Fotografie. Cio' che interessa a Saudek, sia come autore, come regista, che come truccatore e talvolta scenografo, e' l'essere umano, sono le relazioni umane.
Al cuore dell'umano
Nato a Praga nel 1935, Jan Saudek ha tutto affrontato per diventare
fotografo. Autodidatta, visceralmente indipendente, messo al bando dal
regime comunista, ha vinto le norme morali e le regole sociali in vigore per
esasperare la sua passione. La fotografia gli ha permesso di liberare le sue
indignazioni, i suoi desideri, i suoi deliri e diverse emozioni. per lui
essa e' un grido del sesso, della mente e del cuore.
Cio' che interessa a Saudek, sia come autore, come regista, che come
truccatore e talvolta scenografo, e' l'essere umano, sono le relazioni umane.
Che "lavori" semplicemente in bianco e nero o che colori a mano, il suo
potere di trafformazione del mondo reale - un mondo di inganno, di imbroglio
- fa si che si compia il miracolo dell'arte. Egli crea delle fantasie
teatralizzate per dire la sua verita', e per renderla fuori dal tempo. Grazie
all'umorismo, all'ironia, al kitsch e alla forza del desiderio che sempre si
rinnova, egli instaura una visione caraterizzata tanto dal suo fervore
quanto dalla sua estetica e dalla sua coerenza.
Ossessionato dal tempo, dall'invecchiamento , dalla perdita della bellezza,
Saudek si mette a nudo fino a far sanguinare il suo intimo. Lucido,
impulsivo, eccessivo ha infuso la sua anima nelle sue opere che esprimono
l'impossibilita' della felicita' nel segreto della famiglia umana.
Creatore underground a lungo condannato alla marginalita' dalle autorita',
politiche e di altro genere, Saudek e' ormai riconosciuto non solamente come
un mostro sacro emblematico della sfida ceca, ma come un artista che
pienamente ha il suo posto nella storia sempre piu' apprezzata della
fotografia.
Testo di Pierre Borhan
Saletta Galanverni
via dell'Aquila, 6/c - Reggio Emilia
Orari: dal lunedi al sabato 9,30 -12,30; 16,00 - 19,30 giovedi' pomeriggio e festivi solo su appuntamento.