Le Journal Perpetuel. In corso dal 5 maggio 2001. Ne "Le Journal Perpetuel" Arturo Carmassi propone una sorta di diario che risponde al significato del titolo. Journal perche' trova la sua definizione proprio nella principale caratteristica del giornale inteso come un quotidiano, come quel luogo sul quale avviene la registrazione di cio' che accade nel trascorrere del tempo di una giornata.
Le Journal Perpétuel
La Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Portogruaro "AI MOLINI", sabato 5
maggio ha inaugurato la mostra personale di ARTURO CARMASSI.
Carmassi è nato a Lucca nel 1925. Nel 1930 si trasferisce a Torino, dove frequenta
l'Accademia Albertina e tiene, nel 1948, la prima personale (Saletta del Grifo),
con opere figurative di impronta espressionista; dopo una breve fase legata ad
un primitivismo ricercato, con eleganze di linea e di ritmo di matrice
secessionista, si volge a un astrattismo postcubista che mostra consonanze con
gli artisti dell'Ecole de Paris, incontrati nel corso di importanti rassegne
torinesi di pittura internazionale (Mostra Internazionale dell'Art Club, 1949 e
1950; Incontri Italia-Francia, 1951-1952).
Nel 1952 si trasferisce a Milano; qui
entra in rapporto con Gino Ghiringhelli, proprietario della Galleria Il Milione,
dove nel 1954 tiene una personale che riflette le ricerche di matrice
postcubista in opere come Omaggio a Dino Campana (1953); parallelamente alcuni
collage e tele a tecnica mista mostrano suggestioni materiche e gestuali non
lontane dall'Informale con echi surrealisti di Wols. Nella seconda metà degli
anni Cinquanta è fra i protagonisti dell'Informale, con opere che recuperano,
talvolta, il dato figurativo (Massacro, 1956).
Nel 1955 partecipa alla III
Biennale di San Paolo del Brasile e alla Pittsburgh International Exhibition.
Nel 1957 la Triennale di Milano lo invita ad affrescare il soffitto del salone
d'onore; espone inoltre al Brooklyn Museum di New York e alla Darmstadter
Sezession-Italienische Bildhauern presso Darmstadt. Nel 1965 vince il Premio
Michetti. Dal 1966 si avvicina al Surrealismo sviluppando motivi erotici e sacri
(Il gran maestro, 1973). Nel 1977 intraprende il Joumal Perpetuel ou les
Possibilites du Signe, usando le più svariate tecniche incisorie. Nel 1979
partecipa alla VI Biennale Internazionale della Grafica a Firenze.
Nella seconda
metà degli anni Settanta sviluppa la tecnica del collage dipinto, con carte di
giornali incollate su tela; in seguito le opere si complicano con l'impiego di
sabbia, gesso, bitume, ducotone ed altri materiali sui quali interviene con
acrilico, encausto e olio, approdando ad un astrattismo lirico e metafisico
(Immenso celeste, 1986) allusivo ad una mitologia esistenziale (Regione
fortunosa, 1992). Nel 1984 gli viene allestita un'importante antologica al
Castello di Lerici. Nel 1985 la Bibliothèque Municipale d'Auxerre dedica una
grande esposizione all'opera grafica.
Ne Le Journal Perpétuel Arturo Carmassi propone una sorta di diario che risponde
al significato del titolo. Journal perché trova la sua definizione proprio nella
principale caratteristica del giornale inteso come un quotidiano, come quel
luogo sul quale avviene la registrazione di ciò che accade nel trascorrere del
tempo di una giornata. E ad un pittore ciò che gli succede nella giornata è
dipingere, disegnare, pitturare, utilizzare insomma un linguaggio i cui elementi
espressivi e compositivi variano secondo una individuale e logica operazione
artistica. È quello che potremmo definire la narrazione del proprio esercizio
della pittura. Un esercizio che però non deve assolutamente essere inteso come
quell'azione del ripetere meccanicamente forme, segni; magari affinando le
abilità compositive ed espressive. Questo sarebbe considerare la pittura come un
agire tecnico, mentre all'artista è richiesta la creatività , la personalitÃ
produttiva, la capacità di distinguersi con il linguaggio della propria arte. È
proprio nella soggettività , nell'individualità del proprio fare che ogni artista
può rendere esclusivo il linguaggio pittorico.
Il perpétuel deve essere inteso come il consumare la vita d'artista, e non
dunque nell'accezione di infinito, di quello stato di insensibilità alle
limitazioni temporali (ma non si è sempre detto che l'arte è immortale?); come
motore dell'arte, come segno di quella continuità che non prescinde dallo
stretto legame tra la pittura individuale e quello della storia dell'arte.
Journal Perpétuel dunque come quel fare materialmente arte in cui si perpetua
l'individuale e soggettiva interpretazione di sé con il linguaggio dell'arte.
E Carmassi non vive fuori dell'arte, non intende rendere estraneo il suo
procedere agli accadimenti artistici.
Il suo eclettismo creativo lo ha portato a
conoscere direttamente e spesso a confrontarsi con tutti i linguaggi artistici
che hanno caratterizzato le esperienze pittoriche del secondo novecento (la sua
prima personale infatti risale al '48). E per questa ragione non può sentirsi
estraneo a sensazioni che non abbiano una loro realizzazione nella pura
percezione, poiché questo rappresenta un ulteriore aspetto del suo fare
Questa mostra itinerante è stata presentata alla Fondazione Giovannino Agnelli
al Museo Piaggio di Pontedera.
Catalogo con testi di Paolo Marconcini, Michel Terrapon, Alessandra Scappini e
Diego Collovini.
Orari di Galleria: martedì, mercoledì e sabato: 17.00 - 19.30
giovedì e festivi: 10.00 - 12.30; 17.00 - 19.30
Galleria Comunale d'Arte Contemporanea "AI MOLINI"
Portogruaro (VE)