Sandro Lorenzini presenta una serie di "composizioni sospese" che costituiscono il punto di arrivo della sua pluriennale ricerca sullo spazio. Atsushi Shimada espone un insieme di opere modulari, affiancate a sculture di maggiore dimensione.
Sandro Lorenzini e Atsushi Shimada
Sabato 15 luglio, alle ore 18.30, presso la “Galleria Anna Osemont", via Colombo 13-15 ad Albissola Marina, avra' luogo l’inaugurazione della mostra “Di Leggerezza e di Equilibrio: Sandro Lorenzini - Atsushi Shimada".
Sandro Lorenzini ritorna ad Albissola Marina con una personale dopo piu' di vent’anni.
L’artista che, dopo le molteplici esperienze teatrali degli anni’70, aveva scelto Albissola Marina come patria di elezione per approfondire la scultura attraverso la ceramica, ha avuto nella cittadina il suo studio fino al 1983. Gli anni seguenti lo hanno visto svolgere il suo lavoro in Italia ed all’estero affiancando alla scultura anche un’intensa attivita' accademica a livello internazionale, dapprima negli Usa (Berkeley University, California State University) poi in Europa, Cina e Giappone.
Proprio in Giappone, ove e' stato presente con esposizioni nei principali musei fin dai primi anni Novanta, ha goduto di un largo seguito fra i giovani artisti provenienti dalle piu' prestigiose scuole. Uno di questi, Atsushi Shimada, propone in questa mostra con Lorenzini il suo lavoro piu' recente, eseguito proprio nel corso di due stages presso lo studio dell’artista savonese.
Le opere in mostra sono improntate per ambedue gli artisti a concetti di leggerezza ed equilibrio: Lorenzini presenta una serie di “composizioni sospese", lavori di grande sensibilta' poetica e rigore compositivo che costituiscono il punto di arrivo della sua pluriennale ricerca sullo spazio; Shimada espone un insieme di opere modulari intriganti per la naturalezza con cui propongono al fruitore esperienze plurisensoriali, affiancate a sculture di maggiore dimensione, frutto della ricerca piu' recente, che assumono caratteristiche minimal.
Ancora una volta Albissola Marina e' testimone di un evento d’arte risultato di un fecondo rapporto tra culture cosi' lontane in due artisti diversi per eta' ed esperienza.
La mostra e' corredatada da un catalogo, con la presentazione di Alessandra Gagliano Candela, ordinario di Storia dell’Arte presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.
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Testo di Alessandra Gagliano Candela
Una forma ovoidale si libra nello spazio sospesa ad un bilanciere sul quale stanno una mano, un cono. Talvolta e' una piccola maschera a rimanere in magico equilibrio. Lo spazio diviene ampio, come in un gioco la terra che si e' fatta ceramica si trasforma continuamente, sembra perdere la sua materialita', assumere la consistenza del sogno.
Una scultura nera rievoca un ciottolo levigato dal mare, la terra diviene ceramica e della sua origine conserva un suono, ma e' un suono leggero nato per chi conosce il mondo attraverso il tatto e l’udito.
Sandro Lorenzini e Atsushi Shimada rivelano nel rapporto nato fra loro una affinita' elettiva costruita sulla metamorfosi della terra in ceramica, attraverso una via di levare che libera il principio della leggerezza, quale e' rivelato da Italo Calvino nella prima delle sue “Lezioni americane", pubblicate postume nel 1988: una sottrazione di peso che e' diventata una scelta poetica.
E in questa semplificazione formale si sviluppa una relazione che e' anzitutto con il materiale, in una ricerca tecnica che in Lorenzini assume il senso di un’apertura verso la grande tradizione giapponese e in Shimada quello di un viaggio verso la grande tradizione occidentale.
Si costruisce cosi' un rapporto di osmosi nel quale la ceramica e' dotata di una levita' nuova, facendosi materiale ancor piu' duttile nelle mani dei due artisti. E’ questo il senso della ricerca che unisce il maestro all’allievo, una tecnica che diviene rivelazione e il porsi fisico dell’opera rivela l’incontro di due persone e di due culture, gia' avvenuto in Giappone e che ora si ripete tra Savona ed Albissola.
