L'artista descrive l'incontro con i giardini zen dei templi di Kyoto come una rivelazione, un’esperienza sensoriale, emotiva e, insieme, conoscitiva.
La struttura del silenzio. I giardini di pietra in Giappone
Mauro Mancini descrive il suo incontro con i giardini zen dei templi di Kyoto come una rivelazione, un’esperienza sensoriale, emotiva e, insieme, conoscitiva, come l’inizio di un viaggio che svela un’etica e un’estetica che appartengono a un mondo altro rispetto al sistema di riferimento occidentale.
Lasciandosi pervadere dal senso di stupore, annullando qualsiasi pregiudizio e sovrastruttura mentale, Mancini e' riuscito a trasmetterci il suo processo di “riduzione all’essenza", e a invitarci alla contemplazione di una forma d’arte sublime perche' nasce dalla natura.
E lo ha fatto attraverso la fotografia, per arrivare li' dove la parola, probabilmente, non sarebbe sufficiente.
Mauro Mancini, psicoanalista e antropologo, ha svolto ricerche in molti paesi dell'Asia e dell'Africa, collaborando con universita' in India e in Cina. E' stata proprio l'antropologia a portarlo alla fotografia. Ha gia' tenuto numerose mostre, tra cui: Il senso del Vietnam (2002, 2003), L'eleganza interiore. Tokyo-Kyoto (2006), e pubblicato: Memoria. Italiani negati (su testi di L. Ferrara e C. Orichuya) (2005).
Catalogo FPM.COM edizioni.
Inaugurazione: martedi' 6 giugno ore 19.00
Galleria SpazioFare
via dei Bruzi 10 (San Lorenzo) - Roma