Le fotografie in mostra sono tutte rigorosamente in bianco e nero, scattate tra il 1972 e il 1981, anno in cui la fotografa, appena ventitreenne, si toglie la vita. Un fatto che a posteriori puo' aiutare a comprendere a fondo il suo lavoro, segnato da scelte stilistiche originali e rivelatorie: la predilezione per alcuni luoghi ricorrenti - cornice o soggetto degli scatti - l’autoritrarsi, la preferenza per atmosfere angoscianti, visionarie e a tratti surreali.
In occasione della Biennale Internazionale di Fotografia di Brescia la Galleria Massimo Minini presenta una mostra dedicata a Francesca Woodman.
Le fotografie in mostra sono tutte rigorosamente in bianco e nero, scattate tra il 1972 e il 1981, anno in cui la fotografa, appena ventitreenne, si toglie la vita. Un fatto che a posteriori puo' aiutare a comprendere a fondo il suo lavoro, segnato da scelte stilistiche originali e rivelatorie: la predilezione per alcuni luoghi ricorrenti - cornice o soggetto degli scatti - l’autoritrarsi, la preferenza per atmosfere angoscianti, visionarie e a tratti surreali. Il mezzo fotografico diviene strumento di autoanalisi, di ricerca per sondare nell’intimo la propria anima.
Woodman spesso ritrae se stessa in ambienti degradati, in stanze semivuote e fatiscenti o in luoghi che sembrano giardini incantati. Il suo corpo nudo non e' mai al centro dello scatto, viene ripreso in un angolo della stanza, viene ‘privato’ ora delle gambe, ora della testa oppure nascosto da un velo o da uno specchio. Le immagini sono di una delicatezza e bellezza sorprendente, incuriosiscono perche' non svelano apertamente, piuttosto sembrano suggerire, quasi sussurrare lo stato d’animo dell’artista, le sue ansie e i suoi giochi.
Le immagini di Francesca Woodman sono ricche di fascino perche' senza tempo. Alcuni lavori hanno un sapore preraffaellita, altri reminiscenze surrealiste, ma risultano sempre molto intimisti e singolari. Ricorrenti sono elementi come lo specchio, il vetro, i fiori - in particolare le calle e i gigli - le conchiglie, i drappi dietro cui celare il volto e parti del suo corpo adolescente. Spesso tutto sembra immobile, la composizione dell’immagine studiata, in equilibrio tra i pochi oggetti e le figure inquadrati; altre immagini invece sembrano popolate da ‘fantasmi’, la persona e' ripresa in movimento e non e' del tutto percepibile, e' ambigua, si deforma e l’atmosfera si carica di angoscia, di paura, di attesa.
Sembra che stia per succedere qualcosa di pericoloso o che il pericolo sia da poco passato ed ancora ve ne siano tracce.
Courtesy Fondazione Francesca Woodman.
In collaborazione con la Galleria Davide Di Maggio, Berlino.
Inaugurazione giovedi' 8 giugno ore 18
Galleria Minini
Via Apollonio 68 - Brescia
Orari: La galleria e' aperta dal lunedi' al venerdi' dalle 10.00 alle 19.30, sabato dalle 15.30 alle 19.30.