La Permanente
Milano
via Turati, 34
02 6551445 FAX 02 6590840
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Augusto Sciacca
dal 2/5/2006 al 1/6/2006
Dal martedi' al venerdi' dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30 Sabato e Domenica dalle 10.00 alle 18.30 orario continuato; giorno di chiusura il lunedi'

Segnalato da

Pinuccia Merisio



approfondimenti

Augusto Sciacca



 
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2/5/2006

Augusto Sciacca

La Permanente, Milano

Innocenza e Pietas. La mostra e' una riflessione sul tema della violenza, che viene affrontata nei suoi vari aspetti, mitologico, storico e sociale, comprende una quarantina di opere e tre grandi teleri, oltre a disegni, libri d’Artista, bozzetti, appunti e studi preparatori.


comunicato stampa

Innocenza e Pietas

a cura di Marco Rosci

“Innocenza e Pietas" e' il titolo della mostra delle opere di Augusto Sciacca, curata da Marco Rosci, che si tiene presso il Museo della Permanente, promossa dalla Provincia di Milano con il patrocinio del Ministero per i beni e le attivita' culturali.

Frutto della collaborazione fra l’Assessore ai Diritti dei cittadini Francesca Corso e l’Assessore alla Cultura, culture e integrazione Daniela Benelli, l’esposizione vuole essere un’ampia riflessione sul tema della violenza, che viene affrontata nei suoi vari aspetti, mitologico, storico e sociale, ed e' concepita in quattro sezioni, attraverso le quali vengono evidenziate, per punti nodali, le varie forme di violenza, da quella fisica a quella psicologica, in immagini fortemente intense ed emotivamente coinvolgenti, ma senza compiacimenti di alcun genere, ne' estetici, ne' linguistici.

“Un filo rosso e un filo d’oro" attraversano e legano tutto il percorso della mostra e le pagine dei piu' recenti “libri" che l’artista ha realizzato, come lo sconvolgente, "l’eccezionale, singolarissimo Promemoria" (Rosci), ad evidenziare che nella storia non agisce solo la violenza, ma anche la luce della speranza e di persone che la incarnano.

"…l’artista, come altri nel passato, come Callot, Goya o Picasso, - scrive Vincenzo Consolo in catalogo - offeso nella sua coscienza etica, commosso, rappresenta e denunzia. Sciacca sceglie le icone piu' emblematiche nel mare tenebroso delle immagini di questo nostro tempo, di questo antinferno di ombre evanescenti, di questa oscena civilta' dello spettacolo, delle immagini che si annullano tra loro, che subito precipitano nel nero dell’oblio…"

Proprio al fine di sottolineare la drammaticita' del tema, in alcune opere l’artista, con rigore culturale, ha scelto di far prevalere un “non colore" che non permette alcuna evasione estetica ne' la seduzione del cromatismo. Come sottolinea Marco Rosci, "…Sciacca, uomo di ricco pensiero e pittore e artigiano polimaterico e polisemantico e' uno e uno solo con lunga e laboriosa coerenza, e ha ben chiara la coscienza di appartenere ad una generazione che ha gia' lontano alle spalle il dibattito fra astrazione e realta'…", e non ha voluto avere alcuna preclusione formale, ne' di linguaggio, ne' di tecniche, poiche' il suo lavoro mira non all’effetto di superficie, ma al coinvolgimento dei sentimenti profondi, alla interiorizzazione e persistenza della riflessione, al di la', quindi, di ogni facile suggestione emotiva.

Come precisa l’artista, "la scelta delle immagini in non colore, o a volte in seppia come nei fotogrammi dei primi film, vuole evocare non tanto la somiglianza al reale, quanto quella profonda dello stato d’animo che attinge alla memoria, che non puo' e non deve essere perduta, ma nella sua risignificazione deve parlarci ancora, affinche' il dolore, quel dolore, non sia stato invano".

"Bisogna insistere sulla memoria. In contrapposizione alla cultura attuale della dimenticanza e della negazione, bisogna insistere sulla memoria." Cosi' ribadisce Ettore Ongis in catalogo. E aggiunge: "E’ un grido, la mostra di Sciacca. (…) Con questo lavoro, Sciacca non offre consolazione. L’arte, per lui, non salva. L’arte fa memoria e desta la coscienza, chiedendo, questo si', che qualcuno ci liberi, ci salvi. Non alla fine del mondo, ma qui ed ora, adesso, ogni giorno. In questo senso, “Innocenza e pietas" e' un’opera religiosa. Una mostra che non si compiace di se stessa e non si pone come risposta agli inquietanti interrogativi che la storia pone… E’ un pianto sommesso sulla condizione umana, un’immedesimazione con il dolore delle vittime, ma, insieme, la riaffermazione della grandezza dell’uomo, delle esigenze di ogni cuore, indomito nel perseguire, anche in mezzo a mille tragedie, la bellezza, la verita' e la pace."

Questa indagine sulla violenza e' un tema su cui Sciacca "…riflette sin dagli anni Settanta (in mostra lo provano alcune opere aurorali di quel decennio), ma e' negli ultimi anni che ha preso il sopravvento su tutto, costringendolo ad accantonare i suoi vagabondaggi prediletti sui sentieri delle grandi categorie dello spazio e del tempo, sotto l’urgenza di questa nuova, tormentosa “necessita'". Cosi' queste opere sono cresciute, germogliando dall’asse centrale della violenza e diramandosi in tante direzioni, diverse ma tutte strettamente interrelate, tanto che piu' che in una mostra di una quarantina di opere parrebbe di essere piombati all’interno di un’unica, grande installazione" (Ada Masoero).

