Letizia Cariello
Caroline Corbetta
Massimo Bartolini
Bianco-Valente
Botto e Bruno
Emilio Fantin
Federico Fusi
Chioko Miura
Alfredo Pirri
Sara Rossi
Letizia Cariello e Petra Peter. Si inaugura presso il Centro Arte Contemporanea Palazzo delle Papesse di Siena un nuovo appuntamento del ciclo espositivo Atlantide. Il progetto Atlantide, al quale hanno gia' partecipato nelle edizioni precedenti artisti come Massimo Bartolini, Bianco-Valente, Botto e Bruno, Emilio Fantin, Federico Fusi, Chioko Miura, Alfredo Pirri, Sara Rossi, si propone come laboratorio permanente sulla citta' e il territorio della provincia di Siena. I due nuovi progetti espositivi di Letizia Cariello e Petra Peter esplorano la dimensione psicologica e fisica dell’universo femminile.
Letizia Cariello e Petra Peter
"Io, Caterina", un progetto di Letizia Cariello a cura di Caroline Corbetta
"Ciascuno ha cura del suo quotidiano incontro con l'acqua", un progetto di Petra Peter a cura di Agnes Kohlmeyer
Si inaugura presso il Centro Arte Contemporanea Palazzo delle Papesse di Siena un nuovo appuntamento del ciclo espositivo Atlantide
Il progetto Atlantide, al quale hanno già partecipato nelle edizioni precedenti artisti come Massimo Bartolini, Bianco-Valente, Botto e Bruno, Emilio Fantin, Federico Fusi, Chioko Miura, Alfredo Pirri, Sara Rossi, si propone come laboratorio permanente sulla città e il territorio della provincia di Siena. I due nuovi progetti espositivi di Letizia Cariello e Petra Peter esplorano la dimensione psicologica e fisica dell’universo femminile. Letizia Cariello prende spunto dalla figura di Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa che viene festeggiata proprio il 29 aprile; Petra Peter si ispira alle tematiche del quotidiano interpretandole con una sensibilità squisitamente femminile; entrambe proseguono il dialogo aperto con la città ed il territorio di Siena sviluppando un confronto critico tra la produzione artistica contemporanea e le specificità artistiche, culturali e territoriali della città .
L’emblematico titolo Atlantide richiama infatti alla mente la terra sommersa dalle acque e allude a una Siena capovolta, ai suoi canali sotterranei, quindi a una città utopica dove società e natura, architettura e paesaggio convivono armoniosamente.
I progetti
Letizia Cariello
Letizia Cariello realizza un’unità abitativa per l’isolamento domestico.
Il titolo del lavoro, “IO, CATERINAâ€, è una citazione dell'incipit delle lettere
di Santa Caterina da Siena. Caterina Benincasa iniziava ogni sua lettera dalla
clausura al mondo nominando due volte la propria identità : una col pronome
personale "Io" e l'altra col suo nome di battesimo.
Una determinata rivendicazione della propria identità da parte di una donna che
ha lottato per sottrarsi al progetto di vita impostole dalla famiglia, che ha
rifiutato un destino subalterno, se non a Dio. Letizia Cariello trasla questa
attuale rivendicazione del “diritto alla ricerca di sé†su un piano laico,
sottolineando il geniale ribaltamento di segno del progetto oppressivo familiare
e sociale da parte di Caterina e “le altreâ€. L’isolamento all’interno
dell’ambiente domestico come scelta di vita è un’efficace invenzione concettuale
che realizza una dimensione di autonomia e indipendenza e che disarma ogni
tentativo di condizionamento. La prigione diventa un rifugio. Come scrive la
Cariello: “Da questo punto si fa "zero". Ricomincia il disegno di una vita
libera, padrona del codice eversivo che ribalta qualsiasi costrizione attuata
nella rivendicazione di un pensiero creativoâ€.
Formalmente “IO, CATERINA†è una cella in muratura contenente un bagno le cui
dimensioni ne permettono l’uso ad una persona in carrozzina – in totale, poco
meno di 4mq. Sulle pareti sono fissate delle fotografie realizzate dall'artista
che sono frammenti di una narrazione personale, ma non autobiografica. Le
pareti, all’interno, sono dipinte in azzurro fino ad 1 mt da terra; dello stesso
colore - che rappresenta l’acqua, simbolo di sospensione e di isolamento - è
colorata anche la porta d’accesso. Sul tetto c’è un letto su cui si può salire
grazie ad una scaletta fissata su un lato del cubo. Camera da letto e bagno sono
i luoghi protetti dell’intimità quotidiana per eccellenza.
“IO, CATERINA†rappresenta la traduzione spaziale di una dimensione interiore.
Petra Peter
Il lavoro di Petra Peter si confronta con le tematiche del quotidiano,
misurandosi con le cose che sono ben note a ciascuno di noi: cose che
utilizziamo, che agevolano lo svolgimento delle nostre attività quotidiane,
rispetto alle quali, tuttavia, non abbiamo sviluppato sentimenti particolari.
In verità esse non sono immediatamente riconoscibili come tali nei lavori della
Peter. Se raggiungiamo una parte di una delle sue installazioni, nelle grotte
del Palazzo, non è l’universo del quotidiano che ci circonda, quanto piuttosto
un paesaggio di fiaba: i calici di diverse grandezze, candidi come neve, sottili
come un velo, quasi trasparenti, che sembrano fiori sui loro steli sottili
pronti a piegarsi sotto il loro stesso peso e a vibrare ad ogni movimento; in
verità si tratta di minuscoli calchi del nostro corpo, fusi in porcellana
bianca.
La seconda parte della stessa installazione ci parla ancora del corpo,
dell’acqua e del lavare, dunque della quotidianità della vita. Sull'altana del
Palazzo delle Papesse sarà appesa ordinatamente a dei fili con delle mollette
della biancheria immacolata e splendente: camicie, pantaloni, mutande e
reggiseni. Ma anche in questo caso qualcosa disturba la convenzionalità della
scena. La biancheria è più bianca e le taglie sono maggiori di quelle che siamo
soliti vedere. Il materiale di cui è fatta non è, a ben guardare, il classico
cotone, ma il tessuto sottile delle calze da donna.
A questa installazione, che è divisa in due parti e luoghi distinti per la prima
volta, si aggiunge un altro lavoro dal titolo "Inhaltsabgabe" (i.e. perdita di
contenuto), in cui a dei recipienti di plastica trasparenti e appese nella corte
del Palazzo corrispondono altrettanti contenitori colorati sistemati a terra,
nei quali confluiscono, con un ritmo regolare e "rumoroso" i contenuti, cioè le
gocce d'acqua che cadono dall’alto. La Peter ama l’acqua e il mare e ama
rielaborare le proprie stesse esperienze e i ricordi nelle sue opere. E riesce
ogni volta a rinnovare l’incantamento della fusione dell’arte con la vita.
Inaugurazione: 29 aprile 2001, ore 11
orari: feriali e festivi 12-19
costo dei biglietti: intero L. 9.000; ridotto L. 6.000
Palazzo delle Papesse, via di Città 126, Siena. Tel. 0577 22071
La mostra è realizzata con il contributo di:
Monte dei Paschi di Siena, The Charming Hotels, Bayer, Futura wide format,
Siena APT, Protogon Editori Toscani, Gondrand, VideoSistemi, Idroelettrica
ufficio stampa Maria Cammelli, Chiara Calciolari
tel. 0577-220720/21; fax. 0577-42039