Diverse sedi
Torino

Carlo Mollino
dal 19/9/2006 al 6/1/2007
gam: Tutti i giorni 10-19, giovedi' 10-23, chiuso lunedi'; rivoli: da martedi' a giovedi': 10-17 da venerdi' a domenica: 10-21

Segnalato da

Daniela Matteu



approfondimenti

Carlo Mollino



 
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19/9/2006

Carlo Mollino

Diverse sedi, Torino

Il Castello di Rivoli e la GAM di Torino dedicano una grande mostra a una delle figure piu' singolari della cultura italiana. Le due mostre offrono un'ampia visione della ricca esperienza di Mollino chiarendo lo spirito, la poetica, le tematiche e la qualita' del suo lavoro come architetto. Sono esposti rari mobili autentici, oggetti, progetti e una vasta sezione e' dedicata alla fotografia. A cura di Fulvio e Napoleone Ferrari


comunicato stampa

Il Castello di Rivoli e la GAM di Torino dedicano una grande mostra a una delle figure piu' singolari della cultura italiana.

a cura di Fulvio e Napoleone Ferrari

Carlo Mollino, architetto, nasce nel 1905 e si forma al Politecnico di Torino dove si laurea nel 1931. Sciatore, automobilista, pilota di aerei, Mollino si trova ben presto inserito nel vivace ambiente culturale della Torino tra le due guerre, dove stringe amicizia con personalita' della cultura e dell’arte. Nei propri progetti, accanto ad una rigorosa preparazione tecnica, particolarmente attenta all’aspetto funzionale, sara' sempre presente un dialogo serrato tra elementi di modernita' ed una forte sensibilita' rivolta all’antico. Tra il 1933 e il 1973, anno della sua improvvisa scomparsa, realizza in tutto solo una decina di opere architettoniche. Tra i suoi capolavori vanno segnalati la Societa' Ippica Torinese (1937 - 1940) dove il razionalismo esalta ed amplifica elementi metafisici; l’edificio per la Slittovia del Lago Nero (1946 - 1947) in cui la tradizionale tipologia di costruzione alpina si trova rielaborata in forme inedite e il nuovo Teatro Regio di Torino (1965 - 1973) che lo stesso Mollino defini' “una forma intermedia tra l’uovo e l’ostrica semiaperta".

Altrettanto importante la sua opera come progettista di interni. Con gusto surrealista concepisce la Casa Miller (1936) e la Casa Devalle (1939 - 1940). Nel 1949 inizia l’insegnamento alla Facolta' di Architettura del Politecnico di Torino mentre l’anno successivo e' invitato a partecipare ad una mostra itinerante in undici musei americani. Mollino non progettera' mai per la grande industria. La maggior parte dei suoi mobili rimarranno pezzi unici. Gli anni piu' prolifici della sua carriera professionale si interrompono bruscamente nel dicembre 1953, con la morte del padre Eugenio. L’attivita' di architetto si sospende a vantaggio delle passioni per l’automobilismo e dell’acrobazia aerea. Nel 1954 progetta la Nube d’argento, un veicolo espositivo per l’azienda nazionale del gas, e l’anno successivo crea, tra le altre, una vettura da competizione, il Bisiluro, che partecipera' quello stesso anno alla 24 Ore di Le Mans. Da' forma in seguito a due auto da record rimaste allo stato di modello. Nel 1960 Mollino riprende il lavoro di architetto e inizia la sistemazione dell’alloggio in via Napione a Torino, oggi Museo Casa Mollino. Di Carlo Mollino scrittore rimangono numerosi saggi e libri che spaziano dalla narrativa all’architettura, dalla tecnica sciistica alla critica fotografica, tra cui ricordiamo Il Messaggio dalla Camera Oscura, scritto nel 1943 e pubblicato nel 1949.

