Museo Pericle Fazzini
Assisi (PG)
piazza Garibaldi, 1/c (Palazzo del Perdono)
075 8044586 FAX 075 8044586
WEB
Angelo Savelli
dal 19/10/2006 al 11/12/2006
Dal martedi' alla domenica, ore 10-13 e 16-19 (orario invernale), dal martedi' alla domenica, ore 10-13 e 14-23 (orario estivo)

Segnalato da

Michele De Luca



approfondimenti

Angelo Savelli



 
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19/10/2006

Angelo Savelli

Museo Pericle Fazzini, Assisi (PG)

Opere dal 1939 al 1981. La mostra propone una selezione di quarantuno opere realizzate da Savelli nell'arco di oltre quattro decenni. Dipinti ad olio, tempere e acquarelli, inchiostri e tecniche miste. Opere d'ispirazione francescana rinnovata dal suo stile astratto dominato dal bianco.


comunicato stampa

Opere dal 1939 al 1981

Venerdi' 20 ottobre 2006, alle ore 17,00, alla presenza del Sindaco di Assisi Claudio Ricci, verra' inaugurata al Museo Pericle Fazzini di Assisi, che ha sede nel Palazzo del Capitano del Perdono presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, la mostra “Angelo Savelli e Roma. Opere dal 1939 al 1981" curata da Luigi Sansone. La mostra, nell’ambito delle iniziative espositive del Museo curato da Giuseppe Appella, dopo la mostra “Piccole Sculture di Fazzini" e le esposizioni dedicate ai disegni di Antonietta Raphael e Fausto Melotti, propone una selezione di quarantuno opere realizzate da Angelo Savelli (Pizzo Calabro, Catanzaro, 1911 - Dello, Brescia 1995) nell’arco di oltre quattro decenni, tra dipinti ad olio, tempere e acquarelli, inchiostri e tecniche miste. Dopo gli studi liceali a Vibo Valentia, nel 1930 Savelli si trasferisce a Roma; qui frequenta il Liceo Artistico, dove apprende l’arte dell’affresco sotto la guida di Ferruccio Ferrazzi, e l’Accademia di Belle Arti, e, dopo essersi diplomato, inizia la sua attivita' di docente presso il Liceo Artistico. Roma rappresenta quindi per Savelli la citta' fondamentale per la sua formazione, che si arricchisce profondamente dagli incontri con numerosi protagonisti di una delle stagioni piu' stimolanti del confronto artistico nella capitale, da Fazzini a Gentilini, da Mafai a Guttuso, da Scarpitta a Turcato, da Dorazio a Tamburi, da Afro a Capogrossi, da Consagra a Burri, da Severini a Perilli, con i quali il giovane calabrese manterra' rapporti di amicizia per tutta la vita.

Ed e' a Roma, dove (a parte la traumatica esperienza della guerra e i soggiorni a Venezia nel 1947 e l’anno dopo a Parigi), risiede dal 1930 al 1954, che incomincia ad esprimersi il suo talento artistico e a cogliere i primi successi; la sua prima mostra personale si inaugura alla Galleria di Roma nel 1941, cui fanno seguito le personali alla Galleria del Ritrovo e alla Galleria San Marco, sempre nella capitale, dove partecipa alla VI Quadriennale; con Severini, Prampolini, Fazzini, Jarema e Virgilio Guzzi fonda, nel 1944, l’Art Club e partecipa alle mostre al Cairo, Alessandria d’Egitto e Buones Aires. Seguono numerose esposizioni: nel 1950 partecipa alla XXV Biennale di Venezia e vince il primo premio “Citta' di Reggio Calabria". Prima di trasferirsi negli Stati Uniti, nel 1954, Savelli, che e' stato uno dei principali innovatori della pittura italiana dell’immediato dopoguerra, tiene una personale alla Galleria Il Naviglio di Milano, in occasione della quale l’artista cosi' autopresentava il suo lavoro: “Astratto, realista, figurativo, spaziale - niente di tutto questo. Fuori dalle gerarchie stabilite dal catasto della critica". Parole di cui, come scrive Fabrizio D’Amico nella sua testimonianza sul catalogo della mostra di Assisi (edito da De Luca Editori d’Arte nella collana “Laboratorio") si misura ancora oggi “la quasi profetica verita', e l’indipendenza da anni che volevano aggregazioni ed appartenenze, allora che non era scaduto il tempo della polemica cruenta tra fazioni; e, per quanto s’iniziasse da parte di qualcuno a sospettarla stantia, infuriava ancora la battaglia ideologica, arbitrariamente trasposta di peso nel dibattito artistico".

