Museo Civico Ernesto e Teresa Della Torre
Treviglio (BG)
vicolo Bicetti de’ Butinoni, 11
0363 317506
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Antonio De Santis
dal 15/9/2006 al 21/10/2006
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Antonio De Santis



 
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15/9/2006

Antonio De Santis

Museo Civico Ernesto e Teresa Della Torre, Treviglio (BG)

In mostra una raccolta di opere ad olio su tela dell’ultimo periodo in cui la “nuova figurazione" emerge come un racconto, da dipinti che evidenziano l’alto livello espressivo raggiunto dal De Santis. L’evento dal titolo “La nuova pittura" rivela in modo preciso l’evoluzione di questo artista il quale, attraverso un lungo percorso di sperimentazione pittorica, ritorna ad un segno pittorico leggibile superando sia il figurativo che l’astrazione.


comunicato stampa

La nuova pittura

Questo evento, promosso ed organizzato dall’Associazione Proart di Treviglio in collaborazione con il Comune di Treviglio, allestito presso il Museo Civico “Della Torre" di Treviglio (Bergamo) dal 16 settembre al 22 ottobre 2006 diviene nel suo insieme una preziosa raccolta di opere ad olio su tela dell’ultimo periodo in cui la “nuova figurazione" emerge come un racconto, da dipinti che evidenziano l’alto livello espressivo raggiunto dal De Santis in tutta la propria unita' esplicativa.

L’evento dal titolo “La nuova pittura" rivela in modo preciso l’evoluzione di questo artista il quale attraverso un lungo percorso di sperimentazione pittorica ritorna ad un segno pittorico leggibile superando sia il figurativo che l’astrazione. Il colore e la sintesi figurativa diventano nella pittura di Antonio De Santis estremi fondamentali. I colori utilizzati nella loro purezza donano all’espressivita' una forza di grande intensita' emotiva, mentre il racconto acquista nella sintesi della forma una dimensione nuova. Fedele al Manifesto del Realismo/Astratto firmato nel 1980, l’artista costruisce le proprie opere attraverso un susseguirsi di piani autonomi che nel loro insieme conferiscono al quadro un ordine di antica memoria.

Ha scritto in catalogo Andrea Dipre'" Soltanto chi scambia la felicita' dell’immagine con la facilita' della forma, mostrando quasi di ignorare l’assioma leopardiano secondo il quale niente e' piu' difficile che essere facile, niente e' piu' complicato che essere semplice, puo' trascurare l’opera pittorica di Antonio De Santis. Ai nostri tempi un artista senza ideologia, senza artifici, diretto, puo' sembrare a qualcuno non moderno. E anzi De Santis, stilisticamente tanto riconoscibile, e' un artista cosi' estraneo alla falsa problematicita' dell’arte moderna che quando lo si guarda lo si ama, e quando non lo si guarda si rischia di dimenticare.

Accade, al contrario, di ricordare opere che non e' necessario guardare, come quelle di Kounellis o di Burri. E' questo un pregiudizio implicito nell’arte contemporanea che, in larga misura, legittima come degno di considerazione solo il facile sperimentalismo, magari sgradevole, o il facile gioco ottico. De Santis, al contrario, appartiene a quella rara categoria di pittori che e' necessario guardare, verificare nella tecnica, in base a un principio di qualita' e relativamente a una struttura formale di perfetto controllo, esattamente come un pittore antico.Da un punto di vista storico il suo ruolo appare sempre piu' necessario, come punto di congiunzione, come punto di pareva impossibile sutura, fra tradizione italiana, nei suoi vertici del Trecento e del Quattrocento, e arte moderna, almeno nella direzione culminante nel neofigurativismo.

In senso specifico De Santis costituisce, con il suo realismo astratto, il momento di passaggio dalla metafisica di de Chirico alla esperienza improvvisa quanto classicamente fondata di Domenico Gnoli. In questo senso la posizione di De Santis e' soltanto apparentemente illustrativa, facile, semplificata. Infatti, sarebbe un limite non intendere l’artista nei termini di necessita' storica, ma restringerlo nei confini dell’eleganza e della decorazione, emarginandolo quindi dagli interessi della critica “storiografica". Antonio De Santis e' un pittore forte come Masaccio, artisti nei quali la pittura vive per se stessa, esempio di arte per l’arte, indifferente ai soggetti che la motivano. Un finto misticismo, dunque, che porta De Santis a considerare corpo e architettura come la stessa cosa: sono cioe' pittura.

L’equivalenza della persona umana e dell’architettura rispecchia, d’altra parte, un principio mentale proprio della tradizione pierfrancescana riflessa, ad esempio, in quegli spettacoli continui di squadernata natura che sono gli indiscutibili precedenti dei paesaggi di De Santis. Egli naturalmente rende tutto apparentemente piu' facile, piu' decorativo, piu' festoso; non ha l’angoscia di pelle che esce dal diario per immagini di Klee. Ma c’e' in lui la coscienza di una grande situazione europea non superficialmente testimoniata, e pur conservando tutta la dignita' della tradizione italiana."

De Santis si propone come una delle nuove espressioni dell’arte pittorica contemporanea. Le sue opere trasformatesi in lunghi anni di lavoro e di ricerca, sono state esposte in quasi tutta Europa e non solo. Al di la' dell’ottica espressiva questo artista si impone per quella volonta' di ricerca e di presenza nel mondo dell’arte che lo indicano come uno degli autori di maggior interesse e spicco della nuova generazione.
Per l’occasione viene presentata una monografia interamente a colori con contributi di Andrea Dipre' e Milena Moneta.

Inaugurazione: 16 settembre ore 18

Museo Civico Ernesto e Teresa Della Torre
vicolo Bicetti de’ Butinoni, 11- Treviglio (BG)

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