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Alla grande passione per la fotografia, che occupa un posto di assoluto rilievo nella produzione di Mollino, e' dedicata la rassegna ospitata al terzo piano del Castello di Rivoli dove viene presentata la produzione fotografica dell’autore, con materiali inediti provenienti da collezioni internazionali e dal Museo Casa Mollino. Un’ampia selezione di fotografie, oltre duecento esemplari, unitamente a pezzi emblematici e ricostruzioni di ambienti, permettera' di riunire i vari momenti di quella che fu sempre una componente intima nel rapporto tra Mollino e la propria creativita'. L’opera fotografica dell’architetto torinese si puo' suddividere in cinque capitoli: i fotomontaggi di architetture e le fotografie d’interni per le riviste di settore, la fotografia in bianco e nero di stampo surrealista intorno agli anni Quaranta, la fotografia sullo sci in gran parte finalizzata alla pubblicazione del suo volume di tecnica sciistica, la fotografia della seconda meta' degli anni Cinquanta e infine le polaroid, ritratti femminili realizzate dagli anni Sessanta sino alla morte.

GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
La mostra alla GAM offrira' un’ampia visione della ricca esperienza molliniana chiarendone lo spirito, la poetica, le tematiche e le qualita' del lavoro dell’architetto, attraverso l’esposizione dei rari mobili autentici, originali unici, tra cui il tavolo per Casa Orengo, un tavolo “a vertebre" conservato presso il Brooklyn Museum di New York e concesso in prestito per la prima volta dal 1950, e una stupefacente scrivania, proveniente dal Centre Pompidou di Parigi.
La mostra presentera' opere provenienti da collezioni private americane ed europee, tra cui la piu' completa esistente, quella del gallerista svizzero Bruno Bischofberger.
Sara' inoltre in mostra una selezione dei celebri disegni dell’architetto, a volte eseguiti con entrambe le mani. Tra le opere di maggior curiosita' in mostra alla GAM: un’auto da record, lunga 5,5 metri, costruita in scala reale dal Gruppo Stola di Cascine Vica, l’automobile Bisiluro, proveniente dal Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, e la ricostruzione di una camera da letto con pareti di seta capitonne'.

La curatela della mostra e' del Museo Casa Mollino di Torino, fondato da Fulvio e Napoleone Ferrari, fin dal 1985 impegnati nella valorizzazione della figura di Carlo Mollino, in Italia e all’estero. Fulvio Ferrari curo' la prima mostra dedicata all’architetto in Italia e nel 1994 la prima retrospettiva fotografica di Mollino negli Stati Uniti. Numerose pubblicazioni monografiche sull’opera molliniana sono state curate in Europa, USA e Giappone.
La rassegna e' corredata da un esauriente catalogo, con illustrazioni a colori, contributi critici dei curatori, di Paolo Portoghesi, Mario Federico Roggero, Lisa Ponti e altri autorevoli studiosi del lavoro di Carlo Mollino.


Testi tratti da Carlo Mollino, fotografia 1956 - 1962. A cura di Fulvio Ferrari e Napoleone Ferrari, Museo Casa Mollino, Torino, 2006.

Fotografie di architetture e di interni
(…) L’edificio o l’interno di Mollino non e' completo senza la sua rappresentazione grafica. Il desiderio di trasfigurazione della realta' e di prolungamento della vita dell’opera - quando l’opera e' finita e' morta dice Mollino - ispira in particolar modo le fotografie personalmente scattate ai suoi interni. E’ questa la fase schiettamente surrealista del suo lavoro, quella che va dal 1934 al 1941. Una qualita' che rende surrealisti i suoi interni e' la costruzione di uno spazio indefinito, non determinato, dai confini labili. La fotografia e' mezzo essenziale per la definizione della sua poetica. Linee curve e spezzate, superfici non piane, tende, impunture, specchi e vetri trasparenti ma allo stesso tempo riflettenti rendono lo spazio mutevole, morbido, ingannevole. I mobili e gli oggetti che lo arredano sono allo stesso tempo evocativi e simbolici di mondi antichi, di strani animali, di curiose macchine. (…)

