Musei Civici Veneziani - Comunicazione e Ufficio Stampa
La mostra espone circa duecento lavori della pittrice, per lo piu' provenienti dal suo studio, la maggior parte dei quali realizzata tra il 2003 e il 2006 e incentrata sugli esiti ultimi della sua ricerca espressiva, dedicata, con la serie dei Terrestri, alla rappresentazione vitale dell’energia del vivere umano.
I terrestri
La mostra espone circa duecento lavori della pittrice, veneziana di nascita, per lo
piu' provenienti dal suo studio, la maggior parte dei quali realizzata tra il 2003 e
il 2006 e incentrata sugli esiti ultimi della sua ricerca espressiva, dedicata, con
la serie dei Terrestri, alla rappresentazione vitale dell’energia del vivere umano.
L’allestimento di Daniela Ferretti e' concepito per restituire il clima e la temperie
dello straordinario studio-casa dell’artista: lo spazio espositivo e' rimodellato in
strutture poligonali e raccolte, che fittamente ospitano le tele, come in un
atelier, aperto e chiuso al tempo stesso, con cui il visitatore entra in contatto
anche emotivo. Dentro e fuori di queste strutture largamente dedicate ai Terrestri,
trovano spazio esempi significativi dell’intenso percorso artistico di Ida Barbarigo
a partire dagli anni Sessanta.
Catalogo Marsilio con testi di Giandomenico Romanelli, Jean Clair e Kosme de Baranano.
Piu' che una mostra, e' una costruzione unitaria in cui le suggestioni si fondono.
Nella serie dei Terrestri -la piu' recente produzione dell’artista - pare raffigurata
l’intera umanita', con un posto per ognuno, senza tralasciare o dimenticare nemmeno
un singolo individuo. Tele di diverse dimensioni diventano sede di un frenetico
operare: qui gli “umani" entrano, si fermano, escono, senza essere veramente
coscienti di cio' che accade loro, ma lasciandosi trasportare dal puro trascorrere
della vita.
Sono per l’appunto terrestri, “semplicemente" affaccendati nelle loro
attivita' quotidiane, coinvolti dalla moltitudine di accadimenti ed emozioni che
concorrono a costruire i percorsi esistenziali in un ininterrotto pulsare di
energia. E proprio questo entrare ed uscire, questo coinvolgimento emotivo e
accogliente si esprimono anche nelle originali strutture espositive, poligoni al
tempo stesso chiusi e aperti, creati per costruire il percorso ideale di approccio
ai Terrestri di Ida, come nel suo atelier.
Accanto ai Terrestri, in un rimando
formale di sorprendente coerenza, trovano spazio citazioni di momenti diversi del
lungo percorso espressivo dell’artista. Se Saturno (1997), padre mitologico di tutti
i terrestri, apre idealmente la mostra, dipinti importanti degli anni ’60 , da
General dixi doman piovi (1964) a L’uomo di pietra (1967), dialogano e si incrociano
con le produzioni piu' recenti. Uno spazio specifico, fuori dai poligoni con i
Terrestri, e' dedicato a una scelta di opere realizzate negli ultimi quarant’anni,
rappresentative dei diversi esiti della sua lunga ricerca espressiva, tra cui
Seggiole e tavolini (1962), Passeggiata per scommessa (1963), Passeggiata bizantina
(1963).
Dall’osservazione di semplici oggetti comuni - le “sedie" e i “tavolini"
che spesso a Venezia si trovano nei campi e in piazza-, nascono opere caratterizzate
da un intreccio armonico di linee. Il soggetto e' un pretesto per potersi avvicinare
a quel mondo brulicante di vita che si manifesta all’aperto, tra i tavoli e le sedie
fuori dai caffe'. Nelle prime opere non vi e' presenza umana e solo in seguito la
linea delle persone si coniughera' a quella degli oggetti. I titoli delle opere sono
talvolta, come in General dixi… frasi rubate alle persone e manifestano il sottile
approccio di Ida Barbarigo alla vita e alla realta' che osserva acutamente, cercando
di afferrarla con sguardo ironico.
Questa attenzione alla vita - intesa come privilegio dell’essere al mondo - puo'
celare a volte un velo di malinconia - come nelle figure solitarie sedute ai
tavolini - o di angoscia, come nei Persecutori o nella serie dei Giudici o nelle
Sfingi, rappresentanti di un’umanita' minacciosa e manipolatrice, sapientemente
tratteggiati in atmosfere cupe e stilisticamente improntate a un espressionismo
essenziale.
Con i Terrestri questa vena scompare lasciando il posto a un fluire ininterrotto di
energia, nel permanere dell’identita' e della forza del segno.
Vernice stampa: Giovedi' 31 agosto e venerdi' 1 settembre 2006 dalle 11 alle 15
Venerdi' 1 settembre 2006 alle ore 18, al piano terra di Palazzo Fortuny, verra'
inaugurata la mostra
Museo Fortuny
San Marco 3780 - (ingresso da Campo San Beneto) - Venezia
Biglietto:
Comprensivo anche della visita al primo piano del museo e alla mostra “L’Occhio di
Fortuny"
Intero euro 4
Ridotto euro 2,50
Ragazzi da 6 a 14 anni; accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi; studenti* dai
15 ai 29 anni; accompagnatori (max. 2) di gruppi di studenti; cittadini U.E.
ultrasessantacinquenni; personale* del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali;
titolari di Carta Rolling Venice
gratuito:
residenti nel Comune di Venezia; bambini 0/5 anni; portatori di handicap con
accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici* che accompagnino gruppi;
capigruppo (gruppi di almeno 21 persone previa prenotazione); membri I.C.O.M;
possessori del museum Pass dei musei Civici Veneziani
*e' richiesto un documento