L’Ala Est del Museo ospita una mostra nella quale viene presentata una selezione di opere appartenenti all’Archivio del VideoArt Festival di Locarno che il Museo ha ricevuto in donazione nel 2000. L’esposizione, che comprende anche materiali documentari e fotografie di Lorenzo Bianda, vuole essere un omaggio a Bianda, fondatore e anima della manifestazione.
Una selezione di opere appartenenti all’Archivio del VideoArt Festival di Locarno
L’Ala Est del Museo Cantonale d’Arte ospita da martedi' 18 luglio una mostra nella quale viene presentata una selezione di opere appartenenti all’Archivio del VideoArt Festival di Locarno che il Museo ha ricevuto in donazione nel 2000. L’esposizione, che comprende anche materiali documentari e fotografie di Lorenzo Bianda, vuole essere un “Omaggio a Rinaldo Bianda" fondatore e anima di questa manifestazione che, in vent’anni di attivita', ha documentato gli sviluppi di un media sempre piu' importante nella realta' dell’arte contemporanea.
Gallerista, editore, artista, promotore di eventi culturali, fondatore del movimento ecologista ticinese, Rinaldo Bianda (1931-2001) ha dedicato la propria vita all’arte, riflettendo costantemente sull’evoluzione della ricerca estetica nell’era della tecnologia e impegnandosi con ardore infaticabile nel promuovere presso il pubblico le forme d’arte piu' innovative.
La sua avventura ha inizio nel 1962, quando decide di aprire in Piazza Grande a Locarno la Galleria Flaviana, nella quale presenta ampie rassegne in cui sono esposte opere dei principali esponenti dell’arte del Novecento, ma anche numerose personali di artisti quali Jean Arp, Lucio Fontana, Paul Klee, Marc Chagall. Nell’agosto del 1967, al termine di una mostra dedicata alla Pop Art, la Galleria ospita un grande happening nel quale e' il pubblico stesso a diventare protagonista. Questo evento, che innesca nei giornali locali un vivace dibattito sul senso del fare arte, segna la chiusura della sede locarnese della Galleria che, alcuni mesi dopo, riapre in Piazza Riforma a Lugano.
An quegli anni la neider e altriistica locale presentata nella mostra: Ad Ad inNel fermento culturale che caratterizza gli anni a cavallo del Sessantotto, la Galleria si trasforma sempre piu' in un laboratorio di ricerca e sperimentazione, aperto alle esperienze piu' innovative che maturano in ambito internazionale, come testimoniano il concerto Fluxus con il quale viene inaugurata la nuova galleria e la successiva mostra Contempl'azione cui partecipano molti degli artisti che in quegli anni gravitano attorno al movimento dell’Arte Povera: Boetti, Fabro, Nespolo, Mondino, Piacentino, Pistoletto, Zorio, Bonalumi.
Negli anni Settanta, pur non avendo piu' una sede espositiva fissa, la Galleria continua la sua attivita', proseguendo nella produzione di multipli d’artista e dando vita ad azioni di impronta concettuale come nel caso dell’azione La terza Svizzera parla ancora italiano presentata nel 1970 ad Art Basel. L’attivita' in ambito artistico di Bianda era del resto gia' iniziata nel 1969 quando, con lo pseudonimo di Doriani e in collaborazione con Francesco Mariotti, aveva realizzato una scultura per la Biennale di San Paolo costituta da un pentadodecaedro del diametro di 12 metri nel quale si mescolavano suoni, odori e colori.
Nel 1978, la Galleria torna a Locarno, questa volta in Via Varenna, trasformandosi non piu' solo in uno spazio espositivo, ma in un laboratorio nel quale agli artisti vengono messi a disposizione i mezzi per produrre progetti grafici, fotografici e video. Nel 1980, in concomitanza con la mostra Cine-Graphia, dedicata alla rappresentazione del movimento nell’arte, Rinaldo Bianda organizza la prima edizione del VideoArt Festival, manifestazione alla quale dedichera', da questo momento, tutte le sue energie.
Nei primi anni Ottanta, dominati dal ritorno alla pittura, il video, che era stato un elemento fondamentale delle ricerche artistiche degli anni Sessanta e Settanta non gode ancora della fortuna che avra' negli anni successivi nei circuiti museali ed espositivi. Prima manifestazione di questo genere, il VideoArt Festival appare dunque, in quegli anni, come un evento pionieristico, il cui obiettivo non e' solo quello di presentare il lavoro degli artisti, ma anche di dar vita a un osservatorio internazionale sulle nuove tecnologie. Per questo motivo vengono organizzati regolarmente sul Monte Verita', in collaborazione con Rene' Berger, colloqui e simposi che riflettono sugli scenari che si aprono in seguito ai radicali cambiamenti introdotti dalle nuove tecnologie.
Sin degli esordi, Bianda decide di dare al Festival un carattere internazionale. Nel 1981 viene cosi' fondata l’AIVAC, l’Associazione internazionale per il video nelle arti e nella cultura che si fa carico della direzione scientifica del Festival e che attribuisce il prestigioso riconoscimento Laser d’Or. Nella prima meta' degli anni Ottanta passano a Locarno molti dei pionieri dell’uso artistico di questo media, come Nam June Paik che riceve il Laser d’Or nel 1982, Steina e Woody Vasulka, Gianni Toti, Robert Cahen. Negli anni seguenti il Festival si amplia nella regione Insubrica, con manifestazioni a Cannobio, Verbania, Maccagno e si apre alle evoluzioni piu' recenti della comunicazione digitale, integrando dal 1994 anche le esperienze legate a Internet.
L’archivio del VideoArt Festival di Locarno, donato nel 2000 al Museo Cantonale d’Arte, con i suoi oltre 3500 titoli, rappresenta una delle piu' importanti e vaste raccolte video a livello internazionale e permette di documentare l’evoluzione di questo linguaggio dagli anni Sessanta ad oggi. Per garantire la conservazione di questo patrimonio si sta procedendo in questi anni, grazie al sostegno e alla collaborazione di Memoriav (l’associazione per la salvaguardia della memoria audiovisvisa svizzera) ad un progressiva digitalizzazione dei materiali video.
Museo Cantonale d'Arte
via Canova 10 - Lugano
Orari: Martedi' 14-17, da mercoledi' a sabato 10-17, domenica 10-17, lunedi' chiuso