L'artista raffigura in chiave ironica e dissacrante i potenti della terra: George W. Bush, Colin Powell, Condoleezza Rice, Tony Blair, Vladimir Putin, etc. Una seconda sezione della rassegna ospita le opere piu' violente e feroci.
Il Cappello a Tre Punte
Il Complesso monumentale di Santa Sofia a Salerno ospita la rassegna “il Cappello a Tre Punte" di Bartolomeo Gatto.
Le sale della struttura salernitana conducono lo spettatore in un viaggio pluridimensionale dove i suoni ed i colori si fondono, dove l’arte diventa informazione e denuncia, dove lo scopo dichiarato e' quello di scuotere le coscienze su di un tema fondamentale come quello della pace.
Personaggi della politica, dell’informazione, i “grandi" della Terra, danzano sulle note de “Il Cappello a Tre Punte" di Manuel De Falla con indosso gli abiti che Pablo Picasso aveva disegnato per la prima della compagnia Ballet Russes a Londra nel 1919.
Londra, in quel periodo, era l’unico posto d’Europa dove era consentito agli artisti di fare arte: la Rivoluzione d’Ottobre ad Est e la Grande Guerra ad Ovest avevano reso i teatri da Mosca a Lisbona impraticabili per la compagnia di ballo di San Pietroburgo.
Ed e' proprio la guerra il tema della mostra. La guerra, le sue vicende, i suoi tragici risvolti.
Abu Grahib e' uno degli agghiaccianti simboli della guerra, con gli orrori delle torture ai prigionieri, ma anche testimonianza dei nostri tempi. Abu Grahib e' il simbolo della sconfitta dell’umanita' solo perche' improvvisamente ne vengono diffuse le immagini attraverso i circuiti formali ed informali della comunicazione globale. Nasce cosi' la critica all’informazione, a tutto cio' che diventa verita' nel momento in cui ci viene presentato dai media. Sara' poi tutto vero o tutto falso?
La storia ha un inizio certo, l’11 settembre. Tutti i personaggi del balletto di Bartolomeo Gatto si contendono il cappello a tre punte che rappresenta il simbolo del potere.
Per Gatto la guerra e' un continuo citarsi e non esiste una guerra nuova del tutto, siamo sempre stati in guerra che sia stata Grande Guerra, guerra fredda o guerra di “esportazione della democrazia". Cambiano solo gli interpreti.
Ed eccoli, i potenti della terra, che Bartolomeo Gatto raffigura in chiave ironica e dissacrante alla ricerca del “cappello a tre punte": George W. Bush, Colin Powell, Condoleezza Rice, Tony Blair, Vladimir Putin, Papa Giovanni Paolo II, Saddam Hussein, Osama Bin Laden, Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Attorno a questi interpreti principali Gatto fa danzare anche alcuni comprimari come Bruno Vespa, Alessandra Mussolini, Piero Fassino Fausto Bertinotti.
Una seconda sezione della rassegna ospita le opere che riguardano le immagini violente e feroci che Bartolomeo Gatto propone per farci riflettere e commuovere.
Il catalogo, con la prefazione del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, del sindaco di Salerno Mario De Biase e dell’Assessore alle Politiche Culturali Ermanno Guerra, racchiude le opere esposte e contiene un racconto “onirico" di Bartolomeo Gatto che si rivolge al Presidente degli Stati Uniti quale unico artefice delle sorti del mondo.
L’energia e la passione che di Bartolomeo Gatto ha profuso nel realizzare la mostra si sono tradotte in un impegno concreto per un progetto di pace: l’intero ricavato della vendita del catalogo “Il cappello a tre punte" e' devoluto ad Emergency.
Con il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Salerno
Inaugurazione: Lunedi' 8 maggio 2006 ore 18,30
Complesso Monumentale di S. Sofia
Largo Abate Conforti - Salerno
Orario: lun,mar,mer,gio,ven 10,30-13,00 16,30-20,00. Sabato e domenica e festivi 10,30-13,00 16,30-22,00