Facce di pietra. L'artista coniuga l’amore per la tradizione scultorea classica alla conoscenza tecnica dei materiali, applicando l’antica “arte del togliere" ad una grande varieta' di pietre, dal Carrara al marmo di Coreno.
La Villa dei Quintili, la piu' estesa del suburbio romano, apre per la prima volta le porte all’arte.
La mostra delle sculture realizzate dall’artista romano Valerio Capoccia e' organizzata in collaborazione con BNL per Telethon ed ha
ricevuto il patrocinio della Soprintendenza Archeologica di Roma e del Parco Regionale Appia Antica.
Valerio Capoccia coniuga sapientemente l’amore per la tradizione scultorea classica ad una straordinaria conoscenza tecnica dei
materiali che lo porta ad applicare l’antica “arte del togliere" ad una grande varieta' di pietre, dal Carrara al marmo di Coreno con una
predilezione per i materiali locali, come il Peperino, il Travertino, il Basalto.
Valerio Capoccia lavora per sottrazione, sbozzando il blocco di marmo e procedendo poi con pazienza, quasi con rispetto, lasciando
che le figure emergano secondo la loro forma, seguendo in questo il principio michelangiolesco che vede lo scultore impegnato nella
missione di “tirare fuori", liberare dalla pietra grezza una figura che vi e' imprigionata.
Le opere realizzate sono in prevalenza delle teste di piccolo formato “che appaiono ad un tempo severe ed eleganti" (Claudio Rendina)
e la cui cifra stilistica risiede nel contrasto materico e chiaroscurale tra i volti perfettamente levigati e i capelli, o le criniere nel caso
degli animali, che mantengono il segno striato dell’incisione a gradina.
L’esito formale di queste “facce di pietra" porta lo scultore ad attribuire alle sue creazioni nomi fortemente evocativi che conferiscono ai
volti una nota di ulteriore fascino spingendo la fantasia verso la dimensione del mito.
Valerio Capoccia e' nato in una fattoria nella campagna di Alvito, il 31/03/1950, qui e' vissuto fino al 1965 e si e' trasferito prima a Milano e poi a Roma
per seguire gli studi universitari.
La passione per la scultura si e' manifestata nei primi anni ’80, come reazione allo stress lavorativo, quando ha deciso di lasciare Roma per trasferirsi a
Marino, dove ha trovato alcuni massi di peperino nel giardino di casa. Prima di allora, salvo alcuni abbeveratoi di pietra realizzati in eta' infantile, non
aveva mai avuto a che fare con lo scalpello.
Il monumentale complesso archeologico della Villa dei Quintili, di eta' adrianea, e' situato al V Miglio della via Appia e si estende lungo
una vasta area che tocca il confine con la via Appia Antica, a ridosso della zona sacra dove secondo la tradizione tramandata dallo
storico Livio, ebbe luogo il combattimento tra Orazi e Curiazi.
Lo Stato ha acquistato nel 1985 gran parte di quest’area dagli eredi Torlonia che al tempo ne erano proprietari; durante le campagne di
scavo eseguite fin dal ‘500 sono state riportate alla luce innumerevoli opere d’arte, ritratti in marmo di filosofi e imperatori e statue di
soggetti celebri, come la Venere Braschi, oggi nella Gliptoteca di Monaco ed i due fanciulli con l’oca, uno a Monaco l’altro al Louvre.
Gli scavi recenti hanno riportato alla luce imponenti edifici termali, arricchiti da una sontuosa pavimentazione (conservata in buona
parte) in marmi policromi orientali.
Inaugurazione; lunedi' 22 maggio 2006 ore 18.00
Villa dei Quintili
Via Appia Nuova, 1092 - Roma
Orari: dal martedi' alla domenica - dalle 9 alle 19.30