Incontro nell'ambito di "Perche' non parli?", conferenze che cercano di rispondere alle domande sullo stato e il significato dell’arte a seguito del mutamenti legati alla globalizzazione. Luciano Fabro discutera' oggi con Daniel Soutif questioni vecchie e nuove legate alla Scultura, tenendo sempre presente che qualunque discussione di Tecnica e' anche un parlare aperto di Arte. Introduce Giacinto Di Pietrantonio.
Nell'ambito di "Perche' non parli?" Ciclo di incontri
Si tiene dal 10 ottobre al 12 dicembre allo Spazio Oberdan, in Viale Vittorio Veneto
2, il secondo ciclo di sei incontri divulgativi sull’arte contemporanea dal titolo
“Perche' non parli? Conversazioni d’arte".
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Unicredit, rientra nel progetto
“inContemporanea. La rete per l’arte" con cui la Provincia di Milano intende
promuovere l’arte del presente intesa come risorsa indispensabile per la
riqualificazione urbana, sia dal punto di vista culturale che da quello sociale ed
economico.
Da piu' parti arrivano domande all’arte e sull’arte, richieste di comprensibilita' e
fattibilita', naturalmente queste sono rivolte per la maggior parte all’arte
contemporanea oggetto di un doppio ciclo di conferenze intitolate a loro volta
“Fatti d’arte" e “Conversazioni d’arte".
Il titolo generale dei due cicli di conferenze "Perche' non parli?", tra verita' e
leggenda, allude alla celebre frase che Michelangelo rivolse alla sua ancor piu'
celebre opera, Mose', mettendola in relazione con gli interrogativi posti non a una
sola opera, ma all’arte in generale che di tante opere e' fatta. Per questo e' stata
programmata una serie di conferenze che agiscono su un doppio binario quello della
teoria e quello della pratica, quello del pensiero e quello della tecnica.
Da una parte la prima serie: “Fatti d’arte" da febbraio a maggio ha ospitato di
volta in volta curatori, critici, storici dell’arte che in solitaria hanno spiegato
l’a-b-c dell’arte attraverso le loro categorie “tecniche", quindi Guido Curto per la
Pittura, Francesco Tedeschi per la Scultura, Francesca Comisso per l’Installazione,
Sandra Lischi per la Videoarte, Gigliola Foschi per la Fotografia, Lorenza Perelli
per l’Arte Pubblica.
Nella seconda, “Conversazioni d’arte", a partire da ottobre fino a dicembre si
terranno, sulle stesse tematiche, una serie di dialoghi a due (un artista e un
teorico) come Giacinto Di Pietrantonio e Chia per la Pittura, Luciano Fabro e Daniel
Soutif per la Scultura, Massimiliano Gioni e Maja Bajevich per l’Installazione,
Jean-Paul Fargier e Lydie Jean-Dit Pannel per la Videoarte, Hripsime' Visser e
Reineke Dijkstra per la Fotografia, James Lingwood e Antoni Muntadas per l’Arte
Pubblica.
In questo modo, si cerchera' di rispondere alle pressanti domande sullo stato e il
significato dell’arte a seguito del mutamenti legati alla globalizzazione. Si tratta
di cambiamenti che, prodotti dalla grande migrazione proveniente da mezzo mondo
dell’Est e del Sud verso l’altro mezzo mondo dell’Ovest e del Nord, sta riscrivendo
le mappe non solo geografiche, ma storiche, antropologiche, artistiche ed
esistenziali dell’umanita'.
Calendario:
La Pittura
10 ottobre 2006
Giacinto Di Pietrantonio e Sandro Chia
La Scultura
24 ottobre 2006
Daniel Soutif e Luciano Fabro
Introduce Giacinto Di Pietrantonio
L'Installazione
6 novembre 2006
Massimiliano Gioni e Maya Bayevich
Introduce Gabi Scardi
L'arte pubblica
21 novembre 2006
James Lingwood e Antoni Muntadas
Introduce Gabi Scardi
La Videoarte
5 dicembre 2006
Jean Paul Fargier e Lydie Jean-Dit Pannel
Introduce Vittorio Fagone
La Fotografia
12 dicembre 2006
Hripsime' Visser e Rineke Djikstra
Introduce Roberta Valtorta
***************
Martedi' 24 ottobre 2006:
La Scultura
Daniel Soutif e Luciano Fabro
Se la Pittura gode di una grande attenzione, in quanto arte d’immagini nella civilta'
delle immagini, non altrettanto si puo' dire della Scultura, che a partire dal secolo
scorso, in quell’epoca chiamata da Walter Benjamin dell’arte della riproducibilita'
tecnica, ha maturato una posizione che potremmo definire di inattualita'. Non e' un
caso che Arturo Martini, tra i grandi scultori del Novecento parlo' di “Scultura
lingua morta". Tuttavia, quello della morte della scultura si inserisce in un
dibattito ancora piu' ampio: quello della “Morte dell’Arte", hegelianamente votato
allo scivolamento del mondo nella secolarizzazione mondana. Per cio' le vie a cui si
avviava la scultura fatta soprattutto di forme, volumi, plastica, spazio e non di
immagini ha visto cercare nuove soluzioni in ve contrapposte nel Nuovo Mondo
Moderno: quello della sua dissoluzione dalla tradizione e quello della sua
ricomposizione con essa. Infatti, c’e' chi ha preso sicuramente in considerazione la
seconda via nella consapevolezza che “Arte torna Arte", Fabro. Questa ricerca
centrale nel dibattito artistico si inserisce con pieno diritto di teoria e pratica
nell’opera di Luciano Fabro, che discutera' con Daniel Soutif questioni vecchie e
nuove legate alla Scultura, tenendo, pero', sempre presente che qualunque discussione
di Tecnica e' anche un parlare aperto dell’Arte.
