Spazio Oberdan
Milano
viale Vittorio Veneto, 2
02 77406302 FAX
WEB
Daniel Soutif e Luciano Fabro
dal 23/10/2006 al 11/12/2006
Dalle 18 alle 20

Segnalato da

Spazio Oberdan




 
calendario eventi  :: 




23/10/2006

Daniel Soutif e Luciano Fabro

Spazio Oberdan, Milano

Incontro nell'ambito di "Perche' non parli?", conferenze che cercano di rispondere alle domande sullo stato e il significato dell’arte a seguito del mutamenti legati alla globalizzazione. Luciano Fabro discutera' oggi con Daniel Soutif questioni vecchie e nuove legate alla Scultura, tenendo sempre presente che qualunque discussione di Tecnica e' anche un parlare aperto di Arte. Introduce Giacinto Di Pietrantonio.


comunicato stampa

Nell'ambito di "Perche' non parli?" Ciclo di incontri

Si tiene dal 10 ottobre al 12 dicembre allo Spazio Oberdan, in Viale Vittorio Veneto 2, il secondo ciclo di sei incontri divulgativi sull’arte contemporanea dal titolo “Perche' non parli? Conversazioni d’arte".

L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Unicredit, rientra nel progetto “inContemporanea. La rete per l’arte" con cui la Provincia di Milano intende promuovere l’arte del presente intesa come risorsa indispensabile per la riqualificazione urbana, sia dal punto di vista culturale che da quello sociale ed economico.

Da piu' parti arrivano domande all’arte e sull’arte, richieste di comprensibilita' e fattibilita', naturalmente queste sono rivolte per la maggior parte all’arte contemporanea oggetto di un doppio ciclo di conferenze intitolate a loro volta “Fatti d’arte" e “Conversazioni d’arte". Il titolo generale dei due cicli di conferenze "Perche' non parli?", tra verita' e leggenda, allude alla celebre frase che Michelangelo rivolse alla sua ancor piu' celebre opera, Mose', mettendola in relazione con gli interrogativi posti non a una sola opera, ma all’arte in generale che di tante opere e' fatta. Per questo e' stata programmata una serie di conferenze che agiscono su un doppio binario quello della teoria e quello della pratica, quello del pensiero e quello della tecnica.

Da una parte la prima serie: “Fatti d’arte" da febbraio a maggio ha ospitato di volta in volta curatori, critici, storici dell’arte che in solitaria hanno spiegato l’a-b-c dell’arte attraverso le loro categorie “tecniche", quindi Guido Curto per la Pittura, Francesco Tedeschi per la Scultura, Francesca Comisso per l’Installazione, Sandra Lischi per la Videoarte, Gigliola Foschi per la Fotografia, Lorenza Perelli per l’Arte Pubblica.

Nella seconda, “Conversazioni d’arte", a partire da ottobre fino a dicembre si terranno, sulle stesse tematiche, una serie di dialoghi a due (un artista e un teorico) come Giacinto Di Pietrantonio e Chia per la Pittura, Luciano Fabro e Daniel Soutif per la Scultura, Massimiliano Gioni e Maja Bajevich per l’Installazione, Jean-Paul Fargier e Lydie Jean-Dit Pannel per la Videoarte, Hripsime' Visser e Reineke Dijkstra per la Fotografia, James Lingwood e Antoni Muntadas per l’Arte Pubblica.

In questo modo, si cerchera' di rispondere alle pressanti domande sullo stato e il significato dell’arte a seguito del mutamenti legati alla globalizzazione. Si tratta di cambiamenti che, prodotti dalla grande migrazione proveniente da mezzo mondo dell’Est e del Sud verso l’altro mezzo mondo dell’Ovest e del Nord, sta riscrivendo le mappe non solo geografiche, ma storiche, antropologiche, artistiche ed esistenziali dell’umanita'.

Calendario:

La Pittura
10 ottobre 2006
Giacinto Di Pietrantonio e Sandro Chia

La Scultura
24 ottobre 2006
Daniel Soutif e Luciano Fabro
Introduce Giacinto Di Pietrantonio

L'Installazione
6 novembre 2006
Massimiliano Gioni e Maya Bayevich
Introduce Gabi Scardi

L'arte pubblica
21 novembre 2006
James Lingwood e Antoni Muntadas
Introduce Gabi Scardi

La Videoarte
5 dicembre 2006
Jean Paul Fargier e Lydie Jean-Dit Pannel
Introduce Vittorio Fagone

La Fotografia
12 dicembre 2006
Hripsime' Visser e Rineke Djikstra
Introduce Roberta Valtorta

