Only the landscape is changing. Electronic painting. La pittura tradizionale soggiace alle possibilita' espressive limitate dalla tela, spazio angusto su cui non trovano posto rappresentazioni del reale altro, assunto per osmosi da medium di massa creatori di archetipi virtuali. La mano, strumento destinato all'obsolescenza, trova nell'opera di Gavino Ganau strumento espressivo mediatico, electronic painting, orizzonte indefinito in continuo mutamento tra chip di silicio e montagne di granito. A cura di Claudia Colasanti.
Only the landscape is changing. Electronic painting
A cura di claudia COLASANTI
La pittura tradizionale soggiace alle possibilità espressive limitate dalla
tela, spazio angusto su cui non trovano posto rappresentazioni del reale altro,
assunto per osmosi da medium di massa creatori di archetipi virtuali.
La mano, strumento destinato all'obsolescenza, trova nell'opera di gavino GANAU
strumento espressivo mediatico, electronic painting, orizzonte indefinito in
continuo mutamento tra chip di silicio e montagne di granito.
Ancora la mano, espansione cerebrale dell'occhio che da osservatore diventa
osservato, Echelon esoterici che controllano i nostri gusti, il nostro
incanalamento mediatico.
Il campionamento ipertrofico compare sulle tele riconducendo la pittura a mezzo
visivo contemporaneo interscambiabile all'arte digitale, al cinema, alla
fotografia, al video-clip.
Temi espressamente contemporanei, frame, campioni loop applicati su dittici e
trittici, attimi di esasperazione cerebrale metropolitana, gigantografie del
millennio appena iniziato, esperienze ed oscure verità . lancinanti
suoniultrasuoni.
Electronic painting b/n dove l'occhio viene ricondotto al monocratico essenziale
concetto del multimedia, senza artifici da effetti speciali digitali, gioco su
chiaroscuri di luce in greyscale, obiettivo: dagherrotipo.
La visione di un tubo catodico [d'altri tempi], un film muto d'inizio secolo
destrutturato e ricomposto su immagini rubate alla velocità del clip televisivo,
al subwoofer, alla letteratura pulp e cyberpunk, al rave, 180 bpm come apertura.
Multimedialità che si realizza nella contemplazione delle icone contemporanee,
nuovi archetipi del jet set cinematografico e musicale: icone rock e estenuanti
ritmi techno drum and bass, elementi fatti di carne e feticci scovati
nell'immaginario collettivo giovanile, il cristo e skin, la mitizzazione
dell'irrefrenabile necessità di un confronto che si apre a un'inconsueta
rappresentazione sulle tele di grandi dimensioni.
Minimal painting dai tratti trasgressivi, lucidi ricalchi del territorio
indipendente sonoro, noise metropolitano che lascia spazi di possibilità al
minimo significato per la totale immaginazione emotiva, per la costruzione del
next frame, per una quadricromia mancata, visibile solamente oltre lo spazio
dell'iride.
Uno schermo acceso e zapping su canali tematici, pixel della MTV generation e
landscape[s] del new world order, interruzione sulla banda satellitare, download
completato, risoluzione definitiva, l'urlo soffocato dei fear factory, ancora
icona sudore lacrime.
Elementi figurativi divengono coagulazione di un mondo mediatico avvolgente che
nel contemporaneo secolo agli albori circonda l'essere ed il suo spirito
sospingendolo per informazione indotta all'out of control.
Electronic painting che circuita il media, estrapola con lo stesso criterio del
taglia copia incolla del mezzo informatico, ottenendo un soggetto che fuoriesce
dai canoni televisivi e/o cinematografici per divenire dettaglio-icona-oggetto.
Come le icone ritagliate, serigrafate e centuplicate da Warhol, gli squarci
temporali ottengono stesso risultato tecnico grazie ai multimedia che
parallelamente fanno da ispirazione/clone/contorno all'opera.
Opere progettate al computer, mezzo anch'esso mediatico per la trasposizione
finale prima della lotta corpo a corpo con la tela, spazi angusti, desolazione
reazione da un luogo non luogo, un incubo verso la cornice definitiva, un
contorno color nero 0.0.0.100 che lascia l'opera sola al buio della visione
verso un tunnel dell'underground che al termine vede la luce filtrata da
paesaggi che cambiano in continuazione, only.the.landscape.is.changed
MAN museo arte nuoro, Via Satta 15, Nuoro
ThanitART [paolo carta . fabio coronas]
gavino GANAU
http://www.thanitart.com/gavinoganau
on line dal 05.04.01