Lo spirito del tempo verso il quale la sua previsione protende e' riassunto attraverso gli ultimi 'scorci’ analitici della serie "Zeitgeist", presentati in questa mostra.
Zeitgeist
I contenuti figurativi dei lavori di Maurizio Taioli si fondano sulla quotidianita', rispecchiano la realta' contemporanea, forzano e riflettono l’evoluzione storica, si interrogano e stimolano all’interrogazione sulla disponibilita' di pensiero a percepire il sismogramma delle seduzioni socio-culturali, politiche e religiose maturate all’interno delle condizioni di capitalismo e di tecnologia prodotte dalla societa' odierna.
Lo spirito del tempo verso il quale la sua previsione protende e' riassunto attraverso gli ultimi ‘scorci’ analitici presenti nella serie Zeitgeist, ed e' ben circoscritto da uno sguardo critico ed indagatore che visualizza la storia dell’ultimo decennio come tempo in cui si e' reso a noi disponibile il pieno orizzonte che il presente dispiega. Viceversa, fuori da questo sguardo, e' il sistema totalizzante che dispone di noi. L’arte, per Maurizio Taioli, assume in se stessa il compito di intendere cio' che si manifesta attraverso la provocazione.
Le opere recenti palesano infatti l’abbondanza di spunti di riflessione e l’inflazione di cliche' abituali che scorrono ormai indifferentemente davanti ai nostri occhi: personaggi del cinema, palazzi del potere, statuaria monumentale, barili di petrolio. Taioli avvicina arbitrariamente soggetti diversi ed apparentemente scollegati tra loro ed attraverso questo midrash iconografico conduce il proprio gioco delle campiture e dei contrasti in bianco e nero. In tal modo l’oggetto-immagine viene isolato come segno del tempo. Zeitgeist dipinto e disponibile che diviene evento-stimolo carico di associazioni.
La domanda sembra essere: le cose appaiono sotto un altro aspetto se vengono ridefiniti i linguaggi? Il linguaggio e' oggi quello funzionale di un’iconografia che blandisce, evidenzia il banale della quotidianita' accrescendone il valore oltre ogni limite, isola e rende perfettibili gli aspetti violenti, sconcertanti. La forza di suggestione del contenuto figurativo dispone dell’osservatore e si rende organo-funzione di un piu' ampio panorama mistificatorio.
Siamo oggetti sedotti, perche' la societa' produce seduzione. La violenza e' resa seducente attraverso una politica del terrore. L’individuo e' dissolto ancora una volta nel prodotto del suo consumo, del suo piacere e delle sue paure. L’uomo diviene allora silhouette: veste divise, tute, livree invisibili; si muove indifferente tra bombe atomiche e sedie elettriche che rendono il suo spazio naturale un set artificiale all’interno del quale e' manovrato e diretto. Tutto il possibile si rende allora abituale.
Il complesso atteggiamento di Maurizio Taioli nei confronti della realta' appare oggi sempre piu' analitico e determinato: l’interesse generale per le icone, le immagini e i prodotti legati a determinati stereotipi, monumentalizza cio' che normalmente e' vissuto come familiare e insignificante, rendendolo strumento dell’atteggiamento indagatore dell’artista stesso.
Galleria Radar
via Caneve, 12 - Mestre (VE)