il lavoro di Johan Thurfjell (Stoccolma, 1970).
Iniziato nel settembre 2001, An attempt to understand (2001-2003) e'
un'installazione costituita da centinaia di post-it colorati, incentrata sul
ruolo della percezione personale e soggettiva nella descrizione della
storia. Thurfjell costruisce infatti l'opera attraverso l'associazione di
due processi paralleli dove le memorie e i principali fatti della sua vita
privata sono messi in relazione agli eventi piu' significativi del conflitto
fra Israele e Palestina raccontati da diverse fonti (i post-it variano di
colore a secondo della fonte: araba, ebrea, americana...). Nel tentativo di
comprendere, Thurfjell inserisce la propria persona in un processo
storico-politico. Il risultato finale e' una mappa cronologica, un organismo
in movimento costante, un mormorio di centinaia di voci.
Con Ich war's. Tagebuch 19001999 / Sono stata io. Diario 1900-1999
(Bologna, 1965) l¹artista italiana Daniela Comani, da anni residente a
Berlino, crea un ipotetico e surreale diario storico. L'installazione sonora
Ich war's condensa una serie di eventi accaduti nel XX Secolo, un archivio
di notizie recitate in lingua tedesca da una speaker con voce impostata e
tono giornalistico. Essendo scritto interamente in prima persona, quel
fluire di fatti che hanno segnato la storia dell'umanita', come la morte di
Kennedy o di Marilyn Monroe, entrano nella sfera privata, attraverso un Io
narrante - autore (impossibile) - che assume alternativamente il ruolo di
colpevole e vittima.
Il riferimento alla realta' socio-politica ritorna con frequenza anche nel
lavoro di Paola Gaviria (Quito Ecuador, 1977), in questo caso alla
situazione latino americana. Attraverso un disegno naife e l'utilizzo di
differenti formati, Paola Gaviria racconta la sua quotidianita', i suoi
pensieri, i suoi viaggi in Ecuador, Peru', Bolivia o Argentina, come in
Suramerica (2006).
Todo Bien, Everything's gonna be allright (2005) e' un diario costruito dal
susseguirsi di scene di vita urbana raccordate dall'elemento grafico dei
cavi elettrici sempre presente: al di sopra e al di sotto si evolve una
storia fatta di particolari significativi come due corvi neri che scrutano
immobili o un elicottero che, sorvolando in lontananza, rimanda ad un clima
di tensione. Il nero e' il colore predominante, l'arancio fa da contappunto,
evidenziandone alcuni particolari come i graffiti sui muri o gli elementi
vegetali.
Il lavoro di Alessia Chiappino e di Rebecca Agnes si muove verso una
dimensione piu' intima, ma sempre costruita attraverso una pratica quotidiana
che ripercorre e rielabora in modo personale il vissuto.
Alessia Chiappino (Valenza, 1980) riscrive con insistenza e in modo quasi
ossessivo i propri diari, singole frasi o estratti di libri su grandi fogli
di carta bianchi, nel tentativo utopico di fermare il tempo, ma anche di
liberarsene per lasciare spazio a nuovi pensieri. Nell'atto della
trascrizione, cio' che appartiene alla dimensione piu' intima non perde l'aura
originaria: la narrazione passa infatti in secondo piano, poiche' il testo e'
scritto in modo talmente fitto, da divenire illeggibile e negare la propria
funzione. Quanto era in origine segreto torna ad esserlo al termine del
processo di scrittura.
In questa occasione presenta Disintegration Loops (2006), dove copia pezzi
di vecchi diari, di testi come Frammenti di un discorso amoroso di Roland
Barthes, intercalati da considerazioni o fatti personali.
Tutto il lavoro di Rebecca Agnes (Pavia, 1978) ha a che fare con la
narrazione di storie, dove realta' e fantasia, vissuto e immaginario
personale dialogano, grazie anche al coinvolgimento dello spettatore nella
fase di creazione dell'opera.
110 giorni e altri 255 (2006) e' un grande diario costruito in forma di
calendario dell'anno in corso, trasposto in un codice personale: ad ogni
giorno l'artista associa un disegno diverso. Si tratta di organismi vegetali
proveniente da realta' immaginate e organizzati con un'attenzione quasi
scientifica, a ricordare un'enciclopedia botanica illustrata. Alcune caselle
sono lasciate in bianco; li' aggiungera' in un secondo momento i disegni
chiesti alle persone piu' care, da appuntare in corrispondenza dei rispettivi
compleanni. La somma dei segni prodotti da piu' individui, porta alla
costruzione corale di un racconto, impreciso, ineffabile, ma piu' veritiero
di una voce sola.
Rebecca disegna a mano e poi, attraverso l'uso del computer e del mouse,
ripercorre quel segno, trasformandolo in traccia digitale, quasi a
riattualizzare l'antica pratica del ricamo che caratterizza parte del suo
lavoro.
Inaugurazione 20 aprile ore 18.30
1000eventi
Via Porro Lambertenghi 3T 20159 Milano - Italy