La mostra si conclude con due opere altamente significative: il “libro d’oro - Del sublime", dove vengono messe in luce emblematicamente alcune immagini di concetti che evocano i piu' alti ideali dell’uomo o di persone realmente esistite - e, in qualche caso, anche viventi - che quegli ideali hanno vissuto in maniera “sublime"; e il bozzetto “Per un mondo di pace", con il quale l’artista vuole richiamare il bisogno di una pace universale, non come ideale astratto, ma come obiettivo concreto da perseguire da parte di tutte le nazioni.

Come notano in catalogo Mauro Ceruti e Giuseppe Fornari, "Il fare pittorico di Sciacca procede con liberta' estrema e abilita' consumata, facendo tesoro dei risultati piu' avvincenti della ricerca artistica degli ultimi decenni. Ma quello che guida la sua attivita' non e' uno sperimentalismo fine a se stesso, e' al contrario qualcosa che si potrebbe definire come l’amore per una realta' che non e' mai scontata, perche' e' sempre il risultato di un’esplorazione, di una scoperta."
Una ricerca che indaga, mette a fuoco, problematizza, “sommuove inquietudini", senza dogmi, ne' ideologici ne' estetici.

"Amava dire Karl Popper, “la vita e' scettica" - e il termine greco skepsis vuol dire originariamente ricerca. Potrebbe essere anche il motto di Augusto Sciacca…" sottolinea Giulio Giorello in catalogo, precisando: "Questo tipo di skepsis non si accontenta della “seduzione della bellezza". Non si lascia incantare dal fascino fin troppo a buon mercato dell’icona, ma cerca attraverso l’immagine e contro l’immagine un significato profondo sotto le verita' di superficie. Questa tensione animava gia' il suo ciclo delle Cosmogonie… La skepsis consiste qui nel “fare emergere un mondo che non ha ancora immagine"… Sciacca non dimentica i roghi dei libri, una delle forme piu' ottuse e nello stesso tempo piu' sottili di violenza, ma ai libri affida anche l’angoscia del tempo che ci e' dato vivere e la responsabilita' per le generazioni a venire. Nel suo Libro d’oro c’e' tutta la sua aspirazione al sublime, intesa non come rifugio nell’arte per l’arte, ma come pietas che e', nel senso piu' pieno della parola, comprensione."

Articolazione della mostra: Sezione 1, Opere dal 1978 al 2000 - Sezione 2, Opere dal 2004 al 2005 - Sezione 3, Libri d’Artista eseguiti dal 1981 al 2005 - Sezione 4, Opere dal 2004 al 2005 - Seguono bozzetti e appunti.

L’esposizione comprende una quarantina di opere di media e grande dimensione e tre grandi teleri (3m x 5m), oltre a disegni, libri d’Artista, bozzetti, appunti e studi preparatori.

Il catalogo, edito da Lito Stampa, formato cm. 30 x 24, pagine 160, contiene le presentazioni di Marco Rosci, curatore della mostra, e di Vincenzo Consolo, Mauro Ceruti e Giuseppe Fornari, oltre a una prefazione di Salvatore Italia, i contributi di Giulio Giorello, Ada Masoero ed Ettore Ongis,. un’intervista di Marco Dell’Oro ad Augusto Sciacca e alcuni brani dall’antologia critica.

Augusto Sciacca (1945), messinese d’origine, si e' formato nel clima concettuale degli anni Settanta, per giungere ben presto a una sua personale concezione espressiva, connotata da una forte e intensa sperimentazione ad ampio raggio.

Degli anni Settanta sono i progetti estetici (alcuni con l’impiego del laser) e le mappe e i graffiti su juta di sacco stampigliato; seguono i flani, i sestupli e le mappe su politene, che riscuotono l’interesse della critica piu' attenta e prestigiosa. Negli anni Ottanta G.C. Argan lo segnala piu' volte e in seguito lo inserira' nella sua nota Storia dell’Arte Moderna. Quindi la stagione dei progetti siderali, delle isole e mappe degli universi, per approdare alla fine degli anni Novanta a una pittura dai “ritmi larghi e dalle composizioni di respiro vasto e solenne", come nelle Cosmogonie, dove affronta e approfondisce ancora una volta le sue tematiche predilette, quelle del Tempo e dello Spazio, tema evidenziato anche nei “libri d’artista", quali il ciclo Cronogenesi (1990-1995), Il Sole di Ulisse (1995), Il tempo o il vento (1996) e, fra quelli recenti, nell’opera La piega - Omaggio a Deleuze (2005). In questi ultimi anni Sciacca ha concentrato la sua attenzione sul tema della violenza, gia' peraltro indagato sin dagli anni Settanta, per affrontarlo in maniera ampia e organica in una serie di opere ricche di rimandi e di correlazioni.

Catalogo edito da Lito Stampa

Mostra promossa dalla Provincia di Milano

Con il patrocinio del Ministero per i beni e le attivita' culturali

Informazioni al pubblico: Museo della Permanente, tel. 02-6599803
Provincia di Milano, tel. 02-7740.5152/6315 http://www.provincia.milano.it

Uffici stampa:
Provincia di Milano/Diritti dei cittadini 02-7740.5181/5152
Provincia di Milano/Cultura, tel. 02.7740.6358/6359
Museo della Permanente, tel. 02. 6551445

Inaugurazione: martedi' 2 maggio, ore 18.30

Museo della Permanente
via Turati 34 - Milano
Orari: Dal martedi' al venerdi' dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30
Sabato e Domenica dalle 10.00 alle 18.30 orario continuato; giorno di chiusura il lunedi'
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