Una retrospettiva all'interno di movimenti che hanno sempre rotto schemi e linguaggi e che, pur trovandosi schiacciati in ere ingrate, hanno sempre saputo lasciare nella cenere i semi della controcultura.
Una mostra sulle controculture e i movimenti che, a partire dagli anni
Cinquanta, hanno popolato la nostra vita, hanno segnato il tempo e sognato
di lasciarselo alle spalle
Dopo essere stata ospitata dalla Cosenza Punk durante la OFesta delle
invasioni2005, e dalla storica Milano del Cox 18, arriva in questi giorni
a Roma OBeat, Hippy, Autonomi, Punk, mostra nata da un¹idea di Philopat e
di Giancarlo Mattia, sulle controculture che hanno animato la scena
underground italiana dagli anni 50 in poi.
Controculture e movimenti che hanno segnato il tempo e sognato di
lasciarselo alle spalle, mentre progettavano il loro assalto al cielo. Una
retrospettiva resa viaggio all¹interno di quelle parti di movimento che
non si sono mai riconosciute nella forma partito, quelle che hanno sempre
rotto, schemi e linguaggi e che, pur trovandosi schiacciate in ere
ingrate, condannate ad una fine, hanno sempre saputo lasciare nella cenere
i semi della controcultura che ne e' seguita. Beat, hippy,
autonomi, punk e' un viaggio per immagini, paziente raccolte e
sapientemente sistematizzate, che parte dagli anni ¹50 e attraversa tutti
gli eventi, le esperienze e i personaggi che la storia delle controculture
l¹hanno vissuta e fatta in prima persona. Si parte dalla Beat generation,
la prima esplosione nell¹immaginario collettivo,
proseguendo con il Living Theatre, l¹isola di White, il movimento Hippy,
l¹esperienza dell¹autonomia italiana, fino ad arrivare alla rivista OZ e
al punk, un punk che sara' pure morto,ma che non ha disdegnato di
lasciare, sul terreno fertile, i semi da cui sarebbero nate le
controculture che hanno animato le scene underground da meta' degli anni 80
in poi.
Mostra che si ferma proprio con il punk, il punk del No future che,
insieme alle altre variegate anime del movimento, proprio nel 1986, ha
partecipato all¹occupazione del Forte Prenestino. Centro sociale dedito
all¹autogestione e culla dei fermenti controculturali degli anni ¹90, e'
giunto quest¹anno al suo 20esimo anno di occupazione. Restituito alla
socialita' durante la Quarta Festa Del Non Lavoro, nata in
contrapposizione con il 1 maggio dei sindacati, le sue prime attivita' si
svolgevano negli storici sotterranei che ne seguono tutto il perimetro.
Sotterranei che, da quel momento, sono diventati il luogo prediletto in
cui dare spazio a mostre ed eventi culturali; dal Festival dell¹arte del
1991, alle mostre del Fumetto indipendente, passando per la Critical wine.
Sotterranei che saranno animati in questi giorni dagli oltre 100 pannelli
di Beat, hippy, autonomi, punk , dalle immagini, dai suoni e dai racconti
orali delle persone che hanno vissuto quegli anni e che di quei fermenti
si sono fatte interpreti e personaggi principali. Dagli storici punk come
i Contropotere, i Fall Out, Helena Velena, Philopat e Perciballi, ad un
agitatore culturale come il Duka, agli interpreti della Beat generation
come Antonio Bertoli della City Lights di Firenze, passando dalle
sperimentazioni filmiche del regista underground Alberto Grifi, fedele
interprete dello spirito degli anni ¹70. Per arrivare alla partecipazione
di John Sinclair, fondatore del White Panther Party della Detroit di fine
anni ¹60, e di Nick Zedd e il suo cinema della
trasgressione, quello che, in principio era spazzatura. Il filo sottile,
ma spesso della memoria orale, attraversera' il csoa Forte Prenestino,
declinandosi anche attraverso un¹attenta selezione di video e sulle note
dei concerti punk e del blues di Sinclair.
A completare la mostra, una selezione, realizzata dal collettivi
editoriale Cox18 Books, da DeriveApprodi e dall¹infoshop del Forte
Prenestino, delle pubblicazioni che hanno fatto la storia
nell¹underground editoriale.
Inaugurazione: Venerdi' 21 Aprile 2006
Forte Prenestino
via F. Delpino Centocelle - Roma