Personale dell'artista nato nel 1942 a Nola dove vive e lavora. In mostra opere recenti. A cura di Elvira Procaccini.
Avevo camminato altre volte, su e giù, nel Laboratorio. Qui sostano,
seguite dagli artisti con amore e pathos, immagini che riescono sempre
a ritagliarsi uno spazio e a mettersi a proprio agio. Quando gli stessi
artisti le portano via, altre subentrano raggiungendo pareti, tavoli,
angoli o sistemandosi appese agli spaghi che, a tratti, incidono la
stanza. Anche le persone stanno a proprio agio in questo spazio, e lo
si avverte.
Mi guardo attorno e mi chiedo di lui, delle sue immagini, perché qui,
in vista, ce ne sono poche. Sostano nei cassetti, nelle cartelle,
negli scaffali e lui, che è gentile, alla mia richiesta le porta
alla luce. Ecco, ci sono le condizioni per affrontare un viaggio
all'interno di quello già in atto e poiché le immagini sono
affascinanti e l'artista discreto e disponibile ad un tempo,
sento di potermi addentrare.
- Solitudine, ritorno, rassegnazione, sera. - Poi ancora: -... la
campagna è come la vita, ma nessuno piange... la nenia delle cose
morte... - Poesie, canti. Le ultime cose che ha scritto affiancano,
in una cartella, alcune tra le sue pregevoli incisioni. E se queste
parole non accompagnassero le immagini, credo che dalle immagini
stesse sarebbero evocate. C'è intesa fra suono e gesto.
Canti pieni di solitudine, di voli e di silenzi vanno assieme a
figure di donne che, stranamente, sono anche rocce, e angeli, e
paesaggio. Mi addentro prudentemente: avverto un pericolo in agguato,
ben celato da una calma serafica. E quando imbocco la strada del
colore, comprendo. Mi trovo davanti a cinque opere in esplosione.
"Sono acquerelli" dice l'artista con la consueta tranquillità ; ma
non m'inganna più. "Altro che tranquillità " penso senza dir niente.
Eppure anche qui, ad un esame superficiale, il lirismo che è nelle
opere potrebbe trarre in inganno, lasciando respirare il senso di
una dimensione irreale, del fiabesco già troppo assimilato. Ma c'è
l'incantamento, condizione magica che alberga nel cuore del fanciullo
e dell'artista, aspetto sottilissimo del fiabesco, che rispecchia sì
l'immaginario, ma ancor più l'attesa, la sospensione, la meraviglia.
Nell'opera in questione l'incantamento è racchiuso nel silenzio estatico
della campagna, nella discrezione della luce lunare, negli occhi attoniti
del rapace-fanciullo, nell'ala gigantesca che rappresenta l'evento,
l'inatteso o magari il troppo atteso nel cui arrivo non si spera più,
che rappresenta l'angelo e con lui il messaggio per ascoltare il quale
occorre che il tempo si fermi. Ma forse si tratta della propria ala,
di cui per la prima volta ci si accorge..."È una tecnica mista? - domando - a tratti
sembra olio". "Sono acquerelli, soltanto acquerelli" risponde lui, sorridendo.
Elvira Procaccini
Vittorio Avella è nato nel 1942 a Nola dove vive e lavora.
Dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1964
si trasferisce a Parigi dove segue i corsi di incisione dell'Ecole des
Beaux-Arts e lavora fino al 1970.
Rientra in Italia e vive e lavora a Milano.
Nel 1972, ritorna a Nola, che diviene da quel momento una sorta di
permanente terreno di verifica per una battaglia che è insieme
culturale, civile e politica, avendo come punto di riferimento
l'Officina calcografica "Il Laboratorio", organizzata e diretta
insieme a Tonino Sgambati, campo di ricerca ad un tempo per artisti
affermati e per giovani incisori.
Espone, con mostre personali e collettive, in Italia e all'estero
dal 1964.
Inaugurazione sabato 5 maggio ore 18,30
Orario di apertura: dal martedì al sabato h 16-19.30
La Roggia, Associazione culturale, v.le Trieste, 19
P.B. 167 - 33170 Pordenone tel. e fax 0434 552174