1936 - 1943. Le fiabe per i grandi
Ad un’altra storia appartengono le fotografie di Mollino stampate in grande formato e firmate, soprattutto ritratti femminili e pochi interni. (…) Mollino partecipa alle mostre nazionali con le sue fotografie in b/n, firmate e intitolate, a sottolineare il fatto che una sua stampa non e' una delle possibili copie da negativo ma immagine unica come un dipinto. (…) Tra il 1936 e il 1943 mette a punto un corpo di lavoro di circa 40 fotografie firmate in tutto. La datazione coincide con la breve vita della Casa Miller, il primo studio privato di Mollino progettato nel 1936 a Torino in un piccolo appartamento di affitto al secondo piano di una palazzina appena costruita in via Talucchi 43 e abbandonata nel 1943 durante la guerra. All’interno di Casa Miller sono scattate gran parte delle fotografie di quel periodo. In un piccolo libro con 19 immagini curato da Ermanno Scopinich nel 1945, verranno definiti ritratti ambientati, ritratti esclusivamente femminili.
(…) Se immediatamente riconosciamo come surreali gli interni di Mollino piu' faticosamente decifriamo lo stile dei suoi ritratti. Un elemento di arredo simbolico che frequentemente appare nelle sue immagini puo' pero' introdurci ad una loro lettura esemplificativa: i calchi in gesso. (…)

Ritroviamo i gessi nel lavoro di Max Ernst che ne ha fatto uso riprendendone il metafisico biancore statuario, gia' messo a frutto da de Chirico, sospingendolo verso l’evocativo straniamento surreale. Mollino ama Ernst e significativamente appende in Casa Miller due riproduzioni dei suoi Collages. Ma l’opera emblematica del modo di fare artistico di Mollino e' il capitello in gesso, composto a quattro mani con l’amico pittore Italo Cremona, che direttamente riallaccia la sua poetica ad un’antica storia dell’architettura occidentale. (…)

Sci
(…) La fotografia diventa occasione per fissare su carta e salvare dall’oblio quell’estemporanea performance che e' lo sci. Il gesto dello sciare considerato come opera d’arte in atto. Sintesi del nostro rapporto con la natura, con le sue leggi, con la sua meraviglia, eccezionale e sublime in montagna.
Sfida con noi stessi e con questa natura, esercizio di scaltrezza e di stile, fatica e raffinatezza, temerarieta' e velocita'. Conosciamo solamente sei ingrandimenti fotografici in b/n, autografi e ritoccati a matita, e una dozzina di stampe in grande formato, molte delle quali (Mollino) teneva appese ai muri di casa e dello studio. Se Mollino ci ha lasciato infinite rappresentazioni fotografiche della donna, assai piu' avaro e' stato con la rappresentazione dell’uomo, lo sciatore e' una di queste. (…)

Gli anni cinquanta
(…) In questo corpo di immagini della seconda meta' degli anni ’50, come per quelle degli anni ’30, il riferimento alla pittura sembra palese. Meno frequente sembra il riferimento al mondo del cinema ed alla moda, anche se in quegli anni prende vita il “Miracolo italiano", il boom economico, sono gli anni della Dolce Vita che succedono a quelli del Neorealismo. (…) Gli elementi di arredo sono significativi, i colori sono studiati, indoviniamo un confronto serrato con l’amico Italo Cremona che in quegli anni continua a dipingere il nudo. Con le polaroid cambia la costruzione dell’immagine. Il fondo scompare quasi totalmente a favore del soggetto, il corpo non e' piu' solamente ricettacolo di valori estetici e letterari ma si carica di un erotismo fatto anche con la psiche, con corpi non necessariamente belli, una certa crudezza che indubbiamente rende piu' moderne le immagini.