***************

Martedi' 24 ottobre 2006:
La Scultura

Daniel Soutif e Luciano Fabro

Se la Pittura gode di una grande attenzione, in quanto arte d’immagini nella civilta' delle immagini, non altrettanto si puo' dire della Scultura, che a partire dal secolo scorso, in quell’epoca chiamata da Walter Benjamin dell’arte della riproducibilita' tecnica, ha maturato una posizione che potremmo definire di inattualita'. Non e' un caso che Arturo Martini, tra i grandi scultori del Novecento parlo' di “Scultura lingua morta". Tuttavia, quello della morte della scultura si inserisce in un dibattito ancora piu' ampio: quello della “Morte dell’Arte", hegelianamente votato allo scivolamento del mondo nella secolarizzazione mondana. Per cio' le vie a cui si avviava la scultura fatta soprattutto di forme, volumi, plastica, spazio e non di immagini ha visto cercare nuove soluzioni in ve contrapposte nel Nuovo Mondo Moderno: quello della sua dissoluzione dalla tradizione e quello della sua ricomposizione con essa. Infatti, c’e' chi ha preso sicuramente in considerazione la seconda via nella consapevolezza che “Arte torna Arte", Fabro. Questa ricerca centrale nel dibattito artistico si inserisce con pieno diritto di teoria e pratica nell’opera di Luciano Fabro, che discutera' con Daniel Soutif questioni vecchie e nuove legate alla Scultura, tenendo, pero', sempre presente che qualunque discussione di Tecnica e' anche un parlare aperto dell’Arte.
Giacinto Di Pietrantonio

Daniel Soutif nasce il 19 agosto 1946 a Parigi. Nel 1970 si laurea in filosofia. Dal 1972 al 1993 e' professore di filosofia al liceo Mansart di St. Cyr. Dal 1973 collabora regolarmente con Jazz Magazine. Dal 1981 al 1994 lavora come critico d’arte a Liberation. Dal 1984 al 1988 e' produttore della trasmissione settimanale Parigi espresso per Radio Tre (RAI). Collabora regolarmente con Artforum (New York). Da ottobre 1990 a marzo 1994 e' capo redattore di Cahiers du muse'e national d’art modern. Da marzo 1993 a gennaio 2001 e' direttore del Dipartimento di sviluppo culturale del Centre national d’art et de culture Georges Pompidou. Da gennaio 2003 a dicembre 2006 e' direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci a prato (principali mostre: Wim Delvoye Fabbrica, 2003 - 2004, Domenico Gnoli - Francesco Lo Savio, hiver 2004, Massimo Vitali, 2004, Bertrand Lavier, 2003 - 2004, Robert Morris, 2005) Curatore delle mostre: Le Temps, vite ! (Parigi, Centre Pompidou, 11 gennaio-17 aprile 2000), Tempo ! (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 28 luglio-23 ottobre 2000), Art i Temps (Barcellona, Centre de Cultura Contempora'nia, 29 novembre 2000-25 febbraio2001) Continuita'. Arte in Toscana 1969-1989 (Pistoia, Palazzo Fabroni, 23 febbraio-9 giugno 2002). Co - curatore della mostra La Force de l'art (Parigi, Grand Palais, 9 maggio-25 giugno 2006) . Organizzatore delle conferenze Nelson Goodman et les langages de l'art (Parigi, Centre national d'art et de culture Georges Pompidou, 1991) et Clement Greenberg (Parigi, Centre national d'art et de culture Georges Pompidou, 1993). Autore dei Papiers journal. Chroniques d'art 1982-1992 (Nimes, Jacqueline Chambon, 1994) e di Voyages immobiles (Nantes, Le Passeur, 1994). Direttore dell’opera L'Art du XXe sie'cle 1939-2002. De l'art moderne a' l'art contemporain, Paris, Citadelles & Mazenod, 2005.

Luciano Fabro e' nato a Torino nel 1936. Fin dalle opere dei primi anni ’60 avvio' una riflessione sul concetto di spazio e sulla sua fruizione. Alcune di esse, realizzate in vetro, mettevano a confronto le opposte funzioni della trasparenza e della specularita'; altre, in tubolari di ferro, erano strutture fortemente condizionanti la percezione dello spazio in cui erano accolte. Lavori come In cubo, alla meta' del decennio, arrivarono a coinvolgere direttamente lo spettatore. Dopo le opere dette “tautologiche" per la pura indicazione spaziale che fornivano (Concetto spaziale, 1967), Fabro realizzo' operazioni di ribaltamento della funzione simbolica comunemente accettata di forme note, come nell’Italia realizzata in vari materiali e collocata nello spazio in modi inconsueti e spiazzanti. Negli anni ’70 si collocano opere incentrate sulle specificita' linguistiche della scultura, con l’utilizzo di materiali come il marmo o il bronzo accanto a vetro, tela, seta. La dimensione ambientale assume notevole importanza nei lavori successivi (Habitat), accanto alla riflessione sulla prospettiva classica, evidenziata e insieme messa in discussione in lavori come Paolo Uccello 1450-1989, al Castello di Rivoli (1989). Negli anni ’90 ha realizzato alcune opere pubbliche tra le quali a Basilea Giardino all’Italiana, sull’iconografia urbana e ha esposto in musei di grande prestigio internazionale (San Francisco Museum of Modern Art nel 1992; Centre Pompidou nel 1996; Tate Gallery nel 1997).

Spazio Oberdan
viale Vittorio Veneto 2 - Milano
Ingresso libero fino a esaurimento posti, e' gradita la prenotazione: incontemporanea@provincia.milano.it
Per informazioni 02.77406381/41

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