L'Atelier
Napoli
via Tito Angelini, 41
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Stefania Sabatino
dal 11/5/2006 al 30/5/2006

Segnalato da

L'atelier



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Stefania Sabatino



 
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11/5/2006

Stefania Sabatino

L'Atelier, Napoli

Shapes. Lo spazio nella pittura dell'artista e' concepito come un taglio fotografico che estrapola dall’insieme un particolare.


comunicato stampa

Shapes

L’artista, vesuviana di Torre Annunziata, nasce nel ’70. Diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, insegnante di Storia dell’Arte.

Importante per Stefania Sabatino e' l’attenzione e il soffermarsi su alcuni particolari del corpo, in special modo le sue estremita'.

“I piedi sono la parte piu' importante perche' sono la base del corpo, sono fondamentali; ci sostengono, ci accompagnano".

“Le mani rappresentano la parte del corpo che agisce, lo strumento per modificare il mondo, per lavorare, per trasformare tutto cio' che abbiamo a disposizione."
Il sangue affluisce maggiormente verso le estremita' del corpo per cui vi e' una carica maggiore di energia e quindi, di vita.

Lo spazio nella sua pittura e' concepito come un taglio fotografico, estrapolando dall’insieme un particolare, un busto, un primo piano; la parte che in quel momento e' la piu' espressiva del corpo.
“La pittura fortemente comunicativa di Stefania Sabatino si inserisce in uno spazio dominato da un dinamismo coraggioso, aggressivo, consistente, rarefatto, che cambia a seconda delle motivazioni che l’istinto vitale e il sentimento trasferiscono in immagini agendo sinergicamente su tutta la scena, dominata e coinvolta dall’evento. Una liberta' creativa fatta di campiture gravitazionali che deviano, si incurvano, si trasmutano, le plastiche provocazioni cromatiche con le luci, le velature." “ Una luce sempre sentita che dall’interno dell’oggetto trapassandone lo spessore, s’irradia verso l’esterno e si fa colore."

La sua ricerca si concentra e insiste sull’esplorazione di curve, di masse e di rotondita' del corpo, ogni forma, nel proprio ingrandimento e' fatta di abbracci, figure che si accavallano e si contorcono; per cui le sue composizioni sono ognora complesse. “In queste figure recentissime che sono metafore di dialoghi o monologhi, s’avverte dominante la brama che impone alle mani di essere prensili e colme di forti carezze, ai piedi di ‘fremere’ al richiamo dell’insopprimibile desiderio, ai pensieri di sciogliersi nel fluire della vita che proprio in questo ha senso e verita'."

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