Associazione Culturale Satura
Genova
piazza Stella, 5/1
010 2468284 FAX 010 6046652
WEB
Sei mostre
dal 29/9/2006 al 17/10/2006
martedi' - sabato 16:30 - 19; chiuso lunedi' e festivo

Segnalato da

Mario Napoli




 
calendario eventi  :: 




29/9/2006

Sei mostre

Associazione Culturale Satura, Genova

Mostre personali di Agnese Marchitto, Lidia Kaly, Choi JiHoan, Alfonso Gaeta, Gabriella Soldatini e collettiva di grafiche ed opere d’autore.


comunicato stampa

Agnese Marchitto, Lidia Kaly, Choi JiHoan, Alfonso Gaeta, Gabriella Soldatini, Claudio Costa, Mario Napoli, Emilio Scanalino, Daniel Spoerri, Victor Vasarely

Con il Patrocinio di Provincia e Comune di Genova, sono sei le mostre che s’inaugurano, nella sede dell’Associazione Culturale Satura (piazza Stella 5/1), sabato 30 settembre 2006 alle ore 17:00.

La sala maggiore ospita Agnese Marchitto a cura di Beba Marsano; la sala prima Lidia Kaly a cura di Paolo Minetti; la sala pozzo Choi JiHoan a cura di Mario Napoli, la sala cisterna Alfonso Gaeta a cura di Miriam Cristaldi, la sala portico Gabriella Soldatini a cura di Valentina Perasso ed infine la sala colonna ospita la collettiva "Satura d’Autore" con opere uniche e grafiche di Claudio Costa, Mario Napoli, Emilio Scanalino, Daniel Spoerri, Victor Vasarely.

Agnese Marchitto - mostra personale
a cura di Beba Marsano

Agnese Marchitto non e' una pittrice. Ma una cantastorie, una fabulatrice, una sacerdotessa di quelle regioni incantate della fantasia capace di fare prodigi. Come trasformare i pensieri in immagini e vestire a festa i sogni per farne fiabe, parabole, racconti destinati ad accendere gli occhi e a commuovere il cuore.

Fate, angeli e saltimbanchi - nelle forme tipiche della fabula, di animali e bambini - affollano le sue storie per immagini la cui trama e' intessuta dalle leggi anarchiche del fantastico e del meraviglioso. Ogni quadro una narrazione, iniziatica e metaforica, preziosa per la fascinosa ricchezza del colore e per l’abilita' della realizzazione.

La Marchitto da vita a scenografie in bilico tra teatro e poesia, combinando cartoncino e carta di riso, strass e paillettes, fondi oro e pietre colorate, pigne e conchiglie affinche' le dita possano sfiorare la superficie del sogno e questo, quasi per magia, diventare realta'.
Non e' una speranza, bensi' l’assoluta certezza che per gli uomini di buona volonta' la felicita' sia molto spesso qualcosa a portata di mano.

---

Lidia Kaly - mostra personale
a cura di Paolo Minetti

Appare chiaro, osservando le sculture di Lidia Kaly, che l’artista usa liberamente, senza piu' inibizioni, tutti i materiali che il suo occhio organizzato e la sua emotivita' controllata ritrova lungo il suo percorso esistenziale, inventando tecniche e nuove formalita' del processo esecutivo. Il linguaggio artistico, come ben si conosce, si e' fortemente essenzializzato e grandemente velocizzato.

Nel lavoro di Lidia Kaly c’e' il tentativo di realizzare un passaggio, un superamento di civilta' mediante la trasmutazione della materia manipolata con un intervento, suo malgrado, di ordine concettuale.

La creativita' consente all’uomo di superare ogni genere di ostacolo e soprattutto gli impedisce di rimanere vittima dell’esperienza storica. Lo libera dall’incombenza del presente proiettandolo verso il futuro.

“Fragmenta sculturea" e' l’indicazione che Lidia Kaly annuncia all’anagrafe del suo operare. Una scultura frammentata, una composita' in un assemblaggio evocativo ed esoterico come ogni buon creatore tenta di trasmetterci nell’illusione di ritrovare, con la padronanza del linguaggio, se stesso e di converso tutti noi.

---

Choi JiHoan - mostra personale
a cura di Mario Napoli

Mi appare di buon augurio scrivere questa presentazione per l’amico scultore Choi JiHoan, proprio in questi compressi giorni del settembre carrarino che vedono raccolti nella nostra piccola citta' di marmo sotto le apuane, un gran numero di intellettuali, tutti ugualmente impegnati nelle discussioni di con-vivere infatti la filosofia, la cultura (la multicultura) e la integrazione che sono alla base del grande convegno internazionale e sono rappresentate in modo perfetto dal ventennale rapporto di amicizia, collaborazione e studio che gli scultori coreani e carraresi e la sua Accademia hanno da tanto tempo instaurato.

