Chimu' Handesign
Casteldaccia (PA)
via Pinello, 17/19
091 954851

Giovanni Leto
dal 6/10/2006 al 20/10/2006
tutti i giorni dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 20.00. Chiuso lunedi' mattina e festivi
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6/10/2006

Giovanni Leto

Chimu' Handesign, Casteldaccia (PA)

Morfologie. Sono esposte una selezione di opere recenti, che ripercorrono il dialogo dell'artista con la superficie e la morfologia degli ''spessori'' della materia, che si apre a inedite prospettive. A cura di Gianfranco Labrosciano.


comunicato stampa

Morfologie

A cura di Gianfranco Labrosciano

Fino al 21 ottobre presso Chimu' Handesign Centro di Ricerca per il Design d'Interni (via Pinello, 17/19, Casteldaccia) si potra' visitare la mostra ''Morfologie'' di Giovanni Leto.

Curata dal critico d'arte cosentino Gianfranco Labrosciano, sono esposte una selezione di opere recenti, che ripercorrono il dialogo dell'artista con la superficie e la morfologia degli ''spessori'' della materia, che si apre a inedite prospettive.

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Le inquiete morfologie di Giovanni Leto

(di Marcello Palminteri)

Quella di Giovanni Leto e' una affermazione pittorica stratificata di tensioni, fratture, deflagrazioni: configurazioni compositive legate ad un fare dinamico e sicuro eppure mai azione automatica, quanto ''gesto'' che da' vita ad una premonizione della forma che matura fluidamente come proliferante entita' organica. Tracce, grumi, segmenti cartacei, pagine di giornali attorcigliati (e, piu' recentemente, pagine stese, ''strappi'' di partiture) sono come reperti di un racconto interrotto, volto a stimolare ambiguita' percettive sostenute da una molteplicita' di orizzonti che obbliga lo sguardo a vagabondare sull'opera, quasi si volesse trovare un possibile ''centro'', un punto che possa determinare una rassicurante lettura prospettica.

Probabilmente questo spaesamento visivo sposta ogni indizio fisico, tangibile, nel confine labile della metafisica: la mutazione della materia, la contaminazione del colore, ci indirizza verso territori lontani, evocazioni spaziali appartenenti ad un altrove geologico dalle inedite ''Morfologie'', come suggerisce il titolo della bella mostra ospitata a Casteldaccia presso Chimu' Handesign fino al 21 ottobre (via Pinello, 17-19; tutti i giorni ore 9.30-13 e 16.30-20, chiusura lunedi' mattina e festivi; infoline 328.0613750) , interessante e dinamico ''centro di ricerca per il design d'interni'' gestito dall'intelligenza creativa dei suoi giovani ideatori, Lorenzo Guzzo e Caterina Tosi. Circa venti opere, di piccolo e medio formato, condividono lo spazio con i raffinati progetti dello show room, sintesi di gusto e capacita' interpretativa, espressa in complementi d'arredo di efficacia contemporanea, creati con oggetti di riciclo (cestelli di lavatrici, scolapasta...) che divengono oggetti eleganti e colorati.

L'attuale produzione di Giovanni Leto, come abbiamo potuto osservare nella recente mostra antologica tenutasi presso il Museo d'Arte Contemporanea ''Renato Guttuso'' di Bagheria (curata da Enrico Crispolti), tende a una singolare scarnificazione, a un ''impoverimento'' del linguaggio che corrisponde ad una intensificazione del moto. Come fosse il gesto a creare lo spazio, portandoselo appresso, anzi, reinventandolo radicalmente. Non siamo mai di fronte ad una ''costruzione'' precisa, di architettonico richiamo: il procedere dell'artista, anche nei momenti di maggiore fisicita', e' sempre evocativo. Propone un'idea di ''luogo'', senza resistenza; un territorio sempre piu' rarefatto, precario, immateriale.

La percezione rapida degli oggetti, apparentemente sommaria nella loro posizione, ritrova configurazione piu' netta allorche' uno schema di orizzontalita' accentuata si riappropria della tridimensionalita' che gli appartiene; e questa orizzontalita' scrive regioni assolutamente bilanciate in cui le intersecazioni con i tessuti ora diagonali, ora verticali, diventano luogo di sintassi. Qualsiasi oggetto e' una dimensione a se' stante, eppure, comunicante: i grumi cartacei, di colore, le incrostazioni materiche, si disgregano creando rapporti formali e spaziali che sono territorio di cadenze e pesi, di attrazioni e derive. Ogni elemento indica uno spazio, ogni riquadro stabilisce un ordine di sistemi e distanze, di possibili rapporti, input capaci di generare l'energia per attivare una scena, creare movenze di una fluenza plastica. L'elaborazione, tanto spontanea quanto calcolata, degli artifici del linguaggio pittorico, rivela la consapevolezza stilistica di Giovanni Leto, il suo lavoro assiduo di cancellazione, di riduzione, della materia e del segno.

Se prima Leto nutriva la necessita' di saturare la superficie, di creare complessi magmatici di carta fibrosa, in queste piu' recenti opere la voglia di frammentarieta' prende il sopravvento, accelera e ispessisce il corso, riduce la scia: da zone monocrome si sprigiona il vigore di un tracciato, la forza di solchi e sporgenze in corsa verso un ritaglio di cielo. Allora la massa diventa traccia, si accampa come il relitto di un naufragio nell'incendio ardente dei rossi, nelle ferite del nero, nelle nubi del bianco. Forse questi filamenti sparsi, inquieti nel loro errare, s'interrogano sulla stessa arbitrarieta' dello spazio; lo scarnificarsi dell'opera, il suo configurarsi per tracce, inizia a indicare qualcosa di consunto, esprime la condizione di qualcosa che e' stato e che non e' piu'. Ecco allora che la superficie diventa il territorio non gia' di cio' che accoglie, di quanto e' visibile ''ora'', ma di cio' che verosimilmente ''e' stato'', o avrebbe potuto essere. (Marcello Palminteri)

Chimu' Handesign
via Pinello, 17/19 - Casteldaccia (PA)

Orari: tutti i giorni dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 20.00. Chiuso lunedi' mattina e festivi.

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Giovanni Leto
dal 6/10/2006 al 20/10/2006

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