Le opere di Parres sembrano nascere da una felice e casuale combinazione di colori che non potrebbero non essere li' in quel momento, stesi e compatti su quella tela, l’uno accanto all’altro.
Sentieri
Ho sempre creduto che un artista sia in grado di rivelare quello che ognuno di noi
ha dentro di se' ma che, da solo, non e' in grado di tirare fuori. Apprezzare un
quadro, o una qualsiasi altra opera d'arte come una poesia o un bel libro,
significa trovare in essa quello che cercavamo da tempo e che non eravamo mai
riusciti a scoprire. Alberto Parres ci fa questo favore. Le sue opere sembrano
nate da una felice e casuale combinazione di colori che non potrebbero non essere
li' in quel momento, stesi e compatti su quella tela, l’uno accanto all’altro.
Certamente nell'arte l'evento dell'opera e' gestito dall’imprevedibilita' che spesso
finisce per stupire lo stesso autore ma, oltre a questo, c’e' il talento che si
costruisce con la tecnica.
Dietro ogni campitura di colore stesa da Parres ve ne
sono altre dieci, forse di piu'. Dietro un blu si puo', oramai invisibile
all’occhio, nascondere il giallo, il rosso, il verde, il nero. E’ cosi' che
l’artista arriva la' dove noi non potremmo,
ad imprimere cioe' al colore quella forza psichica che provoca una vibrazione. In
generale, il colore e' un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto
sull'anima. Come scrive Kandinskj “Il colore e' il tasto, l'occhio il martelletto,
l'anima e' il pianoforte dalle molte corde. L’artista e' la mano che, toccando questo
o quel tasto, mette opportunamente in vibrazione l’anima umana". Il lavoro delle
molecole del pensiero e' supremamente illogico: e' tutto a molle che scattano senza
un perche', a spirali che s'allungano e s'accorciano.
Quante volte una suggestione
puramente visiva ci riporta alla mente una situazione gia' vissuta, finendo per
influenzare il nostro stato d’animo? Questo accade ogni volta che il mio sguardo si
perde in un’opera di Parres. Dapprima colpisce i miei sensi come un abbaglio,
subito dopo agisce sul mio intelletto, profondamente colpito dalla tecnica, ed
infine sul mio animo, lasciando emergere qualcosa che, forse, era gia' dentro di me. Emanuela Amici
Vernissage: 9 maggio 2006 ore 18.30
Teatro Sala Umberto
via della Mercede, 50 - Roma
Orari: tutti i giorni ore 10 - 19, lunedi' chiuso