L'opera diagonal space e' una linea zig-zagante di fuoco che si disegna nel contenitore architettonico rendendolo luogo visionario e concreto allo stesso tempo. L'opera infatti, osservata dalla strada attraverso la porta a vetri, appare come un'immagine straniante e bella nella sua improbabilita'.
diagonal space
BASE / Progetti per l'arte presenta venerdi' 15 settembre 2006, dalle ore 19, l'installazione dell'artista danese Jeppe Hein appositamente costruita e ideata per lo spazio. L'opera diagonal space e' una linea zig-zagante di fuoco che si disegna nel contenitore architettonico rendendolo luogo visionario e concreto allo stesso tempo. L'opera infatti, osservata dalla strada attraverso la porta a vetri, appare come un'immagine straniante e bella nella sua improbabilita'. Percorrendo lo spazio all'interno, invece, la figura immateriale si rivela essere presenza scultorea che segna, attraversa e organizza lo spazio in tutta la sua lunghezza costringendo il fruitore a tener conto del suo essere li' e delle sue azioni sollecitato fisicamente dall'elemento naturale ed imprevedibile del fuoco.
Pura astrazione e vitalita' organica, immanenza della forma/idea e temporalita' dell'esperienza sono gli elementi in contraddizione che coesistono assieme in questo intervento ambientale. L'intento di Jeppe Hein, quando si confronta con l'architettura e i luoghi dell'arte, e' evidenziare e concretizzare le modalita' di esperire quel luogo da parte dello spettatore che viene chiamato a riflettere sulle sue reazioni sia a livello fisico che psichico. Per questo motivo le sue opere sono determinate da regole matematiche (come il ritmo, la ripetizione, la rifrazione della luce) e dall'estetica rigida del minimalismo, ma in cui irrompe l'imprevedibilita' del momento della fruizione. L'oggetto-scultura per lui e' un innesco e campo di azione piu' che il fine. Questo e' evidente con la fontana space in action / action in space esposta alla Biennale di Venezia del 2003, al parco di villa Manin nel 2004 e nell'ultima edizione di Art Unlimited ad Art Basel, in cui stanze momentanee si materializzavano per effetto di getti di acqua che emergevano da una piattaforma al cui interno catturavano lo spettatore attratto da questa dimensione di gioco e di visualizzazione di spazi immateriali.
Jeppe Hein, (Copenhagen, 1974) vive e lavora a Berlino. L'opera di Hein nasce da un'indagare e da una nuova pratica delle regole dell'estetica della scultura minimalista anni 70. Queste forme pure che dovevano dichiarare solo la loro presenza al di la' del contesto espositivo o dei significati simbolici vari nel caso di Jeppe Hein si caricano di un dinamismo, di un'autonomia e di una pericolosita' attiva che coinvolgono lo spazio architettonico in cui si situano e chiedono la partecipazione diretta dello spettatore instillando reazioni fisiche e psichiche immediate. In questi ultimi anni molte opere sono la destrutturazione del concetto forma topica del cubo. L'altro elemento utilizzato spesso da Hein per realizzare un'esperienza diversa da quella che ci si aspetterebbe normalmente e' la panchina (serie di lavori dal titolo significativo di isole), ovvero l'oggetto di arredo urbano per eccellenza o presenza passiva all'interno dei musei. Queste opere in cui usa la scultura o anche interventi ambientali come 360 gradi di presenza in cui lo spazio della galleria Johann Koenig (Berlino, 2002) portava le tracce di una pressione continua di una sfera di metallo su tutto il suo perimetro o moving wall 180 alla galleria Nicolai Wallner (Copenhagen, 2001) agiscono e puntano a rendere evidente il rapporto tra spazio tangibile e la sua percezione. Tra le prossime mostre di jeppe Hein anticipiamo la personale alla Tate Modern di Londra e allo Sculture center di New York, oltre alla partecipazione alla Biennale di Liverpool e a Momentum a Moss in Norvegia. Il 22 di settembre inaugurera' la mostra personale alla Galleria Zero di Milano.
BASE / Progetti per l'arte e' un'idea di artisti per altri artisti. BASE e' un luogo unico per la pratica dell'arte in Italia, la cui attivita' iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i piu' interessanti dell'arte del duemila. BASE e' un dialogo sulla contemporaneita' aperto ad un confronto internazionale. Attualmente fanno parte del collettivo di BASE / progetti per l'arte: Mario Airo', Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori. Fino adesso si sono tenute a BASE mostre di Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca Pancrazzi, John Nixon & Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Gino De Dominicis, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti , Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airo', Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, Francois Morellet, Bernhard Rudiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti che hanno presentato progetti inediti pensati per lo spazio di BASE. Prossime mostre: Gerwald Rockenschaub, Armin Linke, Stefania Galegati, Jonathan Monk, Maurizio Mochetti, Diego Perrone...
L'attivita' di BASE e' sostenuta dal collettivo di artisti e dall'associazione BASExBASE.
Opening venerdi 15 settembre 2006, dalle ore 19,00
Base
via San Niccolo' 1- Firenze
Orari: da martedi' a sabato, dalle 17 alle 20 / 0-24 come vetrina