Pioniere nelle avanguardie artistiche del primo 900, dal fauvisme al cubismo, e precursore del classicismo degli anni a seguire. La parte centrale della rassegna e' dedicata ai ritratti e alle nature morte del cosiddetto "periodo gotico" (1912-14), prosegue con una galleria di ritratti e di nudi degli anni '20 e '30, si chiude con le grandi composizioni decorative eseguite a partire dal 1935. Questa rassegna e' organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con lo Statens Museum for Kunst di Copenaghen.
Retrospettiva
A cura di Isabelle Monod-Fontaine
Quest'autunno, a Palazzo dei Diamanti, una retrospettiva dedicata ad Andre' Derain
(1880-1954) e' l'occasione per riscoprire una figura chiave nella storia dell'arte
moderna.
Pioniere delle piu' audaci avanguardie artistiche del primo Novecento, dal
fauvisme al cubismo, precursore del classicismo degli anni Venti e Trenta, Derain e'
stato celebrato nei primi decenni del secolo scorso come uno dei massimi artisti
viventi, al pari di Matisse e Picasso. La sua fortuna e' tramontata, tuttavia, dopo
la seconda guerra mondiale, soprattutto a causa dell'atteggiamento controverso
assunto durante l'occupazione e della partecipazione a un viaggio di propaganda in
Germania nel 1941, ed il silenzio critico e' calato sulla sua opera. Solo di recente
alcune pubblicazioni scientifiche e una serie di importanti rassegne internazionali
hanno riacceso l'interesse su Derain, restituendogli la statura di grande maestro
del Novecento.
In Italia, dove soggiorno' nel 1921, Carlo Carra' riconobbe in lui un profondo
conoscitore della cultura figurativa italiana. Fin dagli esordi Derain aveva infatti
affiancato la piu' ardita sperimentazione formale allo studio appassionato dei
maestri antichi, tracciando una strada che ebbe grande seguito in tutta Europa e
anche in Italia. Ciononostante, pochissime mostre gli hanno reso omaggio nel nostro
paese.
Questa rassegna, organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con lo Statens Museum
for Kunst di Copenaghen e curata da Isabelle Monod-Fontaine, e' la prima
retrospettiva dedicata in Italia a Derain da trent'anni a questa parte. Il generoso
concorso di alcuni tra i maggiori musei del mondo ha permesso di ricostruire le
diverse fasi del suo percorso creativo, dal 1899 alla data della sua morte.
La selezione di opere giovanili con cui si apre la mostra racconta quel brevissimo
volgere di anni in cui il pittore, bruciando le tappe, assimilo' le conquiste degli
impressionisti, di Van Gogh e di Gauguin, per approdare a quella rivoluzione
nell'arte moderna che fu il fauvisme. Prima avanguardia storica, all'alba del
Novecento, il fauvisme ha sovvertito i canoni della rappresentazione classica e
naturalistica per tradurre sulla tela, in un'esplosione di colori puri, l'universo
delle emozioni che agitano l'animo dell'artista di fronte alla realta'.
Una sequenza di capolavori accompagna il visitatore alla riscoperta di questa straordinaria
stagione: I dintorni di Collioure (1905), che documenta l'incontro con l'abbagliante
luce mediterranea e il sodalizio artistico con Matisse; Il ponte di Waterloo (1906),
eseguito a Londra, sulle orme di Monet, per il celebre mercante d'arte Ambroise
Vollard; o ancora un manifesto della vita bohe'mienne di Montmartre come Donna in
camicia (1906), dipinto con colori dissonanti ed una grafia nervosa e caricaturale,
che mettono a nudo l'indole felina e provocatoria della modella.
Il fascino occulto dell'arte primitiva, insieme alla grande lezione di Ce'zanne sono
la chiave della successiva svolta di Derain. Essa trova espressione innanzitutto
nella xilografia e nella scultura in pietra, di cui uno dei rari, bellissimi esempi
e' Nudo in piedi del 1907, un'"Eva tahitiana" o indiana dai volumi appena sbozzati.
Nelle nature morte e nei paesaggi del sud della Francia e della Spagna (1907-11),
protagonisti della sezione successiva, il pittore sperimenta una semplificazione
geometrica delle forme che affianca le prime ricerche cubiste degli amici Picasso e
Braque.
La parte centrale della rassegna e' dedicato ai ritratti e alle nature morte del
cosiddetto "periodo gotico" (1912-14), maestose e ascetiche icone d'ispirazione
medievale, che esercitarono una misteriosa seduzione su generazioni di artisti e
poeti. Un nucleo eccezionale di prestiti provenienti da San Pietroburgo, Copenaghen,
Parigi, Washington e New York ha permesso di riunire alcuni tra i massimi esiti di
questa grande stagione del pittore, fra i quali il Ritratto di Lucie Kahnweiler
(1913), due celebri versioni del Ritratto di ragazza (1913-14), o ancora la Natura
morta con tavolozza (1914).
Dopo la drammatica parentesi della prima guerra mondiale, Derain non cesso' piu' di
interrogare i maestri del passato e di inseguire i loro segreti perduti,
renterpretando in chiave moderna la pittura Tiziano, di David o di Renoir. Lo
documenta in mostra una galleria di ritratti e di nudi degli anni Venti e Trenta,
splendidamente eseguiti, spogli da ogni elemento accessorio e torniti da una calda
luce dorata, come il renoiriano Nudo del 1925. Un posto di rilievo e' poi riservato
alla serie dei ritratti della nipote Genevie've (1931-38), ancora adolescente oppure
gia' ragazza, che ebbero un'influenza determinante sulla pittura di Balthus.
Derain e' anche il maestro delle nature morte (1925-1945): sia che si ispiri ai
grandi olandesi, sia che reinterpreti l'arte romana, egli sembra evocare
"l'apparenza meravigliosa, attraente e sconosciuta di ogni cosa", per usare le
parole di Giacometti che fu suo grande ammiratore.
La mostra si chiude con le grandi composizioni decorative eseguite a partire dal
1935, scenografiche "messinscene" teatrali che testimoniano una rara qualita' di luce
e di materia.
Palazzo dei Diamanti
C.so Ercole d'Este, 21 - Ferrara
Orario: aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedi' incluso dalle 9.00 alle 19.00.
Aperto anche: 1 novembre; 8, 25, 26 dicembre; 1 e 6 gennaio.
Ingresso: intero 9.00; ridotto 7.50, scuole 4.00.