LipanjePuntin artecontemporanea ha il piacere di presentare una mostra personale di Andrea Chiesi. 'Consegnare i propri figli a Moloch voleva dire bruciarli in sacrificio al dio cananeo... mentre i sacerdoti coprivano le grida delle vittime con clamori e suoni di tamburo... Si deve vedere in Moloch l'immagine del tiranno vendicativo che esige dai sudditi l'obbedienza fino all'estremo e li priva di tutti i beni compresi i figli... Nei tempi moderni Moloch e' diventato il simbolo dello stato tiranno e divoratore (J. Chevalier - A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli).
Andrea Chiesi
'Consegnare i propri figli a Moloch voleva dire bruciarli in sacrificio
al dio cananeo... mentre i sacerdoti coprivano le grida delle vittime
con clamori e suoni di tamburo... Questo culto è stato avvicinato al
mito del Minotauro che divora la sua razione di giovani, a Cronos che
divora i propri figli, ai sacrifici agli dei inca. Si deve vedere in
Moloch l'immagine del tiranno vendicativo che esige dai sudditi
l'obbedienza fino all'estremo e li priva di tutti i beni compresi i
figli... Nei tempi moderni Moloch è diventato il simbolo dello stato
tiranno e divoratore.'
J. Chevalier - A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli
LipanjePuntin artecontemporanea ha il piacere di presentare Moloch, una
mostra personale di Andrea Chiesi.
Considerato dalla critica come uno dei più promettenti giovani pittori
italiani, Andrea Chiesi (1966, Modena) si è formato intorno alla metÃ
degli anni '80 come illustratore. I suoi disegni sono stati pubblicati
da Stampa Alternativa e riviste e fanzine dell'epoca: Frigidaire,
Rockerilla, Skizzo. 'Sempre in opposizione al sistema' e influenzato
dalla musica istintiva, spesso priva di arrangiamento (Test Dept,
Einstürzende Neubauten e soprattutto Cccp), Chiesi inizia a dipingere
nel mezzo dell'ambiente punk emiliano.
Se allora, attraverso l'olio e la grafite su carta, più di rado grandi
tele, affrontava la tradizione novecentesca del nudo, all'inizio degli
anni '90 Chiesi rilegge in chiave dark alcuni capolavori storici della
pittura. Solo che nei quadri di Chiesi gli sfondi sono quelli bui e
informi delle periferie degradate e i guerrieri sono quelli delle nostre
notti. Ma è comunque già dal 1990 che Chiesi, collaborando con il gruppo
di musica sperimentale Officine Schwartz, affronta il tema
dell'archeologia industriale e del paesaggio. Gru inutilizzate,
capannoni in sfacelo, muri crepati e cadenti, garage deserti, diventano
gli unici protagonisti delle sue tele. Chiesi gira per le province di
Modena, La Spezia, Sesto S. Giovanni, Torino, per poi spostarsi a
Trieste (Porto Vecchio) ed approdare infine a Barcellona e Bilbao in
Spagna.
Il Porto Vecchio di Trieste, Bagnoli, La Bovisa, sono nomi che oggi
dicono poco o nulla, ma che un tempo erano sinonimo di lavoro
quotidiano, di fabbriche, di suoni metallici e bagliori di fiamma
ossidrica, quei luoghi e spazi che l'artista approccia concettualmente
per fasi progressive: '...il primo passo consiste nella ricerca dei
luoghi sul territorio, a volte casualmente, più spesso pianificata
attraverso conoscenze, studi, viaggi, frequentazioni underground. Per
entrare in questi luoghi, spesso isolati, chiusi, come sacche
abbandonate e dimenticate dalla città in espansione, mi introduco a
volte abusivamente e in modo rocambolesco al loro interno, sfiorando o
incontrando clandestini, spacciatori, vigilantes, balordi, squatters,
curiosi o nessuno. Ricerco i soggetti, li individuo, scelgo la
prospettiva, l'inquadratura giusta e scatto la foto (anche per
documentazione ed esigenze di velocità ). Infine in studio avviene
l'ultima fase, quella pittorica. Rielaboro il soggetto, cambio i colori,
le ombre, viro tutto verso una rigida monocromia, decontestualizzo i
soggetti dipingendoli di fronte a un fondo bianco assoluto, un cielo
inesistente... Trasfiguro le gru in creature, animali meccanici
incombenti e fragili, minacciosi e feriti, e gli interni abbandonati in
corridoi della paura e del mistero, in budelli infernali o porte
mistiche.' Scrive ancora Chiesi: '... già in Metropolis (1929) Fritz
Lang identificava la fabbrica-città con Moloch, divoratore di
uomini/schiavi. Leggere le fabbriche abbandonate, gli impianti
industriali, le enormi gru come i Moloch della nostra epoca dà un taglio
senza dubbio inquietante e disturbante al mio lavoro e la cosa non mi
dispiace... I quadri sono invasi di luce, ma l'anima resta dark.'
L'inaugurazione della mostra sarà accompagnata da un D.J.-set di musica
elettronico industriale.
Immagini:
ANDREA CHIESI
LSP 1, 2001, Olio su tela, cm 140 x 100
© Andrea Chiesi/Courtesy LipanjePuntin - Trieste - Italy
(particolare)
ANDREA CHIESI
LSP 3, 2001, Olio su tela, cm 140 x 100
© Andrea Chiesi/Courtesy LipanjePuntin - Trieste - Italy
(esploso)
Inaugurazione: Venerdì 20 aprile 2001 ore 19.00
Orario di galleria: 11 - 19.30 o su appuntamento. Lunedì e
festivi chiuso
LIPANJEPUNTIN Artecontemporanea, Via Diaz 4, 34121 Trieste, Italia