Caosmo. “Il filo come segno tridimensionale e' la materia con cui l'artista esplora lo spazio costruendo architetture prive di contenimento. E' un segno continuo che una manualita' sapiente ed un lavoro accurato volgono in direzioni solo apparentemente casuali..."(Elena Paloscia)
Caosmo
La mostra propone il lavoro recente della giovane artista romana incentrato sul linguaggio del segno in ambiente 3D. “Il filo come segno tridimensionale e' la materia con cui Emanuela Fiorelli esplora lo spazio costruendo architetture prive di contenimento. E' un segno continuo che una manualita' sapiente ed un lavoro accurato volgono in direzioni solo apparentemente casuali, secondo una logica matematica che sottende tutta la produzione dell’artista e che agisce da elemento regolatore di un gesto calcolato, eppure spesso dagli esiti imprevedibili anche per lei..."(Elena Paloscia)
Nel 2003 l’artista e' invitata alla XIV Quadriennale, Anteprima, Palazzo Reale (NA), presentando un’installazione ispirata ad un passo tratto dal libro “La poetica dello spazio"del filosofo Gaston Bachelard dove la vocale ‘a’ e' intesa come la vocale dell’immensita', come “spazio sonoro che comincia con un sospiro e si estende illimitatamente". Nel 2004 vince il “Premio Accademia di San Luca/pittura" e Agostino Bonalumi nel catalogo della mostra scrive “L’opera di Emanuela Fiorelli si segnala, tra quelle presentate quale convincente espressione di un intento di sperimentazione , di ricerca verso compimenti dove le diverse apparenze pre-forma dei materiali impiegati sono condotte, nella razionalita' costruttiva, a unita' espressiva fra sensorialita' e astrazione". Sempre nel 2004 e' la personale “Disarchitexture", alla Galleria Il Bulino di Roma. Nel 2005 partecipa alla mostra “Lucio Fontana e la sua eredita'", Borgo Medievale di Castelbasso, dove continua a contrapporre volutamente l’uso del gesto manuale e tradizionalmente femminile del cucito e della tintura delle stoffe alla creazione di un linguaggio che vuole essere ‘altro’.
Attraverso questo semplice gesto sembrano infatti dipanarsi universi insondabili e allora, come scrive la critica d’arte Silvia Pegoraro in un articolo sulla mostra, “...i suoi quadri non documentano piu' una relazione con lo spazio ma sono espressione della coscienza dello spazio". Esempio ne sono i suoi box in plexiglass e filo elastico esposti per la prima volta nel gennaio del 2006 alla mostra personale “Corpocircuito", Galleria Fioretto di Padova. Con essi, scrive A. Trabucco nel catalogo della recente personale ‘Fila.mente’ alla galleria Costantini, Milano, “siamo invitati ad un’attiva interazione con l’opera, sollecitati da un continuo e necessario cambio di posizione per cogliere, da diversi punti di vista, i volumi determinati dai vuoti e dalle linee che disegnano diagrammi a due e a tre dimensioni". Sempre del 2006 e' la mostra con P.Radi e M.Cinque alla Galleria Paola Verrengia di Salerno curata da Nadja Perilli che scrive nel testo in catalogo: “...a prima vista possono sembrare geometrie, ma sono movimenti di percezione, sensibilita' nello stravolgere una dimensione, sconnessione di visioni a volte stratificate, a volte espanse nella ricerca di un dis-ordine spaziale senza coordinate...".
Inaugurazione: Giovedi' 12 ottobre 2006 ore 18,30
Galleria Marchetti
Via Margutta, 32 - Roma