Un ciclo di mostre dove saranno esposti alcuni artisti delle ultime generazioni, in un panorama composito che raccoglie spunti e soluzioni differenti sotto il segno della qualita'. In mostra i dipinti di Alessandro Bazan, Marco Colazzo, Fulvio di Piazza, Stefania Fabrizi insieme ad un video di Luca Matti.
Capitolo I. Alessandro Bazan, Marco Colazzo, Fulvio di Piazza, Stefania Fabrizi e Luca Matti
a cura di Lorenzo Canova
La galleria GiaMaArt studio nasce a Vitulano, nei pressi di Benevento, come spazio
espositivo, ma anche come centro progettuale e di promozione, dedicato
prevalentemente alla giovane pittura d’immagine in dialogo con tutte le piu' avanzate
tendenze e forme espressive della contemporaneita'.
Lo spazio ha l’ambizione di diventare una sorta di piccola Kunsthalle nel cuore del
Sannio ed e' diretto da Gianfranco Matarazzo, che ha al suo attivo l’organizzazione
di una serie di importanti eventi espositivi pubblici di arte contemporanea.
Il progetto, curato in collaborazione con Lorenzo Canova, vuole cosi' presentare un
ciclo di mostre diviso in due capitoli dove saranno esposti alcuni tra i piu'
interessanti artisti delle ultime generazioni, in un panorama composito che
raccoglie spunti e soluzioni differenti sotto il segno della qualita'.
Si intende cosi' verificare come la pittura possa essere ancora uno dei linguaggi piu'
adatti a scrutare e ad indagare in profondita' dietro le apparenze rapidissime che
affollano il “rumore bianco" degli eventi simultanei dell’attualita'. La pittura
rappresenta, insomma, proprio per la sua maggiore lentezza esecutiva e concettuale,
un fondamentale “metodo" di intuizione e di significazione della realta' e delle
nostre inquietudini, di interpretazione dei problemi della comunicazione, e puo'
essere ancora uno degli strumenti centrali per un’arte che vuole tentare di dare una
forma al mondo e alla sua complessita'. Si vuole dimostrare dunque che la pittura
possa non soltanto dialogare, scambiare informazioni e spunti creativi con le nuove
tecnologie, ma che possa anche costituire il sostrato tecnico e concettuale di un
nuovo modo di concepire il video e l’animazione d’artista.
Il progetto presentera' dunque due mostre in cui le opere pittoriche si
confronteranno sempre con un’opera di animazione realizzata da un artista attivo
anche nel campo della pittura e della scultura: nel primo capitolo, infatti, i
dipinti di Alessandro Bazan, Marco Colazzo, Fulvio di Piazza, Stefania Fabrizi
saranno esposti insieme ad un video di Luca Matti, mentre nel secondo capitolo i
quadri di Angelo Bellobono, Mauro di Silvestre, Adriano Nardi, Igor Verrilli si
confronteranno con un’animazione digitale di Silvano Tessarollo. Del resto, oggi la
stessa pittura, pur mantenendo vivi i suoi legami millenari e i suoi riferimenti
storici, non puo' fare a meno di avere uno sguardo “elettronico" legato alle
comunicazioni di massa, agli schermi televisivi, ai monitor dei computer e alle
proiezioni video e cinematografiche contemporanee. Inoltre, seguendo l’intuizione di
Marcel Duchamp, che vedeva la pittura moderna come un vero e proprio ready made
“voluto" perche' i suoi colori sono realizzati in modo seriale nelle fabbriche e non
piu' con la sapienza artigianale della bottega, si potrebbe paradossalmente
ipotizzare che anche la pittura sia divenuta, almeno in parte, un’arte
“elettronica", non solo per un “occhio" spesso mediatico, che in molti casi permette
una progettazione del quadro al computer, ma anche per il suo corpo fisico nato
attraverso gli strumenti digitali della realizzazione industriale sorretta da
tecnologie informatiche di precisione.
D’altronde, possiamo notare come il video di
animazione sia costruito a sua volta attraverso una serrata elaborazione “pittorica"
dove ogni fotogramma e' “dipinto" o meglio composto da un piu' o meno complesso
disegno preparatorio: il colore della pittura che scorre per fissarsi sul supporto
diviene cosi' il colore che scorre nei fotogrammi trasmessi dal monitor. Il corpo
fluido dell’immagine in movimento ritrova dunque la sua anima “antica" nell’elemento
del disegno, quello che da Michelangelo a Vasari, da Federico Zuccari fino al
classicismo, e, in qualche modo, ad una certa arte concettuale, e' sempre stato
ritenuto l’elemento mentale e “divino" che sostiene l’edificio della stesura e della
significazione dell’opera finale, fissata sulla tela o sul supporto elettronico.
Alcuni lavori su carta degli artisti presentati accompagneranno cosi', come in una
sorta di racconto parallelo, il percorso della mostra: sara' allora proprio il
disegno l’elemento di congiunzione che leghera' le diverse opere e le differenti
forme espressive, il territorio di confine dove il progetto e le tecniche si
separano, si uniscono e si scontrano in quel costante sviluppo dialettico che segna
con forza le dinamiche, le aperture teoriche ed esecutive dell’arte contemporanea.
Catalogo edizioni Giamaart studio, con testi di Maria Cristina Bastante e Lorenzo Canova
GiaMaArt Studio
Via Iadonisi, 14 - Vitulano (BN)
Orari: Dal martedi' al sabato ore 17.00 - 20.00 e per appuntamento