Lo spazio al di sopra della realta', magicamente abitato dalle figure archetipe di Sandro Lorenzini, richiama alla mente l’uovo miracolosamente sospeso al di sopra della testa della Madonna nella Pala di Brera di Piero della Francesca, lo spazio metafisico nel quale si svolge l’omaggio di Federigo da Montefeltro alla Madonna.
Sull’occupare con leggerezza lo spazio dell’esistenza si e' concentrata la ricerca di Lorenzini, il quale ha esordito nell’ambito della scenografia, per poi dedicarsi alla scultura. E’ quindi in questa percezione di uno spazio che si puo' ribaltare, abitare anche secondo formule meno consuete, che si collocano le sue sculture sospese, eredi ceramiche dei “mobiles" di Alexander Calder.
La ritualita' della tecnica ceramica, il passaggio della terra in acqua e fuoco si riversa nella struttura delle sue composizioni che fondono elementi simbolici, come la mano, il volto divenuto maschera, l’uccello, con forme geometriche quali il cono, la piramide, la sfera. La sfera si riveste di metallo, sembra trasformarsi, si dilata, si moltiplica, il colore rosso, azzurro, l’oro, si uniscono ai simulacri dell’uomo, la maschera, la mano appunto. Altrove la leggerezza si rivela nell’assottigliarsi del materiale, in un linguaggio che sperimenta le possibilita' offerte dallo spazio espositivo.
La sua scultura vive negli ambienti storici, nei quali la sintesi formale emerge con grande immediatezza.
Lorenzini introduce in un mondo magico, quello nel quale Perseo per uccidere Medusa si sostiene ai venti e alle nuvole. La semplificazione delle forme richiama ad un mondo primitivo, rivissuto oggi, dove appaiono gli uccelli di Brancusi. La ceramica, linguaggio antichissimo assume il ritmo del gioco. Un gioco colto che pare invitare a librarsi al di sopra della quotidianita' materiale, come dire che sollevandosi dal suolo si assume una distanza che consente di superare i rumori del mondo, di esperire davvero la surrealta'.
E’ un silenzio punteggiato dal suono sottile, orientale delle composizioni di Atsushi Shimada, le quali si collocano nello spazio circostante in una essenzialita' che richiama la minimal art. Un lavoro in crescita che avviene per via di sottrazione, una semplificazione carica di poesia, nella quale le migliaia di anni della tecnica ceramica giapponese attingono alla cultura ceramica italiana sul filo della leggerezza.
Forte si rivela il rapporto con l’elemento naturale, la forma delle piccole sculture sonore richiama ora i sassi della spiaggia, ora i frutti. La dimensione consente un rapporto diretto con l’oggetto artistico, un contatto che fa scaturire sensazioni nuove, ma affini alla conoscenza del mondo dell’infanzia. Chiudendo gli occhi, l’approccio e' essenzialmente tattile, sonoro, quello di chi purtroppo non vede. Ritorna alla memoria una novella del grande viaggiatore e scrittore Victor Segalen: Andre', il protagonista di “Dans un monde sonore"(1907), e' affetto da una strana pazzia, da' importanza solo alle sensazioni sonore. E in questo modo, si stabilisce una relazione nuova con il mondo.
La forma essenziale, talvolta geometrizzante che sembra caratterizzare la ricerca artistica di Shimada emerge anche nei lavori di maggiori dimensioni, sculture di chiara matrice minimal ed altre nelle quali si individua nell’assottigliarsi degli elementi la traccia della lezione di Lorenzini.
Sono opere dalla superficie leggermente scabra, comunque non uniforme anche nello smalto che pare alludere ad altri materiali, a volte segnate da tagli, da buchi, testimonianze di una ricerca attenta che indaga le possibilita' della ceramica come linguaggio.
Tra sospensione ed assottigliarsi delle forme, Lorenzini e Shimada rivelano la duttilita' non solo materiale di questa tecnica, sembrano invitare a liberarsi dell’inevitabile pesantezza dell’esistenza per entrare anche solo per un momento nel loro spazio di magico equilibrio.
Inaugurazione: Sabato, 15 luglio ore 18,30
Galleria Anna Osemont
Via Colombo 13-15 - Albissola Marina (Sv)
Orario: Martedi' - Domenica 17.00 - 20.00 oppure su appuntamento