Casa natale di Benito Mussolini
Predappio (FC)
via Varano Costa Nuova, 5
0543 921738 FAX 0543 923417
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L'Arte per il Consenso
dal 12/4/2001 al 4/11/2001
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Segnalato da

Studio Pesci




 
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12/4/2001

L'Arte per il Consenso

Casa natale di Benito Mussolini, Predappio (FC)

'Da Sironi a Depero 1922-1935' e' il titolo della mostra di dipinti, manifesti pubblicitari e sculture, in tutto circa 50 opere, promossa dal Comune di Predappio che si inaugura nella Casa Natale di Benito Mussolini. Un percorso espositivo importante, che apre una riflessione sul rapporto fra arte e propaganda del fascismo, partendo da autori che ebbero un ruolo di primo piano nel panorama artistico del Novecento.


comunicato stampa

'Da Sironi a Depero 1922-1935' è il titolo della mostra di dipinti, manifesti pubblicitari e sculture, in tutto circa 50 opere, promossa dal Comune di Predappio che si inaugura nella Casa Natale di Benito Mussolini.

Un percorso espositivo importante, che apre una riflessione sul rapporto fra arte e propaganda del fascismo, partendo da autori che ebbero un ruolo di primo piano nel panorama artistico del Novecento, come Ambrosi, Bertelli, Brunelleschi, Chelini, Cisari, Depero, Garretto, Di Lazzaro, Dudovich, Fontana, Martinati, Melis, Schawinsky, Sironi, Thayaht, Tato, Tomba, Wildt. Artisti che con il loro lavoro offrirono un contributo all'invenzione del mito mussoliniano, con l'obiettivo esplicito di creare consenso.

L'arte e la cultura in generale si sono spesso piegate, se non asservite, alle necessità dei regimi totalitari. Questo è accaduto a più latitudini, e con diverse motivazioni: innanzitutto la necessità di 'sopravvivenza' degli artisti e dei movimenti artistici, ma anche spesso l'aperta 'adesione' ideologica. I regimi hanno sempre cercato, ma anche temuto, il rapporto con gli artisti.

Come si crea il consenso in un regime totalitario? Con quali strumenti? In un'epoca nella quale non esisteva ancora la televisione i media privilegiati furono da una parte, i manifesti murali che tappezzavano con insistenza le città e le opere degli artisti, dall¹altra la cosiddetta 'rete delle riviste', ovvero una serie di pubblicazioni dirette a vari segmenti della popolazione, secondo l'età, la professione e la fascia sociale, legate tra loro dal sottile filo della propaganda continua, all'inizio camuffata, poi via via sempre più invadente fino a divenire becera e opprimente. In un secondo tempo a questi media se ne aggiunse un altro, strumento formidabile per la diffusione 'in tempo reale' dell'ideologia del regime: la radio. Tramite la radio, infatti, erano diffusi non solo i numerosissimi discorsi del duce, ma anche proclami, direttive comportamentali, pubblicità autarchiche (il famoso 'acquistate prodotti italiani'), come pure informazioni, intrattenimenti e varietà, tutti invariabilmente controllati e manipolati dal regime. Insomma, il rituale della 'vita dinamica e fascista', grazie alla rete della propaganda, copriva tutto, conservava tutto, salvava tutto e liberava tutti dalla libertà, ottenendone, in cambio, il consenso.

Ma quale arte serviva al regime per creare il consenso? Nel 1926 Mussolini, in un discorso pronunciato all'Accademia di Perugia, affermò, in maniera del tutto contraddittoria, che l'arte dell'Italia fascista doveva essere 'tradizionalista e moderna'. Antinomia di termini derivante da una questione ancora irrisolta: se accettare le proposte di rinnovamento dei futuristi, oppure volgersi alla rivalutazione della cultura classica, in particolare del monumentalismo della Roma Imperiale, il cui fascino sollecitava non poco le mire di grandeur del regime. Fu la Mostra della rivoluzione fascista, nel 1932, a sancire l'affermazione di una serie di valori e dei relativi stilemi: monumentalismo romano, grafia cubitale ed architettonica, effetti scenografici, colorismo rude e segno rozzo. Insomma l'affermazione del movimento antagonista del futurismo, e cioè il Novecento di Margherita Sarfatti, con le sue componenti di 'coralità' socializzante, del quale il principale cantore fu Mario Sironi, già futurista della prima ora.

Prosegue così il percorso culturale avviato dal Comune di Predappio che, dopo aver provveduto al recupero della 'Casa Natale Mussolini', da tre anni ha destinato l'edificio a sede di iniziative culturali di interesse pubblico, realizzate in collaborazione con il mondo universitario, istituzioni e studiosi. Dopo aver preso in esame altri strumenti utilizzati dalla propaganda del regime come le cartoline postali nel 1999 e l'architettura nel 2000, quest'anno l'attenzione si concentra sull'arte e sulle passioni di pittori e scultori che, pur nel condizionamento ideologico del Ventennio, seppero creare opere la cui bellezza è riuscita a sopravvivere nel tempo.

Questa terza mostra rappresenta quindi un ulteriore tassello di un progetto complessivo portato avanti dal Comune di Predappio che punta a fare del paese romagnolo un luogo di riflessione sulla storia contemporanea e sulla memoria di quello che ormai è il secolo scorso: il Novecento. Da qui è maturata la decisione di adibire la 'Casa Natale Mussolini' a finalità culturali di interesse pubblico. Un contributo decisivo in questa direzione è venuto dal rapporto di collaborazione allacciato da alcuni anni con il mondo universitario, in particolare con la SER.IN.AR. di Forlì -Cesena, società che sostiene le attività delle sedi decentrate dell'Ateneo di Bologna. Questa riflessione ha trovato un momento importante nell¹idea progettuale elaborata nel 1998 da un gruppo di docenti dell'Università di Bologna (Angelo Varni, Paolo Pombeni e Roberto Balzani) di creare un 'Centro di studio sulle crisi delle democrazie fra le due guerre' accompagnato da una programmazione annuale incentrata su esposizioni, convegni e pubblicazioni.

La mostra, a cura di Massimo Cirulli e Massimo Scudiero, è patrocinata dalla Regione Emilia - Romagna, dalla Provincia di Forlì-Cesena e dalla Comunità Montana dell'Appennino Forlivese, è stata realizzata con la collaborazione della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e di SER.IN.AR. Forlì-Cesena, e con il contributo di Dental Trey.

Immagine: Marcello Dudovich, " AUTO BALILLA ", 1933, cm 200 x 140

Casa Natale di Benito Mussolini, ingresso da piazza Garibaldi, Predappio (FO)

Orario: da aprile a giugno e da settembre a novembre - sabato, domenica e festivi 10,30 ­ 12,30 e 15,00 ­ 18,00 - luglio e agosto - tutti i giorni compresi sabato e domenica 15,00 ­ 19,00

Biglietto d'ingresso: intero L. 8.000, ridotto L. 6.000

Visite guidate gratuite: a richiesta e su prenotazione

Informazioni : Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Predappio, tel.0543.921222/921738 fax.0543.923417

Ufficio stampa: Studio Pesci, Via G. Petroni 18/3, 40126 Bologna, tel: +39-051-269267, fax: +39-051-2960748; e-mail:gio@mailbox.dsnet.it

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