Le opere di Choi JiHoan hanno titoli decisi e determinati a significare, io credo, unione di paesi e culture. Nel blocco di marmo finemente lavorato, due mani, significativamente, si uniscono con delicatezza, intenti a sostenere una piccolissima e simbolica tartaruga.

L’inconscio citato da Choi, che non nasconde una predilezione per lo studio della consapevole interiorita', si espleta in queste sculture raccolte e compiute, scolpite con attenzione e tecnica squisita, ma calibrate attentamente a non offrire niente al “troppo“, cosi' che la raffinata ricerca formale sia il giusto tramite per la lettura dell’opera.

Ricordo i colori intensi dei luoghi vicino a Pusan, il mare che sfiorava i passi di molti scultori amici… e saluto con stima ed affetto il giovane scultore che da Jin Ju ha scelto di venire qui a Carrara, tra amici appunto, per raccontarci i suoi sogni incantati.

---

L'albero della vita - mostra personale di Alfonso Gaeta
testo di Miriam Cristaldi

La materia ''viva'' del legno ha sempre interessato e affascinato gli artisti. Quale inconfondibile simbolo della vita dinamica e del femminile (albero come ventre della Grande Madre), il legno - con le sue venature, la sua morbidita' tattile e il ''calore'' della sua anima - riesce a creare affetti di tenera carnalita'. Una sorta di carne vegetale che sprigiona delicate sensazioni epidermiche, suscitando in chi osserva emozioni ancestrali legate al contesto antropologico. Dalla storia dei tempi ad oggi, infinite sono le produzioni artistiche che si sono avvalse di questa materia fibrosa: dai totem africani alle effigi etrusche, dagli scranni delle chiese alle statue votive, dalle sculture cinquecentesche alle sagome degli artisti contemporanei.

In primis il romano Mario Ceroli che con le sue notorie silhouette in legno ha creato un inconfondibile linguaggio ''povero''. Anche il levantino Alfonso Gaeta, personalita' schiva e difficilmente inquadrabile in codici linguistici - lontanamente accostabile ad esperienze di suggestione informale - punta tutto su questo materiale; in particolare insistendo sull'essenzialita' e naturalezza del risultato estetico.

Minore (anzi nullo) e' l'intervento manuale, maggiore e' l'effetto di rustica naturalezza. Evitando percio' qualunque azione dello scalpello ed affidandosi esclusivamente al taglio della sega elettrica con cui ridurre il legno in sottili e lunghi listelli o in grandi forme sferiche. Per poi incollare i frammenti lignei l'uno sull'altro e dare avvio a sculture personalissime. Ovviamente seguendo i ritmi delle nervature, delle strozzature dei nodi, rispettando l' ordine delle cromie (dalle piu' chiare alle piu' scure) - attraverso un complesso gioco di simmetrie e di combinazioni a carattere speculare.

L'artista riesce cosi' a sagomare strutture fortemente immaginative, ricche di tracce e rimandi, capaci di suggerire significati che vanno oltre il semplice dato oggettivo. Questo, proprio in virtu' dei segni naturali come le striature, la concentricita' delle forme anellari, i tagli, le falle, o di quelli artificiali: ad esempio gli effetti caleidoscopici dovuti a ricercate specularita', rese attraverso difficili e misuratissimi accostamenti delle sezioni lignee.

Allora una voluminosa sfera d'ulivo (o castagno), trafitta da fori naturali o da profonde cavita' connaturate al legno, puo' apparire come un possibile mappamondo, una specie di libera geografia attraversata dal flusso delle nervature lignee. Nervature simili a filamenti ondosi che assumono il sembiante di probabili reti fluviali, fantastici ''paralleli'' o articolate dune sabbiose. Ma potrebbe anche suggerire la pericolosa idea di un ordigno atomico pronto a esplodere (Gio' Pomodoro insegna). Questo in adesione alla crudezza del panorama contemporaneo.

Allo stesso tempo prendono corpo forme totemiche (in eucalipto, ulivo o paduk africano) che s'innalzano sinuose seguendo ritmi spiraliformi, in successione dinamica, simulando l'andamento rotatorio a lisca di pesce. Oppure si slanciano in verticale (od orizzontale) a guisa di steli frontali, entro cui zone centrali impallidiscono visibilmente: naturali effetti di chiaroscuro dovuti al succedersi di differenti zone anellari (ossatura che denuncia il tempo). E ancora, una grossa radice, tagliata e ricomposta, puo' proporsi come corpo vivente in esposizione su lastra di cristallo.

