Gli angeli e i santi. La mostra propone un itinerario cronologico attraverso un centinaio di opere dell'artista - disegni, bozzetti e cartoni preparatori - selezionate in rapporto alla sua attivita' di affreschista e decoratore.
Gli angeli e i santi
E’ in assoluto la prima mostra retrospettiva quella dedicata dal Museo Civico di Treviglio al pittore bergamasco Giacomo Belotti, nato a Rudiano (in provincia di Brescia) nel 1887 e scomparso a Treviglio nel 1967, all’eta' di ottant’anni.
Allievo diligente di Ponziano Loverini all’Accademia Carrara di Bergamo, Belotti vi frequenta con profitto l’intero corso della Scuola di Pittura (1903-1910), insieme ai compagni Pietro Cambianica, Vittorio Manini, Giovanni Marini, Paolo Servalli, Attilio Mozzi e Luigi Cassani (questi ultimi due - trevigliesi - furono intimi amici di Belotti).
Dal maestro Loverini, pittore storico di matrice romantica attivissimo nella decorazione sacra, Belotti eredita il testimone e negli anni fra il 1930 e il 1960, grazie all’attivita' di affreschista e decoratore, lascia il suo segno in numerose chiese del territorio bergamasco e di alcune localita' del milanese e del cremasco.
I suoi esordi sono nei primi anni Dieci, quando realizza con l’amico Cambianica alcuni interventi ad affresco nelle chiese di Berzo San Fermo e di Adrara San Rocco. Dal 1924, stabilitosi a Treviglio, Belotti collabora con la Ditta Cassani disegnando modelli per gli intarsi e gli intagli degli arredi.
A quell’epoca intraprende la strada della pittura ad olio (con quadretti di piccole dimensioni, di un naturalismo venato da un gusto sintetista), abbandonando via via tale ambito negli anni seguenti. Infatti dai primi anni Trenta Belotti si vota quasi esclusivamente alla decorazione e fino a tutti gli anni Cinquanta e' totalmente assorbito da tale attivita', grazie anche alla progressiva ripresa della committenza ecclesiastica. Manierista di talento, fedele a schemi del passato e a iconografie tradizionali, i suoi riferimenti spaziano dall’arte paleocristiana alla pittura medioevale e rinascimentale, dal Barocco ai vari revival ottocenteschi, con un occhio privilegiato all’area lombarda.
Belotti esegue numerose opere in chiese parrocchiali, oratori e cappelle a Treviglio, Gazzaniga, Inzago, Pontirolo Nuovo, Arcene, Brignano Gera d’Adda, Ciserano, Verdello, Trecella, Castel Rozzone, Mapello, Madone e Casaletto Vaprio. Ad esempio, in queste due ultime localita', site rispettivamente nel cuore dell’Isola e a pochi chilometri da Crema, l’artista e' responsabile dell’intero progetto decorativo delle parrocchiali di stile neogotico, fondendo armoniosamente gli affreschi con le strutture architettoniche dei due edifici, e riscuotendo ampia eco sulla stampa locale.
Va inoltre ricordata, pur non essendo oggetto di questa esposizione, la sua fervida attivita' come disegnatore di decorazioni per intarsio a destinazione ecclesiastica e liturgica. Sono certi i lavori da lui eseguiti tra la fine degli anni Trenta e l’inizio del decennio seguente per le parrocchiali di Arcene, Vailate, Covo e Gallignano; documentate fino ad oggi soltanto da disegni sarebbero invece eventuali opere per le chiese di Cassano d’Adda, Trezzo sull’Adda, Osio Sopra e Osio Sotto.
Considerando che premi, riconoscimenti ed esposizioni ascrivibili al curriculum di Belotti si limitano al periodo di formazione scolastica, si comprende allora la sua totale assenza dalla scena espositiva, anche a livello di ampie ricognizioni storiche, e l'oblio da parte delle istituzioni, quelle bergamasche innanzitutto.
L’attenzione e l’interesse verso l’opera di Belotti si sono riaccese a partire dai primi anni Novanta, grazie soprattutto alla generosita' e alle sollecitazioni di amici ed estimatori dell'artista.
Questa mostra personale, organizzata dall’Amministrazione Comunale di Treviglio, intende restituire a Belotti la posizione che egli merita nel panorama della pittura italiana del primo Novecento, lombarda in particolare. Essa propone un itinerario cronologico attraverso un centinaio di opere di Belotti - disegni, bozzetti e cartoni preparatori - selezionate in rapporto alla sua attivita' di affreschista e decoratore, evidenziandone le tappe piu' significative. Le opere, in prevalenza inedite o non piu' visibili da decenni, provengono da collezioni private. Ove possibile, viene evidenziato il dialogo fra il lavoro preparatorio e la realizzazione finale in situ, documentata da riproduzioni fotografiche in scala 1:1. Pur trattandosi in gran parte di interventi e di tematiche imposti dalla committenza, ne esce una panoramica delle particolari tipologie e delle scelte stilistiche e compositive frequentate piu' volentieri da Belotti.
La mostra e' accompagnata da un catalogo (con testi di Sara Fontana, GianMaria Labaa e Vincenzo Malvestiti) che e' di fatto la prima pubblicazione monografica dedicata all’artista: esso documenta l’itinerario creativo di Belotti frescante, ne ricostruisce l'itinerario biografico e professionale e la fortuna critica, infine approfondisce la storia della chiesa detta dei Morti di Bondo in Adrara San Rocco e le complesse vicende del ciclo pittorico della nuova chiesa parrocchiale di Madone.
La mostra e il catalogo sono a cura di Sara Fontana.
Museo Civico Ernesto e Teresa Della Torre
vicolo Bicetti de’ Butinoni, 11- Treviglio (BG)