Centro Nazionale di Fotografia
In barba al Nordest. La rassegna presenta una settantina di immagini su un tema insolito ma artisticamente e antropologicamente rilevante: la barba. A caratterizzare questi ritratti e' la profondita', le ombre e luci che sono regolate a piacere del fotografo, sfidando cosi' i contrasti. A cura di Enrico Gusella.
In barba al Nordest
a cura di Enrico Gusella
Direzione della mostra: Alessandra De Lucia
Si inaugura giovedi' 24 agosto 2006 alle ore 19.00, nel Cortile Pensile di Palazzo Moroni, la mostra fotografica “Francesco Sovilla. In barba al nordest".
La rassegna, promossa dal Gabinetto del Sindaco e dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo - Centro Nazionale di Fotografia in collaborazione con l’Associazione Culturale Miles, presenta una settantina di immagini su un tema insolito ma artisticamente e antropologicamente rilevante: la barba.
Questa caratteristica maschile e' impregnata di simbolismo, variante a seconda delle epoche, delle religioni e delle civilta' e, sebbene la spiegazione della sua utilita' evolutiva sia controversa (difesa contro il freddo, segnale di attrazione sessuale, prestigio per la raggiunta maturita' o protezione contro graffi) e' comunque un elemento importante dell’umanita' maschile. Come afferma Francesco Piero Franchi in L’onor del mento (non mente) “l’uomo ne fa una questione primaria d’onore e d’orgoglio, specie nelle societa' arcaiche: la Bibbia vieta di tagliare la barba sulle guance, ma lo si puo' fare in segno di lutto, tagliare la barba a qualcuno e' ingiuria suprema e presso gli attuali islamisti fanatici e' segno di purezza religiosa, ed e' obbligatoria". Si tratta, in pratica, di popoli lontani dalla nostra civilta', pero' anche Greci e Romani erano impegnati in questa discussione: in eta' greco - classica radersi era segno di grave effeminatezza; ma dopo Alessandro Magno che non portava la barba e' stato difficile coniugare vilta' e rasatura. Piu' tardi i Padri della Chiesa polemizzarono contro gli sbarbati e ascetismo e barba, monaco e peluria, cominciarono ad andare insieme.
Venendo all’eta' moderna ci sono curiose opposizioni ottocentesche: i preti non la portano, i medici condotti si'; i contadini tendono a sbarbarsi, i proprietari terrieri a infoltirsi; notai, avvocati, commedianti e persone di servizio sono quasi obbligati a radersi. Anche la politica ha i suoi segnali: il Risorgimento e' barbuto, l’Illuminismo tendenzialmente rasato; nelle rivoluzioni, Marx e' barbuto, ma Mao no; la Resistenza e' barbuta, il Sessantotto capellone; la musica country ammette la barba, il rock no.
Per quanto riguarda la serie di ritratti fotografici in mostra e' evidente il narcisismo che sta alla base dei soggetti, nei quali la barba occupa un ruolo di primaria importanza. Vi ritroviamo amici, conoscenti, anonimi, che posano felici per il fotografo e si lasciano trascinare da qualche battuta, qualche aneddoto, qualche risata, mentre Sovilla li guarda e indaga dentro a loro col suo occhio fotografico. Per questo negli scatti si coglie la loro essenza, il loro carattere, la loro particolarita'.
A caratterizzare inoltre questi ritratti e' la profondita', le ombre e luci che sono regolate a piacere del fotografo, sfidando cosi' i contrasti, giocando col bianco e nero e catturando il loro essere.
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Biografia
Francesco Sovilla (1956), fotografo e appassionato di jazz, vive e opera a Belluno. Nel 1993 pubblica da Campanotto “Jazz bianco e nero, volti e strumenti", 60 ritratti di musicisti jazz.
Ha esposto in mostre personali ad Andora, Bassano del Grappa, Belluno, Feltre, Milano, Padova, Treviso, Venezia, Verona.
Le sue opere sono presenti in monografie, cataloghi, libri, riviste e quotidiani.
In particolare, ispirato dalla sua passione per il mondo jazz, ha illustrato le copertine di CD musicali, tra le quali quelle di Furio Di Castri e Paolo Fresu, Keptorchestra meets Steve Lacy, Massimo Ferigutti e Pio Sagrillo, Allan Taylor. Nel 1993 la Capanotto Editore di Udine pubblica “Jazz in bianco e nero - volti e strumenti", il suo primo libro di ritratti, che raccoglie 60 ritratti di musicisti jazz fotografati in bianco e nero sotto le luci di scena.
Cortile Pensile di Palazzo Moroni
via del Municipio 1 - Padova
Orario: Da lunedi' a domenica 9.00-18.00
Ingresso libero