New Positions. La mostra presenta una scrivania e una poltrona progettate per l'ufficio della new economy. L'autrice entra nel vivo della questione, dibattuta soprattutto negli Stati Uniti, sul ruolo e la fisionomia che gli spazi adibiti al lavoro devono assumere nel mutevole scenario dell'era informatica.
New Positions
a cura di Marcello Smarrelli
La mostra di Johanna Grawunder e' la seconda del ciclo ideato e curato da
Marcello Smarrelli che impegnera' la Galleria Roberto Giustini per piu' di
due anni, con una serie di progetti ideati da artisti e designer, tra i
quali: Andrea Anastasio, Enzo Cucchi, Konstantin Grcic, Massimo Grimaldi,
Gerwald Rokenshaub, Ettore Sottsass.
Gli autori coinvolti sono stati invitati a ideare il loro progetto seguendo
una specifica indicazione del curatore: produrre un inedito oggetto d'uso e
inventare la funzione o il bisogno che questo andra' a soddisfare.
Un'opera-feticcio, un idolo moderno, un oggetto investito di proprieta' quasi
sacrali dal suo statuto "speciale" di opera d'arte o di design, da
introdurre nella realta' quotidiana gia' satura di segni.
Se negli ultimi anni abbiamo assistito a una proliferazione di forme e di
oggetti la cui origine non puo' piu' essere ricondotta agli ideali originari
del Bauhaus e del modernismo, ma nemmeno a quelli che gli si ponevano in
modo antagonista o critico, quale risposta puo' essere offerta da quegli
artisti che, sostenuti dalla consapevolezza dello scenario in cui operano,
si interrogano sulle ragioni connesse all'ideazione e alla progettazione di
nuove forme?
Nell'attuale contesto sociale in cui, seguendo una logica funzionale alla
sopravvivenza del sistema, vengono continuamente creati nuovi oggetti del
desiderio, nuovi idoli, immagini sacrali, feticci sofisticati che assolvono
a bisogni (veri o falsi) sempre piu' difficili da individuare e da definire,
cosa puo' significare confrontarsi con l'ideazione di un oggetto?
Questa serie di mostre vuole porre ulteriori domande all'interno di un
dibattito che non sembra avere risposte conclusive.
Il catalogo-contenitore verra' composto da fascicoli separati, editi in
occasione di ogni mostra.
New Positions e' il titolo della mostra di Johanna Grawunder che
presenta una scrivania e una poltrona progettate per l'ufficio della new
economy. L'autrice entra nel vivo della questione, dibattuta soprattutto
negli Stati Uniti, sul ruolo e la fisionomia che gli spazi adibiti al lavoro
devono assumere nel mutevole scenario dell'era informatica.
L'ufficio inteso in senso tradizionale, con file di scrivanie, orologi per
timbrare il cartellino e un grande capo che si aggira e incombe, sembra oggi
obsoleto. Molte persone svolgono il loro lavoro nei luoghi piu' disparati: in
treno, in aereo, in sauna, ecc.. La trasformazione del luogo di lavoro della
new economy in stanze da gioco o da relax, ha percorso una lunga strada
prima di liberarsi delle scrivanie, anche se queste resistono ancora insieme
a cartellini da timbrare e boss incombenti.
La principale capacita' richiesta alle persone nell'era della new economy e'
quella di adattarsi ad una realta' in veloce trasformazione. Come diceva
Darwin: "non e' la specie piu' forte che sopravvive, ne' la piu' intelligente,
ma quella piu' sensibile al cambiamento." L'arredamento per ufficio della new
economy, realizzato per la mostra, nega ogni possibilita' d'uso di tipo
lavorativo, ma sembra piuttosto la materializzazione di una visione ludica
ai limiti del surreale, simile per molti aspetti a quella che caratterizza
citta' quali Las Vegas o Atlantic City, dove il gioco d'azzardo e il
divertimento diventano il vero motore dell'economia e la metafora
tragicomica della societa' contemporanea.
Johanna Grawunder e' architetto e designer, vive e lavora in Italia e negli
Stati Uniti. Dal 1985 al 2001 collabora con Ettore Sottsass, di cui diviene
partner in Sottsass Associati, occupandosi prevalentemente di progetti
architettonici, di interni e allestimenti di mostre. Contemporaneamente si
dedica alla produzione di edizioni limitate di mobili, lampade ed
oggetti per varie gallerie internazionali e alla elaborazione di
progetti per aziende quali Salviati, Boffi, Flos e Mikasa.
Nel 2001 lascia la Sottsass Associati e apre uno studio con sede a Milano e
a San Francisco, in cui prosegue nella sua ricerca fondata sull'attenta
osservazione del quotidiano, mirata a soddisfare le esigenze sempre nuove
della vita e della cultura contemporanea. Il suo interesse per la tecnologia
e' di tipo piu' estetico che funzionale, da qui l'abbinamento inedito di
linguaggi diversi e l'utilizzo disinvolto di materiali naturali associati a
prodotti industriali (lamiera, perspex, legno, laminato plastico, ceramica,
ferro, acciaio inossidabile), con una particolare attenzione al paesaggio
urbano contemporaneo e ai suoi stridenti contrasti.
Se gli oggetti esposti nella sua prima mostra personale (Galleria Antonia
Jannone, Milano 1993) apparivano come forme solide, riassunte in geometrie
di struttura definita, nei lavori successivi si avverte una graduale perdita
di peso materiale e soprattutto visivo, grazie all'uso di oggetti luminosi e
di elementi riflettenti (lampade ad intermittenza, superfici
catarifrangenti, neon, ecc.). Dal 1997 in poi, la luce e' assunta quale
materia prima come testimonia il suo intervento per la mostra Mosche da Bar
alla Rotonda di Senigallia (2003)
Johanna Grawunder ha realizzato progetti site-specific, mirati alla
ridefinizione del paesaggio attraverso interventi operati sulla memoria del
luogo come nel progetto per la Galleria Civica d'Arte Contemporanea di
Siracusa (2003) e in quello per l'Ente Parco delle Madonie (2005). Nel 2005
ha realizzato una mostra con Enzo Cucchi all'Istituto Italiano di Cultura a
Praga.
Inaugurazione: 20 Aprile 2006 alle ore 19
Galleria Roberto Giustini
Via dell'Orso, 72 - Roma
Orario: Aperto dal martedi' al venerdi' dalle 16 alle 20, sabato dalle ore 10 alle 13