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Xtrawberry Flavour. “Io uso la fotografia come azione e non come contemplazione e questo comporta una negazione dello spazio ottico a favore dello Spazio delle relazioni." A cura di Igor Zanti.
Xtrawberry Flavour
A cura di Igor Zanti
Caramelle da uno sconosciuto
“ Io uso la fotografia come azione e non come contemplazione e questo comporta una negazione
dello spazio ottico a favore dello Spazio delle relazioni.
Mi interessa sparire come autore per assumere il nuovo ruolo di innescatore e regista di
processi. Gli ambienti dove opero devono essere luoghi dove le cose accadono realmente e
il DOPO e' sempre diverso dal PRIMA.
Le mie operazioni risultano indissolubilmente legate all’occasione che le ha determinate e
incidono nell’occasione stessa e di tale occasione saranno in seguito irripetibile testimonianza…"
Franco Vaccari in Lea Vergine, Body art e storie simili.
Queste brevi parole di Franco Vaccari, appaiono nel 1974 a commento di una sua opera del
1969, Esposizione in Tempo reale, pubblicata nel saggio di Lea Vergine, Body art e storie simili.
Vaccari parla di uno spazio che rinuncia al suo valore ottico a favore di uno spazio delle relazioni, tale concetto si sposa perfettamente con la ricerca creativa di Alessandro Pianca, che
concepisce lo spazio come luogo per lo svolgimento di una narrazione nata dalla casualita'
delle relazioni. Come Vaccari anche il nostro autore scompare per assumere il ruolo di
“innescatore e regista di processi".
L’artista torinese ci pone di fronte ad “attimi" di vita vissuta di cui rimangono solo dei ricordi.
Esistono, in nuce alla realizzazione delle opere di Pianca, degli spunti di carattere iconografico
desunti direttamente dall’immaginario dell’artista che non sono caratterizzanti, non si pongono
come un canovaccio su cui l’azione trova il suo svolgimento, ma sono elementi che tendono
a creare una sensazione puramente ambientale, che permetta ai soggetti/oggetti dell’azione
di esprimersi liberamente, integrando tali spunti all’interno di una visione piu' ampia.
La modella assume un doppio ruolo attivo/passivo, divenendo co-protagonista nella relazione
che nasce dall’incontro con l’artista ed, al tempo stesso, oggetto su cui l’artista stesso riversa
il suo immaginario.
Pianca interviene sempre come parte attiva nella narrazione, sia come protagonista, la cui
presenza non viene denunciata, ma sottintesa, che come regista dell’azione stessa.
L’azione non e' programmata a priori, ma e' frutto dell’interazione e dell’evolversi della relazione
tra soggetto attivo, l’artista, e soggetto attivo/passivo, la modella.
In questo senso si coglie appieno il significato del ruolo di “innescatore" rivestito dall’autore
nella realizzazione dell’opera. L’artista, infatti, innesca consapevolmente un processo, lo dirige,
ma concede alla casualita' la possibilita' di declinarlo secondo schemi di cui, coscientemente,
rinuncia al controllo.
L’opera che ne scaturisce e' una forma di memoria, ed e' l’unica maniera possibile con cui lo
spettatore riesce a rapportarsi con l’artista e con il suo agire.
Il senso ultimo dell’arte di Pianca risiede nell’azione narrativa che sta a priori dell’opera, azione che non va intesa come performance, in quanto volutamente si svolge lontano dallo sguardo
del pubblico, ma che e', riprendendo il concetto della cultura estetizzante di fine ottocento, una
sorta di processo metonimico tra vita ed arte.
Inaugurazione: Sabato 14 Ottobre ore 16,30 - 21,00
Associazione Culturale Undergallery
piazza Monte Grappa, 6 - Daverio (VA)