Giacinto Di Pietrantonio
Daniel Soutif nasce il 19 agosto 1946 a Parigi.
Nel 1970 si laurea in filosofia.
Dal 1972 al 1993 e' professore di filosofia al liceo Mansart di St. Cyr.
Dal 1973 collabora regolarmente con Jazz Magazine.
Dal 1981 al 1994 lavora come critico d’arte a Liberation.
Dal 1984 al 1988 e' produttore della trasmissione settimanale Parigi espresso per
Radio Tre (RAI). Collabora regolarmente con Artforum (New York).
Da ottobre 1990 a marzo 1994 e' capo redattore di Cahiers du muse'e national d’art
modern.
Da marzo 1993 a gennaio 2001 e' direttore del Dipartimento di sviluppo culturale del
Centre national d’art et de culture Georges Pompidou.
Da gennaio 2003 a dicembre 2006 e' direttore del Centro per l’arte contemporanea
Luigi Pecci a prato (principali mostre: Wim Delvoye Fabbrica, 2003 - 2004, Domenico
Gnoli - Francesco Lo Savio, hiver 2004, Massimo Vitali, 2004, Bertrand Lavier, 2003
- 2004, Robert Morris, 2005)
Curatore delle mostre: Le Temps, vite ! (Parigi, Centre Pompidou, 11 gennaio-17
aprile 2000), Tempo ! (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 28 luglio-23 ottobre 2000),
Art i Temps (Barcellona, Centre de Cultura Contempora'nia, 29 novembre 2000-25
febbraio2001) Continuita'. Arte in Toscana 1969-1989 (Pistoia, Palazzo Fabroni, 23
febbraio-9 giugno 2002).
Co - curatore della mostra La Force de l'art (Parigi, Grand Palais, 9 maggio-25
giugno 2006) .
Organizzatore delle conferenze Nelson Goodman et les langages de l'art (Parigi,
Centre national d'art et de culture Georges Pompidou, 1991) et Clement Greenberg
(Parigi, Centre national d'art et de culture Georges Pompidou, 1993).
Autore dei Papiers journal. Chroniques d'art 1982-1992 (Nimes, Jacqueline Chambon,
1994) e di Voyages immobiles (Nantes, Le Passeur, 1994).
Direttore dell’opera L'Art du XXe sie'cle 1939-2002. De l'art moderne a' l'art
contemporain, Paris, Citadelles & Mazenod, 2005.
Luciano Fabro e' nato a Torino nel 1936. Fin dalle opere dei primi anni ’60 avvio' una
riflessione sul concetto di spazio e sulla sua fruizione. Alcune di esse, realizzate
in vetro, mettevano a confronto le opposte funzioni della trasparenza e della
specularita'; altre, in tubolari di ferro, erano strutture fortemente condizionanti
la percezione dello spazio in cui erano accolte. Lavori come In cubo, alla meta' del
decennio, arrivarono a coinvolgere direttamente lo spettatore. Dopo le opere dette
“tautologiche" per la pura indicazione spaziale che fornivano (Concetto spaziale,
1967), Fabro realizzo' operazioni di ribaltamento della funzione simbolica
comunemente accettata di forme note, come nell’Italia realizzata in vari materiali e
collocata nello spazio in modi inconsueti e spiazzanti. Negli anni ’70 si collocano
opere incentrate sulle specificita' linguistiche della scultura, con l’utilizzo di
materiali come il marmo o il bronzo accanto a vetro, tela, seta. La dimensione
ambientale assume notevole importanza nei lavori successivi (Habitat), accanto alla
riflessione sulla prospettiva classica, evidenziata e insieme messa in discussione
in lavori come Paolo Uccello 1450-1989, al Castello di Rivoli (1989). Negli anni ’90
ha realizzato alcune opere pubbliche tra le quali a Basilea Giardino all’Italiana,
sull’iconografia urbana e ha esposto in musei di grande prestigio internazionale
(San Francisco Museum of Modern Art nel 1992; Centre Pompidou nel 1996; Tate Gallery
nel 1997).
Spazio Oberdan
viale Vittorio Veneto 2 - Milano
Ingresso libero fino a esaurimento posti, e' gradita la prenotazione: incontemporanea@provincia.milano.it
Per informazioni 02.77406381/41