Le polaroid
(…) Il meticoloso lavoro che occupa Mollino per oltre dieci anni con la produzione delle sue polaroid, puo' configurarsi come la paziente costruzione di questo suo “esercito di farfalle". Centinaia di cartoncini, conservati in album e scatole, tutti uguali e tutti diversi, in cui la donna e' ripetitivamente ritratta in pose simili, quasi sempre nell’integrita' del suo corpo. Anche per scattare le polaroid la preparazione e' accurata. (…) La piccola villa e' immersa nel verde in luogo panoramico sulla collina torinese. Ne ricostruisce l’interno allestendo, nella stanza principale al piano terreno, un teatro di posa con una moquette color aragosta e quinte di tende o in stuoia che servono da sfondo alle sue immagini. In questa casa scatta la grande maggioranza delle polaroid, ambientando le restanti nel suo studio di architetto (soprattutto quelle in b/n, tra le prime eseguite)

e in Casa Mollino (a partire dal 1968, anno di conclusione dei lavori di ristrutturazione). L’abbigliamento delle modelle e' frutto di ricerca minuziosa. Mollino acquista decine di vestiti, scarpe e accessori che rintraccia sino a Londra, Parigi, San Gallo. (…)

Testi tratti da I mobili di Carlo Mollino a cura di Fulvio e Napoleone Ferrari, Phaidon, 2006

(...) Il lavoro di Mollino presenta le forti e complesse caratteristiche di un’espressione d’arte piuttosto che quelle piu' semplici che siamo abituati a riconoscere nelle professioni pratiche. Ne e' conferma l’esecuzione in pezzo unico degli elementi di arredo di tutti i suoi progetti, elementi che mai verranno riutilizzati per altri interni. Cio' comporta, ad esempio, che per capire il mobile potrebbe essere necessario conoscere il cliente per cui e' stato realizzato. (...)

(...) Simpatico e altero, concentrato e distratto, avaro e spendaccione, ogni antitesi e' lecita per raccontare la personalita' dell’eccezionale architetto-ingegnere, lucido sognatore sufficiente a se stesso che mai acconsenti' alle “banalita'" di una spiegazione della propria espressione, privilegiando un silenzio che ci costringe oggi ad “acrobatiche" intuizioni interpretative. (...)

(...) La leggendaria abilita' nel disegno consente a Mollino di usare contemporaneamente entrambe le mani per schizzare rapidamente con due matite soggetti anche asimmetrici. Arriva a disegnare persino i sentimenti: il suo archivio ne conserva incredibili documenti. Parlando traslatamente di se', Mollino descrive “gli orridi e celebri ‘schizzi del pazzo’... schizzi accessibili solo ai selvaggi e ai bambini, quelli che non sanno ne' di pianta ne' di alzato, quelli che per dono di Dio non ‘vedon neppure la prospettiva’." (...)

(...) La sua Societa' Ippica Torinese (1937-40), considerata uno dei capolavori dell’architettura mondiale, e' fatta di rosso-viola, rosso impero, rosso sanguigno, smalto verde malachite, bianco zinco. Squillanti appaiono anche i colori delle poltroncine per l’Auditorium della Radio Italiana (RAI, 1952), rivestite in velluto di lana rosso-aranciato, mentre le poltroncine in metallo e tessuto plastico Resinflex progettate per la Sala da Ballo Lutrario (1960) hanno toni pastello che meglio imitano i colori dei fiori della natura a cui la sala fa riferimento.
(...)

anteprima per la stampa: martedi' 19 settembre 2006

Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia - Rivoli
da martedi' a giovedi': 10-17 da venerdi' a domenica: 10-21
E-mail: press@castellodirivoli.org

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Gam
via Magenta 31 - Torino
gam@fondazionetorinomusei.it
Tutti i giorni 10-19, giovedi' 10-23, chiuso lunedi'.

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