Museo Archeologico Nazionale
Taranto
Corso Umberto I, 41
099 4532112 FAX 099 4594946
WEB
Arsenale Mediterraneo per le Arti Contemporanee
dal 25/7/2006 al 19/3/2007
WEB
Segnalato da

Lacarbonara Roberto




 
calendario eventi  :: 




25/7/2006

Arsenale Mediterraneo per le Arti Contemporanee

Museo Archeologico Nazionale, Taranto

Il complesso delle attivita' si articolera' e si diversifichera' in diverse sezioni. La sezione "Genius loci": mostra "Motivi" (26 luglio - 26 settembre) e "Ciro De Vincentis: fotografia come poesia" ( 30 settembre - 5 novembre). La II: "Ultime generazioni" e' dedicata agli artisti emergenti ed e' intitolata "Primo scalo", e vedra' una successione di sei mostre personali. La III sezione video ospitera' la rassegna annuale della migliore produzione videoartistica italiana "Yearbook 2006 - Annuario della videoarte italiana". Per concludere "Mediterraneo Contemporaneo" (1 dicembre 2006 - 25 febbraio 2007), rassegna internazionale d'arte visiva.


comunicato stampa

Varie mostre

Ha preso il via l'articolato programma di attivita' culturali - che si terranno a Taranto dal 26 luglio 2006 al 20 marzo 2007 - del Museo di Arte Contemporanea denominato “Arsenale Mediterraneo per le Arti Contemporanee", progetto museale nato dalla volonta' dell’Amministrazione Provinciale di Taranto di dotare la provincia jonica di una struttura di servizio che stabilmente operi nel campo delle arti contemporanee.

“Una struttura di servizio basica - afferma Giuseppe Vinci, Assessore ai Beni Culturali e P. I. della Provincia di Taranto - cioe' una infrastruttura, che al pari delle strade, dei porti e delle ferrovie serva allo sviluppo del territorio e alla crescita della comunita': perche' le arti (e la ricerca delle nuove forme espressive, della bellezza e della creativita' - che ne sono il presupposto) sono direttamente connesse alla nostra quotidiana qualita' della vita; perche' questa parte della Puglia abbia accanto ad un Arsenale Militare cosi' legato alla sua storia industriale, un Arsenale che costruisca - attraverso le arti, appunto - una civilta' piu' alta del luogo; perche' il Mediterraneo e' stato, e', e sara' il luogo naturale in cui scambiamo da sempre - con tutti gli altri popoli che si affacciano sulle sue sponde - frammenti delle nostre rispettive scambiabili identita', in un circuito inarrestabile e infinito".

Questo progetto e' stato intrapreso alla fine dello scorso anno con un primo tributo a Antonio Michelangelo Faggiano - tarantino affermatosi (come al solito) fuori dalla sua terra - e con delle giornate di studio (“Verso il Museo del Mediterraneo") svolte con i preziosi contributi di Paolo Balmas, Renato Barilli, Antonio Basile, Riccardo Carazzetti, Bruno Cora', Antonio d'Avossa, Giulio De Mitri, Luigi Paolo Finizio, Pietro Marino, Tonino Sicoli, unitamente ad un intenso percorso di incontri, conferenze e laboratori didattici, che hanno offerto a Taranto e alla Puglia momenti di alta cultura, sia nello specifico visivo che in quello didattico. La collaborazione istituzionale della Regione Puglia sta ora consentendo al progetto un suo effettivo e determinante decollo.

Il complesso delle attivita' che qui presentiamo si articolera' e si diversifichera' in diverse sezioni. La prima, la sezione “Genius loci", ospita due eventi: la mostra “Motivi" (26 luglio - 26 settembre), curata dal critico Valerio Deho', e sta a significare la volonta' di interpretare in termini nuovi le tradizioni identitarie della citta', e di dare un contributo al suo passato storico con i lavori di tre tarentini (Andrea Indellicati, Sante Polito e Alfredo Quaranta), che con differenti linguaggi, percorrono gli aspetti della ricerca artistica contemporanea; il secondo evento e' una mostra intitolata “Ciro De Vincentis: fotografia come poesia" ( 30 settembre - 5 novembre) che ha come fulcro il lavoro fotografico De Vincentis, testimone delle problematiche socio-economiche della provincia di Taranto tra gli anni '40 e gli anni '90, e documenta i piu' significativi processi di trasformazione del Meridione d'Italia, con particolare attenzione a Taranto e alla sua provincia.

La seconda sezione “Ultime generazioni" e' dedicata agli artisti emergenti ed e' intitolata “Primo scalo", e vedra' una successione di sei mostre personali (ottobre 2006 - marzo 2007), curate dal critico Antonella Marino, ed ha l’obiettivo semplice e chiaro di contribuire alla promozione del lavoro dei giovani artisti pugliesi, sollecitando l'interesse nei loro confronti da parte di critici, galleristi, collezionisti, e non solo nella nostra regione ma anche in altre aree del paese.