Alla percezione visiva l'oggetto si carica di significati inesauribili. Cosi' come per l'Albero della vita: una fantasiosa e inusuale struttura ottenuta con sezioni d'albero d'ulivo. Frammenti di legno ricurvo e nodoso vengono accostati magistralmente in modo da ottenere effetti speculari e allo stesso tempo di profilare il caratteristico perimetro arcuato a chioma d'albero.

Le sfilacciature della materia stessa contribuiscono a indicare quegli effetti nocchiosi tipici del tronco. E allora una linfa energetica sembra scorrere impetuosa nelle vene del legno mentre un filo di brillante smalto pare assumere l'effetto di rugiada splendente. Diceva Claudio Costa: ''Il mio lavoro e' difficile, antiestetico, a volte brutale. E' impensabile che possa entrare nelle raffinate strategie di mercato. ma io continuo, continuo a muovermi nella ricerca, quando scopro qualche verita' non mi fermo, cerco ancora.''. Natura e cultura si tendono la mano. Come per Alfonso Gaeta. Anch'egli personalita' in cammino.

---

Gabriella Soldatini - mostra personale
a cura di Valentina Perasso

Dopo un lungo periodo di pausa la pittrice ritorna in scena: i suoi quadri evocano diversi e molteplici percorsi. Da un lato ci immergiamo in un forte realismo, rappresentato da immagini di natura incontaminata come boschi e borghi marinari, dove le vele emergono sempre come costati, quasi un richiamo anancastico alla citta' natale, Genova. Un realismo spesso dettato dalla istantaneita', un modo di scaricare le proprie emozioni, le piu' immediate. Dall’altro ci tuffiamo in un astrattismo alla continua ricerca di un’identita' non facilmente traducibile, che spesso sfocia in visioni oniriche personali, solari.

Un’arte spogliata dai lacci inibitori della forma, in grado di esprimere l’inesprimibile, un pulsante lavoro dell’inconscio. Lo spettatore percepisce una molteplicita' di punti e forme geometriche colorate collegate da segmenti bianchi che creano una spazialita' stranita, forse frutto di un’esplosione o di un processo generativo che tracima sulla superficie dipinte ed esprime una grande sensibilita'. Viviamo una sensazione continua di paraeidolia, tendenza istintiva e automatica a trovare forme familiari in immagini solo apparentemente amorfe. Un viaggio verso le continua ricerca di una definizione delle forma nel tempo: astratta, onirica o reale che sia, comunque parte dello spirito vivo della pittrice

---

Satura d’Autore - collettiva di grafiche ed opere d’autore
Claudio Costa, Mario Napoli, Emilio Scanalino, Daniel Spoerri, Victor Vasarely

A dodici anni dall’apertura (19 febbraio 1994) SATURA, rende omaggio ai grandi maestri dell’arte contemporanea proponendo uno spazio dedicato interamente alla grafica ed alle opere d’autore con incursioni sui giovani talenti. Lo spazio dedicato, affianchera' i cinque spazi gia' attivi permettendo una maggiore fruibilita' tra le tematiche contemporanee, gli autori affermati, i giovani talenti ed i maestri storici italiani ed internazionali.

In questa occasione verranno proposte opere uniche e grafiche di Claudio Costa, Mario Napoli, Emilio Scanalino, Daniel Spoerri, Victor Vasarely.

In permanenza grafiche di: Valerio Adami, Arold Alatman, Karel Appel, Fernandez Arman, George Braque, Alexander Calder, Lynn Chadwich, Georges Chemece, Corneille, Piero Dorazio, Paul Flora, Keith Haring, Robert Indiana, Alex Katz, Fernand Leger, Sol Lewitt, Roy Lichtenstein, Henry Matisse, Francois Morellet, Anton Zoran Music, Pablo Picasso, Emilio Scanavino, Daniel Spoerri, Victor Vasarely, Antonie Tapies, Joe Tilson, Ian Tremeven.

Inaugurazione: sabato 30 settembre 2006 alle ore 17:00

Satura
piazza Stella, 5/1 - Genova
Orario: dal martedi' al sabato ore 16:30 - 19:00; chiuso lunedi' e festivo

IN ARCHIVIO [144]
Black Light Paintings
dal 27/11/2015 al 8/12/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede