"Matrice ottica, dipinti, ceneri". La mostra comprendera' la serie di dipinti "Ritratti di nessuno", gli elementi dell'azione "Ceneri" - attivata l'anno scorso a Varberg presso Goteborg - e l'oggetto "Matrice ottica". A cura di Gabriella Ventaglio.
Matrice ottica, dipinti, ceneri
La mostra comprenderà la serie di dipinti "Ritratti di nessuno", gli
elementi dell'azione "Ceneri" - attivata l'anno scorso a Varberg presso
Goteborg - e l'oggetto "Matrice ottica".
I "Ritratti di nessuno", sono ritratti di soggetti inesistenti, dove è
la scelta
del particolare nessuno che permette all'artista di indagare
strutturalmente sulla pura immagine.
L'azione "Ceneri" prevede un atto - estremo sulla pittura - dove
coincidono "fine ed inizio" e "fine": le tele dei "Ritratti di nessuno"
vengono estratte dall'artista dal contesto oggetto-cornice, poste
all'interno di un
bracere e dati alle fiamme; raccolte - ciò che rimane di questo processo
di negazione fisica e liberazione, "rilascio" dalla materia - le ceneri
dei dipinti vengono gettate in mare o trattenute, catalogate in vetri "a
memoria".
L'oggetto "Matrice ottica" - una sfera specchiante, dall'aspetto e dai
contenuti di alta tecnologia - in principio può sembrare slegato
dall'insieme del lavoro di Bovenga (un lavoro "di" e "sulla" pittura) in
realta è l'opera che ne sintetizza buona parte del percorso: è il
prender forma della sua "ossessione" per lo studio, la "trattabilità "+
delle immagini, delle possibili "rese" e potenzialità di esse.
Come la "macchina" visiva del cubismo, viene da pensare...la "macchina"
di "Matrice ottica" può generare nuovi sistemi di visione.
Questo particolare oggetto, del quale sarà presentato a Stoccolma un
prototipo in scala ridotta, dal diemetro di circa un metro e mezzo (la
versione definitiva misurerà 3 metri e mezzo di profondità ) non è una
scultura, è di per sè una "semplice" invenzione; uno specchio sferico -
composto da 4 scocche riflettenti sia internamente che esternamente -
allÃinterno del quale si può entrare ëa vedersià nella teorica totalitÃ
delle proprie visibilità : vedo il mio volto e la nuca...sono dentro ad
una sfera completamente riflettente, la mia faccia, le mie superfici
possono interagire, nella totale assenza di piani preferenziali, con
lÃinterfaccia riflettente ed assorbente di questo oggetto che è matrice
e generatrice di "riflessioni".
Ruggero Pierantoni, nel testo che presenta lÃopera in mostra, la
paragona ad "un ganzfeld", una sfera cava, internamente dipinta di un
bianco omogeneo, opaco e continuo entro cui si guarda attraverso un
piccolo foro.(-) Una semplice attrezzatura -usata in clinica ottica- che
ha lo scopo immediato di permettere di
misurare i limiti del campo visivo; all'interno della quale dopo alcuni
minuti di osservazione, non si percepisce più di star guardando dentro
una sfera ma di essere sospesi in un nulla nebbioso e
informe".
Sempre per Pierantoni - che titola l'oggetto "Matrix Optica
Maxima" - a differenza del ganzfel, Matrice ottica, può essere "un
dizionario sferico entro cui è presente, ma "in potenza", tutto ciò che
può otticamente esistere. Infatti questa "matrice" linguistica è in
grado di generare infinite forme e tutte lasciarle scomparire e
rinascere al minimo moto della testa o degli occhi.
E' particolare ed inedita l'esperienza che si prova all'interno di
"Matrice ottica": si ha l'impressione di essere avvolti dal proprio
"ritratto totale" mutante, del quale, nei "limiti" della deformazione
possiamo sceglierne le proiezioni e contemporaneamente la percezione:
una interattività esclusiva dove si è soggetti-oggetti, azione e
risultanza. I fotoni, all'interno di Matrice ottica, generano calore e
pertanto le proiezioni sembrano assumere un tepore epidermico che non
è sufficiente però a intrattenerci più di tanto in questo gioco di
visione nella, relativa, totalità delle nostre possibili visibilità .
Quello che avviene in Matrice ottica è un gioco visivo privato
che genera immagini che nemmeno possiamo fermare o catalogare: per nulla
edonistica, ma un'occasione - relativa e possibile- di pensiero.
Matrice
ottica - progettata come macchina per cogliere la totalità visiva delle
cose- esiste e - in qualche modo - agisce anche senza di noi, anche
senza il nostro gioco di presenza; diventa un oggetto la cui funzione
può essere teorica: sta lì, ferma a contenere muta l'ipotetico
insieme di tutti i punti di vista e di nessun punto di vista, possibile
simbolo di significanza e insignificanza delle immagini in quanto tali,
accidentali senza un'agente... può portarci a riflettere, ancora, su
rappresentabilità ...comunque si può anche non entrare.
Gabriella Ventaglio
Inaugurazione 14 maggio ore 17.00
Immagine
"Matrice ottica"
Bovenga + Elementi Azione Ceneri
Promotore e patrocinio:
Italienska Kulturinstitutet, Stockholm
Assessorato alla Cultura Comune di Genova, Genova
Italienska Kulturinstitutet
Gärdesgatan 14, STOCKHOLM