La terza sezione e' quella video che ospitera' la prima rassegna annuale della migliore produzione videoartistica italiana “Yearbook 2006 - Annuario della videoarte italiana", rassegna promossa ed organizzata dal Settore Arte Contemporanea del Dipartimento di Arti Visive dell'Universita' di Bologna, ed e' curata dal critico Renato Barilli, offre, con la presenza di quarantaquattro artisti italiani (da Eva Marisaldi a BiancoValente, da Giulio De Mitri a Sarah Ciraci', da Cuochi Corsello a Caterina Arcuri, etc., etc.), un ventaglio di immagini delle diverse possibilita' tecniche e stilistiche che questo mezzo artistico consente di sviluppare. I video verranno proiettati in due diversi periodi (10-11-12 novembre / 4-5-6 dicembre) e in tre lunghe sequenze di un'ora e mezzo ciascuno, secondo criteri organizzativi.

E per concludere nello specifico delle arti visive, appuntamento con la quarta sezione “Mediterraneo Contemporaneo" (1 dicembre 2006 - 25 febbraio 2007), rassegna internazionale, curata dal critico Antonio d'Avossa, vedra' la presenza di noti artisti proveniente dai paesi del Mediterraneo (Albania, Bosnia, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Spagna, etc.), e intende offrire un vasto e diversificato panorama della produzione artistica realizzata nei Paesi del Mediterraneo con i piu' diversi linguaggi dell'espressione artistica: pittura, scultura, installazione, fotografia, video, evidenziando cosi' la possibilita' di convivenza, all'interno dello stesso spazio e della stessa idea, di questi diversi linguaggi. Gli artisti invitati realizzeranno un'opera site specific.

Dalle arti visive alla didattica dell'arte con altri appuntamenti (settembre - dicembre). Dalle lezioni teoriche con i critici Pietro Marino e Bruno Cora' a quelle visive del fare arte con lo scultore Giuseppe Spagnulo. Si affronteranno i temi dell'arte nella societa', il suo ruolo e le sue mutazioni nel contesto generale della fenomenologia e della comunicazione visiva ed estetica. Sino alla sfida della gravita' della materia con il senso inedito che l'artista Spagnulo da' alla sua scultura. Le lezioni, i seminari e i laboratori saranno rivolti a docenti e studenti delle scuole artistiche di Taranto e provincia e delle Accademie di Belle Arti di Bari, Foggia, Lecce e Catanzaro.

Ed infine un importante appuntamento e' fissato per il 20 settembre, con la presentazione del progetto istituzionale dell'ARMAC (Arsenale Mediterraneo per le Arti Contemporanee) e degli Atti del convegno tenutosi a dicembre dello scorso anno. A quest'appuntamento parteciperanno Giuseppe Andreassi, Paolo Balmas, Antonio Basile, Antonio d'Avossa, Giulio De Mitri, Luigi Paolo Finizio, Pietro Marino, Tonino Sicoli. Una ulteriore occasione di confronto e di nuovi e possibili sviluppi.

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Motivi - Lavori di Sante Polito, Andrea Indellicati e Alfredo Quaranta

A cura di Valerio Deho'

La Provincia di Taranto, nell’ambito degli eventi dell’Arsenale delle Arti per l’Arte Contemporanea, promuove la mostra “Motivi", ospitando nelle sale del Museo Archeologico Nazionale i lavori degli artisti pugliesi Sante Polito, Andrea Indellicati ed Alfredo Quaranta.

L’evento, curato dal critico d’arte Valerio Deho', chiama al confronto gli artisti e propone una dissertazione a tre sui differenti -motivi- da cui prende vita il loro piu' recente lavoro di ricerca ed indagine.

Si passa dall’esplorazione del nero e dell’Assoluto di Quaranta, ai fiori e alla loro ambivalenza di Indellicati, alla solida matericita' delle foglie di pietra di Polito.
Si parte da motivi-motivazioni lontane tra loro per porsi domande e cercare risposte a questioni esistenziali e si giunge a dimensioni plurali.

In catalogo i testi critici di Valerio Deho', Antonio Basile e Roberto Lacarbonara. (Comunicato stampa di Mariagrazia Taddeo)

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Testo critico di Valerio Deho'

Nella parola “motivo" si nascondono inganni. E nella traduzione ricorsiva della critica, certe volte e' meglio sgombrare il campo da imperfezioni e scorie semantiche.

Il “motivo" in arte storicamente appare con l’Impressionismo e non e' altro che l’occasionalita' del dipingere. Non e' importante cosa si dipinge, ma lo e' invece l’atto stesso, la decisione che viene presa, cioe' tutto quanto sta a monte di quella rappresentazione o frammento di essa, che poi definitivamente appartiene all’opera. Il “motivo" e' quindi non un surrogato del “soggetto", ma la sua negazione, ne certifica la sua scomparsa come patente di significato, come referente linguistico.

