Mole Vanvitelliana
Ancona
via Banchina da Chio, 28
071 2225019 FAX
WEB
Adriatico
dal 5/5/2001 al 5/9/2001

Segnalato da

Gabriella Papini



approfondimenti

Giuseppe Papagno



 
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5/5/2001

Adriatico

Mole Vanvitelliana, Ancona

Ancona, citta' che con l'Adriatico si e' da sempre confrontata, dedica a questa lunga e stretta via del Mediterraneo che s'insinua fino alle soglie dell'Europa centrale, un'originale e affascinante esposizione, fonte di suggestioni e stimolo alla riflessione.


comunicato stampa

Adriatico: civiltà di mare, coscienza millenaria, via di comunicazione, luogo di scambi e - di volta in volta, a seconda dell'agire e del sentire delle diverse genti che sull'Adriatico si sono affacciate - frontiera che avvicina, intreccia, favorisce il confronto, oppure confine, limite invalicabile che divide, allontana, oppone.

Nella suggestiva sede della Mole Vanvitelliana dal 6 maggio al 5 settembre 2001, Ancona - città che con l'Adriatico si è da sempre confrontata - dedica a questa lunga e stretta via del Mediterraneo che s'insinua fino alle soglie dell'Europa centrale, un'originale e affascinante esposizione, fonte di suggestioni e stimolo alla riflessione.

Una mostra che nelle intenzioni del suo curatore, Giuseppe Papagno, e del pool di studiosi che lo hanno affiancato in comitato scientifico mira a restituire "un'anima" a questo mare che in sé, come nei materiali disseminati lungo le sue coste e all'interno delle terre che vi si affacciano, racchiude la memoria delle vicende e delle storie umane che l'hanno attraversato. Dalla tarda antichità fino ai nostri giorni, Nord e Sud, Est ed Ovest si sono incontrati, intrecciati, confusi e talvolta respinti in un mare che ha sempre svolto, nonostante i nazionalismi e le chiusure che minano il suo ruolo, la funzione di frontiera strategica tra Europa ed Oriente e dove si è giocato in gran parte il destino del nostro sistema europeo articolato sui tre mari: Mediterraneo, Mar Nero e Mare Baltico.

Promossa dal Comune di Ancona, Regione Marche, Provincia di Ancona, Camera di Commercio della città, Fondazione Cariverona e Fondo Mole Vanvitelliana "Io Adriatico. Civiltà di mare tra frontiere e confini" ripercorre i punti nodali delle vicende che hanno interessato l'Adriatico - sistema mobile nel tempo, cerniera tra "sistemi-mondo" - tenta di rileggere il passato cambiando la tradizionale prospettiva storica ed umana e facendo dello stesso Adriatico l'io narrante, per evitare - nel presente come nel futuro - qualunque situazione di centralità di questa o quella cultura "in un mare che tutti contiene e pone a reciproco contatto ma che nessuno possiede né può possedere e dominare per intero".

I materiali in mostra - importanti reperti archeologici provenienti da Aquileia, Concordia Sagittaria, Oderzo, San Vincenzo al Volturno, Chieti, Bari, Otranto, ecc.; numerosi dipinti dei grandi artisti dell'Adriatico e di Venezia sua "regina" come lo Schiavone, Guardi, Carpaccio, Padovanino, Sustris, Ricci, Carlevarijs, ma anche Blas Juriev, il Maestro del Crocifisso di Tkon, Paolo Alemanno, ecc.; strumenti di navigazione, oggetti dello scambio e documenti d'archivio - danno dunque testimonianza dell'intreccio dei popoli e delle culture reso possibile grazie a questa lunga e stretta via d'acqua; segnano i momenti decisivi degli eventi che si sono compiuti; mostrano i protagonisti e i comprimari di questo intenso racconto, che ha il suo motore pulsante nelle città che come perle costellano le sponde dell'Adriatico: non solo Venezia ma anche Ancona, Trieste, Bari, Ragusa, Spalato.

Le suggestioni sono tante: dai dipinti che mostrano il Bacino di San Marco a Venezia, affollato dalle merci d'ogni tipo e dai mercanti dei più disparati paesi, ai ritratti degli eroi della Serenissima, autori di grandi gesta in difesa di quell'egemonia e controllo sull'Adriatico durato quasi otto secoli; dai modelli delle navi da carico che solcavano i mari trasportando spezie, allume, stoffe e altre merci pregiate a quelli dei transatlantici che agli inizi del '900 partivano dall'Adriatico alla volta della mitica America; dai segni apotropaici della gente di mare - polene, ex voto, ecc - ai libri contabili, registri e statuti delle varie "arti" e corporazioni del cosiddetto "indotto" che ruotava attorno alla vita di mare.
E poi gli intrecci, i ricordi, le testimonianze della convivenza tra etnie e genti diverse che attraverso l'Adriatico e grazie all'Adriatico hanno dialogato e contribuito a formare quella civiltà di mare, radicata nei luoghi ma aperta a tutte le rotte, in cui le diversità non si annullano ma si giustificano rispecchiandosi in un medesimo modello: una stessa cultura d'insieme che ha creato porti, piazze, templi fortezze e simboli.

In tal senso fondamentale il contributo in mostra anche degli apparati multimediali - elemento emozionale dell'esposizione - realizzati con l'apporto di sceneggiatori e registi professionisti. Immagini, luoghi, volti, suoni, interviste ricostruiscono lo "scenario" Adriatico nel passato, nel presente e anche nel futuro, così come lo vorremmo.
Un intreccio di parlate, di fisionomie, di abiti, di suoni che daranno appunto il segno della varietà - e non della diversità - rispetto ad un modello, ad una medesima civiltà, e che permetteranno di visualizzare ed esplorare le grandi tematiche e le epocali problematiche sottese a questa mostra.

Perché l'Adriatico è area di scambio votata naturalmente all'incontro e alla convivenza delle genti ma, proprio per questo, anche area di grandi tensioni. Per secoli specie sulla sponda orientale si è udito risuonare, nei paesi e nelle città, il richiamo del muzzein che invitava alla preghiera, lo scampanio delle chiese cristiane, ortodosse e romane d'adunanza alla funzione religiosa ed il canto ebraico delle sinagoghe. Sull'Adriatico come in pochi altri luoghi le tre religioni del Dio Unico del Mediterraneo si sono nel tempo distinte e confuse in mutui scambi, sedimentandosi in un intreccio ammirevole per le convivenze praticate ma a volte tragico per le incompatibilità reciproche insorte.

La mostra non affronta e non poteva affrontare la storia dei nostri giorni, che ha visto prevalere la chiusura, lo scontro, l'incomprensione e l'intolleranza e che ha trasformato, temporaneamente e amaramente, l'Adriatico in un confine.
Vuole semplicemente mostrare che la vocazione naturale di questo mare, la sua "anima", è altra e che è possibile riaffermarla.

Inaugurazione sabato 5 maggio 2001 ore 17,30

Orario
tutti i giorni 10,00 - 13,00 e 17,00 - 20,00
chiuso il lunedì

Ingresso:
Interi Lit. 10.000
Ridotti di legge Lit. 8.000
Gruppi e Scuole Lit. 5.000

MOLE VANVITELLIANA, Ancona

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