Riccardo Amabili
Daniele Bacci
Marco Bertozzi
Igor Eskinja
Anton S. Kehrer
Federico Maddalozzo
Marotta & Russo
Polona Maher
Dario Moroldo
Stefano Paron
Diego Solda'
Alberto Zanchetta
Possibilita' e disorientamento sono le condizioni di un gene(re) che assomma la ricerca sul colore, sulla forma, sulla combinazione. Tre sfaccettature che la mostra indaga in altrettante sezioni. Opere di: Riccardo Amabili, Daniele Bacci, Marco Bertozzi, Igor Eskinja, Anton S. Kehrer, Federico Maddalozzo, Marotta & Russo, Polona Maher, Dario Moroldo, Stefano Paron, Diego Solda'.
Mostra collettiva
a cura di Alberto Zanchetta
Artisti: Riccardo Amabili, Daniele Bacci, Marco Bertozzi, Igor Eskinja, Anton S. Kehrer, Federico Maddalozzo, Marotta & Russo, Polona Maher, Dario Moroldo, Stefano Paron, Diego Solda'
"Questo oggetto e' un esempio ammirevole della bellezza rigorosa, della grande ricchezza delle leggi naturali; e' un esempio sorprendente delle ammirevoli possibilita' dello spirito umano di dimostrarne il rigore scientifico e di dominarlo... e' l’esempio che dimostra l’unita' del vero e del bello, cio' che per me e' la stessa cosa". Con queste parole l’architetto Erno Rubik magnificava la sua creazione piu' famosa: il Cubo di Rubik (da cui deriva il cubitis magikia che e' cagione di un “grave disturbo mentale altamente contagioso"). Icona esi[sten]ziale che ha infettato l’ultimo terzo del XX secolo manifestando solo di recente i suoi effetti collaterali.
Lacan sosteneva che nel campo del visibile ogni cosa e' tranello, tre'bouche' amplificato dalla deriva dei generi, ovvero da quando i dogmi tra figurazione e astrazione sono stati definitivamente infranti. Se quindi i segni positivi e i segni negativi tendono alla permutazione, e' necessario discernere prima di equivocare: benche' i codici deridano il contraddittorio bisogna constatare come dalla astrazione di una figurazione si sia infine giunti alla figurazione di un’astrazione. Anziche' radicalizzarsi attraverso la sintesi, le immagini stenografiche vanno arricchendosi di implicazioni/complicazioni che seguono un processo inverso rispetto alle “cose che si dileguano". Si tratta di pro-creazioni, di pro-posizioni, “a favore" cioe' della fenomenologia che - pur mantenendo alcuni principi e certo rigore del mondo alogico sviluppatosi in seno all’astrazione novecentista - rivendica una maggiore flessibilita' retinica.
Possibilita' e disorientamento sono le condizioni di un gene[re] che assomma la ricerca sul colore, sulla forma, sulla combinazione. Tre sfaccettature che si riassumono nel cubo di Rubik e che la mostra indaga in altrettante sezioni: il GIOCO con cui gli artisti costruiscono, smontano, assemblano primary structure che si rifanno al ludus infantile (Riccardo Amabili rielabora l’immaginario dei primi videogiochi Arcade e dei loro macro-pixel; Dario Moroldo progetta dei wall-drawing che prendono a modello i moduli ad incastro del Lego e del Meccano; Marco Bertozzi sposa l’arte analitica ai postulati di un ipotetico Cubo Magico), l’architettura che e' madre di tutte le geometrie (Marotta&Russo si servono delle finestre di dialogo del pc come fossero esoscheletri di palazzi; Daniele Bacci dipinge edifici postmoderni privandoli delle porte, delle finestre e del colore, ottenendo cosi' un effetto "rendering"; Polona Maher reinventa l’architettura slovena sagomando fogli di cartone e sfruttando il portato dell’ombra per infondervi qualita' scultoree; Stefano Paron prende a modello la struttura logica e geometrica del Bauhaus ricavandone un modellino plastico; servendosi di materiali poveri Igor Eskinja destabilizza la percezione creando delle ironiche planimetrie) e il colore quale incessante rovello per le tautologie e per tutta l’art pour l’art (Federico Maddalozzo assegna alla visione dei codici secondo la nostra percezione del reale, codici che nella realta' risultano errati; le fotografie di Anton S. Kehrer trasformano dettagli urbani in superfici di lirico/liquido colore; Diego Solda' obbliga la pittura a riflettere sul suo farsi opera, per stratificazione o sedimentazione).
Inaugurazione: sabato 20 maggio 2006 h18.30
Galleria Studio G7
Via Val d'Aposa, 4/a - Bologna
Orario: Dal lunedi' al sabato h15.30/19.30, mattino e festivi per appuntamento. In giugno la galleria rimarra' chiusa il sabato