Pero' la parola “motivo" e' anche un elemento della decorazione, un segno che si ripresenta, qualcosa che ritorna in una struttura musicale come in una struttura pittorica. I “motivi floreali" ne sono un esempio, banale, ma diretto. Si tratta di avere davanti qualcosa che E. Gombrich ha saputo collegare alla pulsione dell’uomo verso la ripetizione, verso l’abitudine, verso il cercare e ritrovare degli oggetti anche visivi, abituali. E naturalmente in questa ciclicita' s’intuisce un’attivita' fondamentale che vuole fissare la presenza umana oltre l’accaduto o l’incidente, ma direttamente nella vita di tutti i giorni. Quel “senso dell’ordine" che presiede all’attivita' della decorazione, e' la resa di uno spazio umano, sottratto alla natura, quindi, e per questo mai uguale a se stesso. Ripetizione differente, quindi, come modificazione continua, come verifica e completamento di un ciclo vitale.

E “motivo" sta anche per “motivazione", per una sintesi di volonta' di comprendere anche cio' che non e' comprensibile. Volonta' di comunicare stati d’animo e tensioni emotive in bilico tra forma e ragione, com’e' nel lavoro di Alfredo Quaranta, in cui gli elementi pittorici possiedono una propria stabilita' dal potenziamento nei materiali. In questo si vede come l’occasionalita' della pittura e' una verifica delle insidie dell’esistenza e della fragilita' dei corpi. Proprio la rifrazione dei materiali, la loro poetica di scambio simbolico, fa si' che le opere di Quaranta anche laddove sono costruite su scansioni e accenni di pattern, tendono sempre a unicizzare la visione nel suo punto di crisi.

L’attenzione dell’artista e' spostata sul particolare che nega, sulla visione d’assieme che trova una smentita dall’analisi dei particolari che rigenerano il focus della visione. Sembra che la certezza e la solidita' dei materiali, sia funzionale ad una loro messa in crisi formale, come se dessero sostegno ad una caducita' eterna e sospesa. Lo stesso colore se non si riflette nell’assorbenza del nero, e' spento e inattivo se non nel suggerire uno stato d’animo come nuance, come passeggera ombra che attraversa velocemente la terra.

Invece la materia di Sante Polito non solo ha la solidita' della pietra, ma possiede anche dentro una dinamica temporale necessaria. L’artista lavora sui segni e questi provengono da profondita' arcane come nel caso della spirale o degli elementi decorativi floreali, che segnano ritmi vegetali e sequenze geometricamente scandite. Sante Polito opera quindi su un doppio livello: da un lato recupera quei materiali che appartengono alla tradizione costruttiva pugliese, come i materiali delle masserie in disuso, dall’altro su questa memoria intreccia forme antropologicamente riconoscibili, semplici. In questa elementarita' si avvalora la diacronia e nel contempo la riattualizzazione.

Il contemporaneo diventa una soglia, un limite, uno spazio di comunicazione tra tempi diversi che la cultura dell’arte riscopre e conserva. Non un semplice lavoro sulla memoria, ma sulla capacita' della forma di superare il tempo, dandogli rinascimento e non negandolo.

Ma anche sul termine “fiore" c’e' qualcosa che va oltre il significato lessicale. Spesso sta ad indicare un’eccellenza, il “meglio" del verso russo o l’aspetto visibile e “bello" del male di vivere. Per Andrea Indellicati L’icasticita' colorata della rappresentazione, porta su questa strada. Apparenze eteree e fluttuanti al vento, stampe su tessuto ma di forte esistenza pittorica, i suoi fiori sono icone rinnovate e felici. Per l’artista vi e' non solo la scelta del “motivo" come extra-ordinaria presenza decorativa, ma anche la scelta poetica di lavorare sulla traducibilita', rafforzando quindi l’elemento ripetitivo.

E in questo coraggio da parte comunque di un artista che sa perfettamente operare con la grafica e con il segno, che si capisce come concettualizzare il “motivo" vuol dire anche sgombrare il terreno dalle scorie prodotte dalla pittura figurativa. Il doppio livello di resa comunicativa crea di fatto l’iperbole del simbolo, la sua replica meccanica che contrasta e amplifica la matrice espressa attraverso una tecnica piu' tradizionale.

Questi “fleurs" per paradosso aspirano al basso, alla moltiplicazione, al disperdersi tra la gente come presenze e abitudini. E anche questo e' un segno di forte contemporaneita' perche' la pubblic art ormai appare come una via d’uscita ai limiti del museo e degli spazi espositivi ma anche la replica a chi vuole continuare a leggere nella provocazione e nello scandalo, qualsiasi manifestazione d’oggi. Andrea Indellicati conosce quindi la “ripetizione differente", ma da' anche voce alla semplicita' della comunicazione mediale, in un confronto aperto con la manualita' e l’intuizione.

Altri motivi, altre considerazioni per fare e vivere l’arte.
Valerio Deho'

Vernissage: mercoledi' 26 luglio 2006 alle ore 18:00.

Museo Nazionale Archeologico
c.so Vittorio Emanuele II (Palazzo Pantaleo) - Taranto

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