Nelle sale espositive dell'Accademia Nazionale di San Luca si e' inaugurata la mostra sull'opera grafica di Aldo Bandinelli. Curata da Achille Perilli, la mostra presenta un centinaio dei lavori a penna, china, tempera, di un artista che come disegnatore e illustratore, prima che come pittore, ottenne larghi apprezzamenti a livello nazionale.
Nelle sale espositive dell'Accademia Nazionale di San Luca si è inaugurata la mostra sull'opera grafica di Aldo Bandinelli.
Curata da Achille Perilli, la mostra presenta un centinaio dei lavori a penna, china, tempera, di un artista che come disegnatore e illustratore, prima che come pittore, ottenne larghi apprezzamenti a livello nazionale. Nel 1920 la rivista "Fortunio", quindicinale di teatro e cinema diretto da Luciano Doria e Nunzio Malasomma, lo presentava come "il più giovane illustratore italiano", "geniale", "caro e quasi necessario ai lettori delle più eleganti riviste". Nel 1934 Vanni Scheiwiller lo incluse con sei opere - il massimo consentito - nel gruppo di artisti presentati a St. Gallen (Wildt, Bartolini, Carrà , Castrati, De Chirico, Funi, Manzù, Moranti, Sironi, Soffici) nella "Prima mostra in Svizzera della grafica moderna italiana". Aldo Bandinelli aveva cominciato a lavorare come illustratore nel 1916, all'età di diciannove anni, su uno dei più bei settimanali satirici italiani, "Numero", che si ispirava al monacense "Simplicissimus" e a cui collaboravano i massimi disegnatori del tempo, da Sto a Sinodico, da Golia a Angioletta. Fino a metà degli anni '20 i disegni (e anche delle bellissime copertine a colori) di Aldo Bandinelli apparvero, si può dire, su tutti i periodici illustrati del tempo, dalle "Cronache di Attualità " di Bragaglia a "Primato", da "Penombra" a "Donna", da "Ardita" a "La Lettura" ed altri ancora.
La mostra dell'Accademia di San Luca si limita a presentare una serie di disegni, in particolare "chine", per lo più non destinati alla pubblicazione, ma a restare come appunti, spesso veri e propri abbozzi di quadri futuri, come dimostrano le quadrettature a matita. Esponente, negli anni Venti, di quella che Paola Pallottino ha chiamato la "linea della vittoria", dal gusto "art déco" sinuoso e delicato, Bandinelli scoprirà , agli inizi degli anni '30, la tecnica della china tipica dell'arte giapponese, che gli consentiva di realizzare rapidi, fulminei schizzi nei quali l'immagine è colta nel gioco della luce e dell'ombra. Con questa tecnica collaborò per due anni a "Quadrivio". L'opera grafica di Bandinelli è stata studiata in particolare dalla prof. Paola Pallottino e dalla dott.ssa Silvia Evangelisti (cfr. catalogo mostra 1989). La maggior parte dei disegni esposti all'Accademia di San Luca è destinata a gallerie pubbliche, secondo accordi già assunti da tempo.
Come pittore, Aldo Bandinelli partecipò, tra le altre, alle seguenti esposizioni: Seconda e Terza Biennale Romana (1923, 1925), Mostra del Gruppo Romano della Casa d'Arte Bragaglia (1926), Prima e Seconda Mostra del Novecento italiano (1926, 1929), Mostra del "Convegno di Roma" (1929), Exposition Art Italien Moderne, Parigi (1929), Prima Quadriennale di Roma (1931). Si chiuderà poi in lungo periodo di tormentato silenzio e solitudine.
Dopo la sua morte, una prima retrospettiva venne realizzata nel 1979 a Palazzo Braschi. Altre mostre si sono successivamente tenute a Firenze, Pisa e Ferrara (1997). Opere di Bandinelli sono alla GNAM, alle Gallerie Civiche di Ferrara, a Palazzo Pitti e nella collezione Assitalia.
Costo del catalogo in mostra: £. 20.000
La mostra sarà aperta al pubblico: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00; domenica giorno di chiusura
ingresso libero
Per informazioni:
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Ufficio stampa:
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