Al suo arrivo a New York, Savelli conosce lo scultore Philip Pavia, animatore Dell’Art Club della decima Strada, di cui sara' assiduo frequentatore; nel 1956 produce una serigrafia monocromatica “bianco su bianco". Nei primi anni Sessanta, tra la scelta del bianco e l’avvicinarsi a forme minimaliste, raggiunge la maturita' della sua visione artistica; la ricerca sul bianco applicata oltre alla pittura anche alla grafica e alle architetture-ambiente lo accompagnera' tutta la vita, portandolo ad esplorare lo spazio e la geometria fino al microcosmo del “punto figura" ed oltre, verso la dissolvenza della materia in energia pensiero. Viene invitato dall’Universita' della Pennsylvania ad impostare il corso di laurea in arte e qui insegnera', con Piero Dorazio, per oltre un decennio. Nel 1964 espone alla Biennale veneziana, in una sala personale, una serie di opere “bianco su bianco" e il volume Ten American Poets che gli valgono il Gran Premio per la Grafica. Nel 1980 all’artista viene assegnato il premio Guggenheim che gli permettera' di soggiornare in Italia ed organizzare una serie di mostre a Milano, Roma e Zurigo; l’anno successivo, a cura di Giuseppe Appella, per le edizioni di Vanni Scheiwiller esce il libro Angelo Savelli - Opera Grafica 1935-1981. Nel 1984 il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano gli dedica la prima grande mostra antologica in cui figurano opere e installazioni del periodo “bianco". Dopo il suo rientro in Italia, nel 1995, la Biennale di Venezia e il Museo Pecci di Prato gli dedicano, in quello stesso anno, due mostre antologiche, che l’artista non vedra' perche' muore qualche settimana prima della loro inaugurazione.

La scelta di Assisi per questa mostra di Savelli, nel Museo intitolato ad uno dei suoi piu' grandi amici, non e' casuale. Anzi, come suggerisce il curatore della mostra Luigi Sansone, “il luogo di Assisi e la spiritualita' che lo pervade hanno per Savelli un profondo significato, infatti tra le sue opere giovanili eseguite a Roma negli anni Trenta risalta una ieratica incisione figurativa dedicata al santo di Assisi. A distanza di cinquant’anni, in terra d’Amarica, in ormai avanzata eta', ritroviamo questa ispirazione francescana rinnovata nel suo personalissimo stile astratto dominato dal bianco: Frate Francesco, eseguita nel 1983-84 e' la summa del pensiero mistico-metafisico di Savelli, una grande opera che, librata dal limite e dal peso del telaio e applicata direttamente sul muro, trasmette l’estasi di una levitazione mistica propria dei grandi santi".

Catalogo: De Luca Editori d’Arte, Laboratorio/II

Ufficio Stampa
De Luca Comunicazioni, Roma
Tel. e fax 06/44237540
Cell. 333/8264292
m.deluca33@virgilio.it

Inaugurazione: Venerdi' 20 ottobre 2006, alle ore 17,00

Museo Pericle Fazzini
Palazzo del Capitano del Perdono
Piazza Garibaldi, 1/c - Assisi
Orario del Museo: Dal martedi' alla domenica, ore 10-13 e 16-19 (orario invernale), dal martedi' alla domenica, ore 10-13 e 14-23 (orario estivo)
Biglietto d’ingresso: Euro 5 - ridotto Euro 3

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