Ciprian Muresan: la mostra consiste in 4 nuove opere e un video, nel quale i bambini provano il I Rinoceronti di Eugene Ionesco. L'assurdo della commedia collide con la ricostruzione, il gioco e l'impossibile ruolo sociale. Ian Tweedy: A history out of context, 3 nuovi lavori -video, disegni e wall painting- concepiti come unica installazione. Il repertorio delle sue immagini appartiene ad un passato recente di cui sembrano perduti coordinate e contesto.
Ciprian Muresan - Ciprian says
La mostra di Ciprian Muresan ideata per Prometeogallery delinea la giustapposizione della perdita e del recupero, non intese come contradditori, ma come parte della stessa dinamica sociale, e segue i percorsi nei quali esse attivano loop, circuiti, causali.
Il progetto chiede chi sono il vincitore o il vinto quando la societa' educa, controlla e forma i partecipanti al gioco. La risposta sembra essere che il potere non conosce, non sa, ma dispensa saperi, vuol dire che genera contemporaneamente scelte alternative.
La teorizzazione e' presente come continua divagazione e non impedisce la costruzione visiva di uno show, che appare come un elaborato creatore di ossessioni derivanti dalle relazioni dall’artista con suo figlio, un bambino di 7 anni appena iscritto ad una scuola di grammatica. Il dialogo fra padre e figlio diventa un luogo dove la paura di perdere il controllo del figlio diventa soggetto di una serie di minacce e intimidazioni. Ne risulta una catastrofe, di crescite distanti che possono innescare dinamiche di panico ed estetiche.
Come un invito all’interpretazione psicologica e alle loro semplificazioni di massa. La psicanalisi come uno strumento interprestativo, e' invocata e rifiutata, mentre gli strumenti iconologici sono testati per la loro precisione e relazione pertinenza.
Questo movimento trasversale e' il presupposto per divulgare l’interiorita' dell’artista, per dischiudere inconsapevolmente significati sepolti e le verita' spiacevoli, dall’altro lato un trattamento post-concettuale di questa idea. Entrambe sono sospese non e' fatta una scelta: Mure'an non tradisce ne' l’uno ne' l’altro. Il discorso e' posto a meta' strada fra i modi della confessione e domane interrogative critiche, girano introno alla improbabilita' di un verita' radicale. Noi abbiamo una costruzione visiva considerevole che puo' ironicamente essere chiamata “Ciprian Mure'an e Una Memoria della Sua Infanzia", per parafrasare un famoso fraintendimento di Ferud riguardo a Leonardo.
La mostra consiste in 4 opere fatte appositamente per Prometeogallery e un video precedentemente mostrato alla Biennial in Ia'i (2006), nel quale i bambini provano il “I Rinoceronti" di Euge'ne Ionesco, dove l’assurdo della commedia entra in collisione con la ricostruzione, il gioco e l’impossibile ruolo sociale. Gli altri lavori prendono spunto e approfondiscono questo aspetto dell’infanzia. C’e' un strano album delle foto, dove perdita e ritrovamento sono sistemate in una ripetizione senza fine.
La struttura visiva di un famoso dipinto di Hieronymus Bosch mostra attraverso la larga scala i giochi dei bambini. L’ingegnosa copia di Gospel of St. John suggerisce la possibilita' di inganno sul Giudizio Universale, come una difesa preparata strategicamente per il peggior scenario possibile.
C’e' un video nel quale il figlio dell’artista racconta una storia che impazientemente attraversa la Genesi e la rivelazione, video-games e la necessita' di pregare.
La vicenda secondaria nel video e' l’inabilita' del protagonista a ricordare il dettaglio o l’incapacita' di concentrasi, la sua narrazione improvvisata, i lapsus e la sua recitazione di fronte alla videocamera, replicano le maniere degli ospiti dei talk-show o quello dei professori di religione, sono sperone, pungolo, a una riflessione sui principi dell’educazione e sull’infanzia.
Come un complesso, la mostra dimostra con brillantezza artistica e intellettuale, la costruzione culturale spontanea ed artificiale dell’arte e della vita.
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Ian Tweedy - A history out of context
a cura di Marco Scotini
Mercoledi' 25 ottobre la Prometeogallery di Milano presenta, nello spazio Project, la prima personale di Ian Tweedy, artista americano di base a Milano, classe 1982.
La mostra A history out of context, presenta tre nuovi lavori - video, disegni e wall painting - concepiti come un’unica installazione.
Tra la pittura delirante di Neo Rauch e l’inventario fotografico bianco/nero di Hans Peter Feldman, il repertorio di immagini con cui Ian Tweedy lavora appartiene ad un passato recente ma di cui sembrano perduti definitivamente coordinate e contesto.
Graffitista e street artist all’inizio, accumulava immagini per le vie di Francoforte, Wiesbaden, Amburgo e Dusseldorf. Il suo territorio d’adozione, dopo l’America, era allora quello tedesco e la sua firma era quella di Dephect con cui e' finito in Graffiti World - il bestseller Thames and Hudson.
Ora Ian Tweedy interviene su mappe geografiche della guerra fredda, sulle copertine di vecchi libri, su documenti del passato. Purche' ogni centimetro quadrato di superficie sia la memoria di qualcosa, abbia una storia. Ma, come prima, Tweedy continua a lavorare sulle strade delle citta' e sugli spazi pubblici. Adesso pero' come “muralista", con immagini sociali rubate alla storia, ritratti di collettivita' prese in prestito da riviste popolari come “Life", “Storia Illustrata" o altri rotocalchi: uno sciopero dei lavoratori della Chrysler anni ’50, una manifestazione a Chicago per la liberazione di Sacco e Vanzetti, un sistema fordista di produzione di armi per la guerra del Vietnam.
Come una sorta di hacker della storia, Ian Tweedy si inventa ogni volta una propria “macchina del tempo", un crossover di spazi e tempi, una serie di associazioni cut-up di geografie e identita'. Come molti artisti contemporanei - da Narkevicius a Baladran - la grande quantita' di materiale fotografico che Tweedy ha raccolto negli ultimi anni e' la base dei suoi progetti pittorici e muralisti. In Monument #1, gia' presentato presso la Prometeogallery di Milano, un mix di pittura acrilica, di mappe geografiche, foto storiche e segni costruttivisti occupava un’intera ampia parete dello spazio espositivo.
Ora interviene, nella Project Room, con una grande scritta a muro della parola Context, una serie di trenta disegni e un video bianco/nero in cui il gesto inconsulto di strappare le pagine bianche di un vecchio libro e' continuamente reiterato. Il titolo “Project pour un texte" fa il verso ad un noto video di Marcel Broodthaers del ‘69 in cui l’artista belga cerca di scrivere con l’inchiostro sotto la pioggia. Le pagine bianche strappate da Tweedy, gli spazi vuoti del libro - i suoi terrains vagues - diventano il supporto per i suoi disegni: altre immagini strappate alla cronaca, tracce di una nuova storia fuori contesto.
Prometeogallery
via G. Ventura, 3 - Milano
Orari: Dal martedi' al sabato dalle 12.00 -19.30