La mostra documenta la genesi architettonica, la storia della Via Coperta da Ercole I ad Alfonso ed i restauri. Si e' inteso illustrare didatticamente le ipotesi decorative e architettoniche emerse da questi anni di indagine, soffermandosi sui duchi Ercole I e Alfonso I, papa Clemente VIII e il cardinale Aldobrandini.
In occasione dell'inaugurazione dell'Appartamento di Alfonso I sulla Via Coperta del Castello Estense
Il 13 aprile, dopo quasi cinquecento anni dalla sua realizzazione, si potra' tornare
ad avere un'idea piu' precisa di uno dei grandi miti del Rinascimento italiano,
quello dei "Camerini del Principe" che furono il luogo piu' fastoso e segreto del
Castello Estense di Ferrara. Il "favoloso" Appartamento di Alfonso I d'Este,
inserito sulla Via Coperta, restava l'unica parte del Castello non ancora
visitabile.
Il percorso di visita inaugurato un paio di anni fa e allestito da Gae Aulenti,
svelava, sino ad ora, molta parte del Castello, dagli Imbarcaderi del sotterraneo ai
Saloni del Piano Nobile sino all'Aranciera del Giardino Pensile, ma non
l'Appartamento Ducale. Ora alla cinquantina di ambienti monumentali che la Provincia
di Ferrara ha aperto al pubblico il13 giugno del 2004, si aggiunge la Via Coperta
con i celebri Camerini dell'Appartamento Ducale. Questo nucleo storico non era stato
inserito nel precedente percorso di visita dato che il restauro di questa sequenza
di sale presentava problematiche del tutto peculiari, superiori a quelle degli altri
ambienti del Castello.
La via Coperta, cuore delle collezioni degli Este, e' stato ed e' tuttora un luogo
talmente importante per il Castello e per gli storici dell'architettura e dell'arte,
da richiedere un approfondimento di studio e un percorso di restauro del tutto
eccezionale rispetto a quanto e' stato necessario porre in essere nel resto dello
storico edificio.
I sondaggi in loco hanno richiesto due anni. Intanto, Charles Hope, Gregor Weber,
Anne Markham Schultz, Jadranca Bentini, Paolo Marconi, si sono confrontati con altri
specialisti, in convegni e seminari, per determinare criteri e metodologie di
intervento. Nel frattempo gli studi sulla collezione di Alfonso hanno fruttato
importanti nuove acquisizioni.
Da queste ricerche sono derivate anche importanti esposizioni come quella aperta
nell'autunno del 2002 intitolata "Il trionfo di Bacco: Capolavori della scuola
ferrarese a Dresda", replicata nel 2003 nella citta' tedesca, che riporto' nel loro
luogo di origine 33 opere di Garofalo, Dosso Dossi, Girolamo da Carpi, ed altri,
conservate alla Gemaldegalerie Alte Meister di Dresda. Nel marzo del 2004, anche le
sculture di Antonio Lombardo, conservate nel museo dell'Hermitage di San
Pietroburgo, scolpite proprio per il Camerino dei Marmi, sono tornate a Ferrara sia
per la loro esposizione, sia per un approfondimento di studio diretto sulle opere,
durato oltre sei mesi.
Dopo tanto lavoro, il cantiere dell'appartamento di Alfonso I e' potuto partire ed e'
ormai completato ed il risultato del puo' finalmente essere aperto al pubblico.
In queste stanze, piccole e preziosamente decorate, erano ambientati autentici
tesori artistici, in quello che possiamo definire lo scrigno della dimora estense.
Nel Camerino dei Baccanali, in quello dei Marmi, nel Camerino Dorato, nella Stanza
del Poggiolo, nell'Anticamera e nel Salotto Ducale, Alfonso I d'Este concentro' e
ambiento' capolavori di artisti come Dosso Dossi, Garofalo, Tiziano, Giovanni
Bellini, Girolamo da Carpi, tutte opere che dopo la Devoluzione di Ferrara allo
Stato Pontificio, a partire dal 1598, andarono disperse tra Modena, Dresda, San
Pietroburgo, Londra, Madrid, e altre collezioni italiane, europee, nordamericane ma
anche nella lontana India.
Proprio dall'India, ed esattamente dal Prince of Wales Museum di Mumbai proviene l'
"Arrivo di Bacco nell'isola di Nasso", attribuito a Dosso Dossi, capolavoro che
torna a Ferrara per essere esposto dal 13 aprile al 18 giugno nella mostra "I Camerini del Principe", allestita nel Castello in occasione dell'inaugurazione
dell'appartamento di Alfonso I finalmente restaurato.
Nella mostra sara' presente, accanto ad importanti supporti didattici e riproduzioni
moderne di opere d'arte, un nucleo importante di opere originali, preziosi "ritorni
a casa", come quello del gia' citato "Arrivo di Bacco nell'isola di Nasso", il
"Sapiente con il libro", il "Sapiente con compasso e globo" e altre opere di Dosso
Dossi. In mostra anche le antiche copie dipinte dal Padovanino delle prestigiose
opere del Camerino dei Baccanali di mano originale di Tiziano, insieme a documenti e
testimonianze d'epoca.
L'esposizione documenta la genesi architettonica, la storia della Via Coperta da
Ercole I ad Alfonso ed i restauri. Si e' inteso illustrare didatticamente le ipotesi
decorative e architettoniche emerse da questi anni di indagine, soffermandosi sui
protagonisti delle vicende estensi legate a questo appartamento, ovvero i duchi
Ercole I e Alfonso I, papa Clemente VIII e il cardinale Aldobrandini.
Si approfondisce la storia e l'aspetto del Camerino dei Quadri e del Camerino dei
Marmi, grazie anche agli inventari cinquecenteschi che hanno offerto materiale
prezioso alle indagini degli storici, e si presentano le testimonianze degli
interventi di Dosso in quelle stesse sale e le notizie sulle Collezioni degli Este,
la loro dispersione e la fortuna dei Baccanali.
"Con questa mostra, ma soprattutto con l'apertura al pubblico del restaurato
Appartamento del terzo Duca d'Este, intendiamo - afferma il Presidente della
Provincia Piergiorgio Dall'Acqua - realizzare un grande momento di identificazione
con una importante parte del Castello, che in futuro sara' dedicata alle mostre
temporanee, e continuare a contribuire all'ampio dibattito culturale in corso sulle
collezioni estensi con approfondimenti di studio e ricerca".
Curatore scientifico dell'evento Charles Hope.
Gruppo di lavoro: Marco Borella, Francesca Cappelletti, Marco Grimaldi, Andrea
Marchesi, Paolo Marconi, Alessandra Sarchi.
Ufficio Stampa:
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Castello Estense
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